I mestieri che stanno scomparendo: 4 da preservare

Uno dei tanti mestieri che stanno scomparendo quello del tappezziere che rende unica questa vecchia poltrona

Oggigiorno sempre più mestieri stanno scomparendo soprattutto a causa del mancato ricambio generazionale, lo dimostra una mostra che è stata allestita nel 2016 a Lucca dal titolo “Mestieri“.

All’interno dei questa era possibile ammirare 88 fotografie che raffiguravano le attività che purtroppo stanno scomparendo, tra questi fabbri, orologiai, falegnami e calzolai.

Vediamo insieme 4 tra i mestieri che stanno scomparendo:

1. Falegname

Il falegname è colui che lavora il legno per la costruzione e la riparazione di utensili, mobili e attrezzi da lavoro. 
Nonostante la falegnameria sia uno dei settori più antichi tra i lavori manifatturieri, oggi il lavoro del falegname rientra tra i mestieri che stanno scomparendo. Difatti, il mercato dei falegnami ha dovuto scontrarsi con la produzione in serie di oggetti un tempo appartenenti al monopolio di questi artigiani. Oggi, quando compriamo i mobili, siamo abituati a recarci direttamente in un mobilificio e a comprarli secondo i nostri gusti anziché andare da un falegname, il quale, negli ultimi tempi, si dedica piuttosto alla produzione di porte e finestre. Inoltre, ai giovani non piace questo lavoro perché lo reputano antiquato e laborioso.

2. Orologiaio

Tra i mestieri che stanno scomparendo c’è anche questo, di per sé molto antico. Come ben sappiamo, oggi gli orologi sono perlopiù digitali o al quarzo e questa figura non è più particolarmente richiesta.

La storia di questo mestiere risale alla Seconda guerra mondiale, un periodo molto fortuito per gli orologiai, in quanto gli inglesi buttavano via molti oggetti ancora in buono stato tra cui anche orologi. Per questo, molti appassionati prendevano questi aggeggi e li rimettevano in sesto: nel 1948, infatti, vennero aperte molte botteghe che si occupavano della riparazione di questi strumenti.

3. Calzolaio 

Oggi è uno dei mestieri che stanno scomparendo, ma, fino agli anni ’70, quello del calzolaio era un lavoro molto diffuso. Questa figura si occupava infatti di riparare ogni tipo di scarpa (soprattutto con tacchi), in quanto all’epoca farsi confezionare un paio di scarpe nuove costava di più che ripararle. Ogni piccolo paese aveva una o più botteghe di calzolai sempre attenti con il loro grembiule, con una piccola lucina e tutti gli strumenti del mestiere: forbici, cuoio e chiodi.

Quando furono inventate le scarpe di gomma i calzolai sono diventati sempre di meno poiché la riparazione delle stesse avveniva in fabbrica con l’utilizzo di apposite macchine. Esistono però alcune città in cui questa occupazione ha ancora l’importanza che merita, come Novara che è la città più conosciuta per la presenza di ciabattini: qui, addirittura, esiste un’università dei calzolai.

4. Tappezziere

Anche questo fa parte dei mestieri che stanno scomparendo: si tratta sicuramente di un’attività molto creativa, che richiede una buona dose di passione e di intelligenza.

Il tappezziere è infatti un lavoro che si tramanda di generazione in generazione. Egli è circondato da stoffe e tendaggi per dare nuova vita a vecchie sedie e oggetti particolari, come divani antichi, ma purtroppo la loro presenza è diminuita tanto. Di solito, il tappezziere, si occupa del taglio dei materiali e deve farlo con molta cura affinché il suo lavoro sia perfetto. Oggi si preferisce comprare direttamente oggetti nuovi anziché recarsi da questi arredatori, anche perché i prezzi sono molto più bassi rispetto al passato.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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