Nel XX secolo iniziò la colonizzazione giapponese in Corea, evento che ha segnato profondamente il paese, sia per gli orrori subiti sia per la successiva guerra, portandola a dividersi. La Corea, diventata un protettorato giapponese, faceva parte dei Gaichi (territori esterni) dell’Impero. I quarantacinque anni di colonizzazione sono solitamente divisi in tre periodi: gli anni ’10, gli anni ’20 e il quindicennio finale dal 1930 al 1945.
Indice dei contenuti
Le tre fasi della colonizzazione giapponese in Corea
Periodo | Politica giapponese principale | Risposta coreana principale |
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1910-1920 | Governo militare, repressione brutale, soppressione della cultura coreana. | Movimento del 1° Marzo (1919), formazione del Governo Provvisorio in esilio. |
1920-1930 | “Politica illuminata” (culturale), con allentamento apparente della repressione ma sfruttamento economico. | Nascita del Partito Comunista Coreano, resistenza culturale e attentati mirati. |
1930-1945 | Assimilazione forzata, imposizione della lingua e dei nomi giapponesi, mobilitazione per la guerra. | Guerriglia in Manciuria e dissenso culturale. |
Prima fase (1910-1920): la repressione militare
Il primo decennio fu quello della repressione generale. Agli storici fu chiesto di dimostrare le affinità tra i due popoli, mentre uno stato di polizia sedava ogni ribellione. Nel 1910, un tentato assassinio del governatore Terauchi scatenò centinaia di arresti, colpendo l’associazione indipendentista Sinminhoe. La stampa coreana fu messa a tacere. All’estero nacquero associazioni patriottiche. Le parole del presidente USA Wilson sull’autodeterminazione infiammarono gli animi e portarono al Movimento del 1° Marzo 1919. Dopo la morte dell’ex re Kojong, 33 leader della resistenza diedero pubblica lettura di una dichiarazione d’indipendenza. La repressione fu brutale, con circa 7500 vittime. La resistenza continuò e il 10 aprile 1919 a Shanghai venne costituito il Governo provvisorio di Corea.
Seconda fase (1920-1930): la “politica illuminata”
In questo decennio, il Giappone decise di ridurre l’aspetto repressivo, avviando una politica illuminata. Venne consentita la stampa (censurata) di due giornali locali. Tuttavia, i diritti dei coreani rimasero scarsi e le risorse economiche del paese vennero sfruttate massicciamente. L’odio aumentò, alimentato da oltraggi come la costruzione del Palazzo del governo giapponese nell’area del palazzo reale Kyŏngbok. Nel 1925 nacque il primo Partito Comunista di Corea. Gli anni ’20 furono costellati da attentati contro i simboli dell’autorità giapponese. Nel 1923, un violento terremoto a Tokyo fu il pretesto per un brutale massacro di coreani residenti in Giappone.
Terza fase (1930-1945): l’assimilazione forzata
Furono gli anni del Giappone imperialista. L’espansione nel continente causò un calo di manodopera, risolto con deportazioni di coreani. I giapponesi decisero di distruggere l’identità coreana con un processo di assimilazione forzata. Nelle scuole aumentarono le lezioni in giapponese e i programmi divennero propaganda. In seguito, il giapponese divenne lingua ufficiale e ai coreani fu vietato usare il proprio idioma in pubblico. Nel 1939, furono costretti ad assumere nomi giapponesi. Altro crimine fu il sequestro di migliaia di donne costrette a diventare schiave sessuali per i soldati (le cosiddette comfort women). La colonizzazione finì con la resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, e il 15 agosto 1945 la Corea divenne libera.
Altre informazioni e curiosità sulla colonizzazione giapponese in Corea
Perché il Giappone ha invaso la Corea?
L’invasione fu il culmine di un processo di espansione imperialista iniziato nell’era Meiji. Il Giappone, modernizzatosi rapidamente, mirava a creare una “Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale” sotto la sua egemonia. La Corea, per la sua posizione strategica, era vista come un trampolino di lancio fondamentale per l’espansione nel continente asiatico, in particolare verso la Manciuria e la Cina.
Cos’è stato il Movimento del 1° Marzo?
Il Movimento del 1° Marzo (Samil Undong) del 1919 fu una delle prime e più grandi manifestazioni di resistenza non violenta contro il dominio giapponese. Ispirato dai principi di autodeterminazione del presidente americano Wilson, vide migliaia di coreani scendere in piazza per chiedere l’indipendenza. Sebbene represso brutalmente, il movimento rafforzò l’identità nazionale coreana e portò alla formazione del Governo Provvisorio in esilio.
Chi sono le “comfort women”?
Le “comfort women” (ianfu in giapponese) erano donne e ragazze, in maggioranza coreane, costrette a diventare schiave sessuali per i soldati dell’esercito imperiale giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo crimine di guerra, come documentato da fonti come l’Enciclopedia Britannica, rappresenta una delle pagine più dolorose della colonizzazione e rimane una fonte di forte tensione diplomatica tra Corea del Sud e Giappone.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 30/08/2025