I bogatyry: chi sono gli eroi dell’epica russa
, paragonabili ai cavalieri erranti della tradizione occidentale. Le loro gesta sono celebrate in poemi epici tramandati oralmente e rappresentano un elemento fondamentale del folclore russo. I racconti sui bogatyry, infatti, risalgono all’epoca pagana e, inizialmente, venivano tramandati in maniera orale, così come era in uso nel periodo medievale, attraverso canzoni epiche, chiamate byliny, e cantate per evocare eventi storici importanti della tradizione russa, in particolare della Rus’ di Kiev.
Le byliny vennero annotate solamente nel 1804 e successivamente pubblicate in libri che vengono ancora letti oralmente oggi ai bambini russi prima di andare a dormire. Questi canti epici costituiscono una fonte preziosa per la comprensione della cultura slava e della Russia medievale. Gli eroi delle byliny sono in gran parte fittizi, ma è pur vero che i bogatyry sono realmente esistiti e rappresentano comunque la fonte d’ispirazione per questi componimenti. Scopriamo insieme chi sono questi emblematici personaggi dell’epica russa.
Cosa sono le byliny: i canti epici della tradizione russa
Le byliny sono poemi epici, simili alle chansons de geste occidentali, che narrano le prodezze dei bogatyry, i leggendari eroi della Russia antica. Questi canti erano eseguiti da cantori itineranti, spesso accompagnati da strumenti musicali a corda. Le byliny, quindi, non erano solo un mero intrattenimento, ma un vero e proprio strumento di trasmissione di valori, storia e cultura. Attraverso le byliny, le gesta dei bogatyry venivano celebrate e tramandate di generazione in generazione, diventando parte integrante dell’identità russa.
I tre bogatyry più antichi: Svjatogor, Volga e Mikula
Secondo la tradizione, i bogatyry più antichi sono tre: Svjatogor, Volga e Mikula. Questi eroi leggendari incarnano valori e caratteristiche differenti, rappresentando diverse sfaccettature della società e della cultura russa del tempo. Le loro storie sono ricche di elementi fantastici e simbolici, che riflettono le credenze e le tradizioni della mitologia slava.
Svjatogor: il bogatyr gigante delle montagne sacre
Svjatogor è uno dei bogatyry più anziani e nelle raffigurazioni è riconoscibile per il suo aspetto stanco, triste e nostalgico. Il suo nome è emblematico: svjato significa “santo” e gor “montagna”. La leggenda vuole che lui sia un gigante che vive nelle montagne sacre, intrappolato dopo aver cercato di estrarre la Terra da un sacco, donatogli da Mikula. Svjatogor rappresenta la forza bruta e la connessione con la natura primordiale.
Volga Svjatoslavič: il bogatyr figlio di un serpente magico
Volga Svjatoslavič, nato dal matrimonio tra una principessa e un serpente magico, è un bogatyr dotato di poteri straordinari. Volga, infatti, aveva il dono di trasformarsi in varie creature e di comprendere il linguaggio degli animali. Questo bogatyr simboleggia l’astuzia, la saggezza e il legame con il mondo magico e soprannaturale.
Mikula Seljaninovič: il bogatyr contadino
Mikula Seljaninovič è un bogatyr contadino. Alcuni esperti ritengono che lui sia diventato successivamente un dio pagano dei contadini. Secondo le narrazioni è proprio Mikula a dare a Svjatogor il sacco contenente la Terra, che lui ha successivamente estratto rimanendo intrappolato su di essa. Mikula, Svjatogor e Volga sono considerati i bogatyry più antichi e rappresentano rispettivamente la forza del lavoro agricolo, la forza della natura e la magia.
I bogatyry della Rus’ di Kiev: Alëša, Dobrynja e Il’ja
Con l’avvento della Rus’ di Kiev, altri bogatyry si aggiunsero al pantheon degli eroi leggendari. Tra questi, i più celebri sono Alëša Popovič, Dobrynja Nikitič e Il’ja Muromec. Questi eroi, pur mantenendo alcune caratteristiche dei bogatyry più antichi, si distinsero per le loro gesta a difesa del regno di Vladimir I di Kiev e della nascente nazione russa.
Alëša Popovič: il bogatyr astuto
Alëša Popovič viene descritto non come un cavaliere dall’imponente forza fisica, piuttosto come uno dei bogatyry più intelligenti, capace di volgere le situazioni a suo favore. Alëša, infatti, preferiva l’ingegno alla forza bruta. La leggenda a lui legata narra di come sia riuscito a sconfiggere il drago Tugarin ricorrendo all’astuzia.
Dobrynja Nikitič: il bogatyr che sconfisse il drago
La narrazione della vittoria nella lotta contro il drago alato Zmaj Gorynyč è la più nota riguardo Dobrynja Nikitič. Questo bogatyr rappresenta il coraggio e la nobiltà d’animo. In particolare, viene raccontato che Alëša Popovič, per dispetto a Dobrynja, comunicò alla moglie di quest’ultimo la sua morte fittizia convincendola, in questo modo, a sposarlo. Questa è una delle pochissime narrazioni che presenta una disputa tra i bogatyry.
Il’ja Muromec: il bogatyr santo, protettore della Russia
Il’ja Muromec è da tutti considerato uno dei bogatyry più celebri, nonché protettore della terra russa. In nome del sovrano Vladimir I di Kiev, Il’ja difese la Russia dagli attacchi dei popoli abitanti la steppa. La sua figura è talmente importante nella cultura russa che nel 1643 fu canonizzato come Santo dalla Chiesa ortodossa russa, diventando l’unico eroe epico a detenere questo titolo. I racconti tendono a localizzare le sue spoglie nelle grotte nei pressi del monastero di Pečerska Lavra (Monastero delle Grotte di Kiev). Ma la sua notorietà è sicuramente legata a un periodo storico successivo. Il’ja, infatti, ha rappresentato un esempio di archetipo di “uomo russo”. Gentile e aggressivo solamente in difesa della sua patria, Il’ja era considerato dagli slavofili, tra cui lo scrittore Fëdor Dostoevskij, la figura detenente le giuste qualità del tipo russo, drasticamente diverso dagli uomini occidentali.
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