I dipinti di Giotto che hanno rivoluzionato l’arte italiana

I dipinti di Giotto che hanno rivoluzionato l'arte italiana

L’arte italiana del Duecento, caratterizzata dalla diffusione degli ordini mendicanti e da una nuova spiritualità più vicina alla quotidianità, fu il terreno fertile per la rivoluzione pittorica di Giotto di Bondone (1267 circa – 1337). In un’epoca dominata dalla ieratica “maniera greca” (lo stile bizantino), i dipinti di Giotto introdussero un realismo e una tridimensionalità inediti, segnando l’inizio della pittura moderna occidentale.

La rivoluzione di Giotto: lo spazio, il volume e le emozioni

L’intento principale di Giotto era rappresentare la realtà in modo veritiero, quasi come una finestra sul mondo. Per farlo, abbandonò i fondi oro e le figure stilizzate dell’arte bizantina per concentrarsi su tre elementi chiave: la creazione di uno spazio tridimensionale credibile, la resa plastica dei corpi attraverso il chiaroscuro e l’espressione realistica delle emozioni umane (pathos). Il suo talento, secondo la leggenda narrata da Giorgio Vasari, era tale da riuscire a ingannare persino il suo maestro Cimabue, disegnando una mosca così realistica che il maestro tentò di scacciarla.

La rivoluzione di Giotto in 4 punti chiave

Innovazione Descrizione ed opera esemplare
Creazione dello spazio tridimensionale Giotto costruisce “scatole spaziali” architettoniche in cui colloca le figure, superando la bidimensionalità bizantina.
Esempio: Presepe di Greccio (Assisi).
Volume e plasticità dei corpi Usa un chiaroscuro deciso per dare peso e volume alle figure, che appaiono come sculture dipinte.
Esempio: Maestà di Ognissanti (Uffizi).
Realismo delle emozioni I personaggi esprimono sentimenti autentici (dolore, gioia, sorpresa) attraverso gesti ed espressioni facciali.
Esempio: Compianto sul Cristo morto (Padova).
Narrazione chiara e umana Le storie sacre sono calate in una dimensione quotidiana e terrena, rendendole immediatamente comprensibili ai fedeli.
Esempio: Storie di San Francesco (Assisi).

I 5 capolavori che hanno segnato la storia dell’arte

1. Storie di Isacco, Basilica Superiore di Assisi (1291-1295 circa)

Attribuito da molti a un giovane Giotto (o a un anonimo “Maestro di Isacco” fortemente influenzato da lui), questo ciclo di affreschi è un punto di rottura con la tradizione. La scena di Esaù respinto da Isacco mostra una profondità spaziale e un volume dei corpi, definiti da un chiaroscuro potente, mai visti prima.

Affresco Storie di Isacco attribuito a Giotto

 

2. Storie di San Francesco, Basilica Superiore di Assisi (1295-1299 circa)

Questo celebre ciclo di 28 affreschi narra la vita di San Francesco con un linguaggio rivoluzionario. Giotto cala il sacro in una dimensione umana e storica. Nel Presepe di Greccio, per la prima volta, la scena è vista di spalle, come se lo spettatore fosse all’interno della chiesa. Questa scelta spaziale, insieme alla resa realistica dei dettagli, immerge l’osservatore nell’evento.

Il Presepe di Greccio, uno dei dipinti di Giotto ad Assisi

 

3. Cappella degli Scrovegni, Padova (1303-1305)

Considerato il capolavoro assoluto di Giotto, questo ciclo di affreschi, come descritto nel sito ufficiale della Cappella degli Scrovegni, narra le storie della Vergine e di Cristo con una potenza drammatica inedita. Il cielo blu intenso (non più oro bizantino) e la resa delle emozioni umane, come nel celebre Compianto sul Cristo morto, segnano una svolta epocale nella storia dell’arte occidentale.

Affresco nella Cappella degli Scrovegni di Giotto

 

4. Maestà di Ognissanti, Galleria degli Uffizi, Firenze (1310 circa)

In questo dipinto su tavola, Giotto reinterpreta l’iconografia tradizionale della Madonna in trono. La Vergine non è più una figura piatta e ieratica, ma una matrona solida e potente, il cui corpo ha un volume realistico sotto le vesti. Il trono gotico, come si può vedere nella scheda dell’opera sul sito degli Uffizi, è una complessa struttura architettonica che crea uno spazio tridimensionale credibile.

La Maestà di Ognissanti di Giotto agli Uffizi

 

5. Cappelle Bardi e Peruzzi, Basilica di Santa Croce, Firenze (1320-1325 circa)

Realizzati nella sua fase più matura, questi affreschi (dedicati a San Francesco e a San Giovanni Battista ed Evangelista) mostrano una composizione ancora più complessa e una resa dello spazio più sofisticata. Sebbene danneggiati, questi dipinti furono studiati e ammirati da giganti del Rinascimento come Masaccio e Michelangelo, che ne trassero ispirazione per le loro opere.

Fonte immagine di copertina: Picryl.com

Articolo aggiornato il: 27/09/2025

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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