La danza macabra è una potente allegoria tardo medievale che rappresenta una danza travolgente tra uomini e scheletri. Questi ultimi, personificazione della Morte, conducono in un ballo senza fine persone di ogni ceto sociale: da umili contadini e artigiani fino a imperatori, papi e principi. Il suo messaggio principale è quello del memento mori (“ricorda che devi morire”), un monito sulla caducità della vita e sull’uguaglianza di tutti di fronte alla fine. Ispirato da queste suggestioni, il compositore Camille Saint-Saëns creò nel 1874 la sua celebre Danse Macabre.
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Origine e significato della danza macabra
Il tema della danza macabra si diffonde in Europa dopo la grande ondata di peste nera del 1348, un evento che rese la morte una presenza quotidiana e imprevedibile. Una delle prime e più celebri raffigurazioni fu quella dipinta nel 1424 a Parigi, lungo le mura del Cimitero degli Innocenti. Quest’opera, andata distrutta nel 1669, consacrò il termine. L’etimologia, come spiegato dall’enciclopedia Treccani, deriva probabilmente dal latino liturgico Chorea macabæorum, cioè “Danza dei Maccabei”, con riferimento al racconto biblico dei sette fratelli martiri. Il messaggio è chiaro: la Morte è una livellatrice democratica che non guarda in faccia a potere, ricchezza o status sociale.
| Tema iconografico | Significato e messaggio principale |
|---|---|
| Incontro dei tre vivi e dei tre morti | Tre nobili a caccia incontrano tre cadaveri che li ammoniscono sulla vanità della vita terrena. Messaggio: “noi fummo quel che voi siete”. |
| Trionfo della morte | La morte è rappresentata come una sovrana (spesso con corona e falce) che domina su tutte le creature, senza distinzioni. |
| Danza macabra | Una processione in cui ogni persona viva è affiancata dal proprio scheletro. Rappresenta l’ineluttabilità e l’universalità della morte. |
La trilogia della morte: incontro, trionfo e danza
L’iconografia della danza macabra si inserisce in una “trilogia della morte” sviluppatasi in tre momenti distinti. Il primo tema è l’Incontro dei tre vivi e dei tre morti: durante una battuta di caccia, tre giovani cavalieri si imbattono in tre scheletri che li ammoniscono sulla loro sorte imminente. Il secondo è il Trionfo della morte, dove essa appare come una regina sovrana che domina su tutti gli uomini, come recita Angelo Branduardi nel suo Ballo in fa diesis minore: «Son io la Morte e porto corona, Io son di tutti voi Signora e Padrona». Infine, la Danza Macabra vera e propria mostra una processione di esseri umani, diversi per età e condizione, accompagnati ciascuno dal proprio scheletro in un ballo senza fine.
La danza macabra in Italia: gli affreschi di Clusone e Pinzolo
Anche in Italia esistono esempi magnifici di questa iconografia. La Danza Macabra di Clusone (Bergamo), realizzata da Giacomo Borlone de Buschis tra il 1484 e il 1485 sull’Oratorio dei Disciplini, è un’opera grandiosa che unisce tutti e tre i temi. Come si può leggere sul sito del turismo di Clusone, nell’affresco si vedono il Trionfo della Morte al centro, l’Incontro dei tre vivi e tre morti in basso e la Danza Macabra con potenti che tentano inutilmente di corrompere la morte. Un altro celebre affresco si trova sulla facciata della chiesa di San Vigilio a Pinzolo (Trento), dipinto nel 1539 da Simone Baschenis. Qui la Morte, con tanto di corona, guida una danza di diciotto coppie formate da vivaci scheletri e persone dall’atteggiamento rassegnato.
L’eredità nella cultura moderna
Il fascino di questo tema ha attraversato i secoli, influenzando anche la cultura popolare contemporanea. Si ispirano direttamente alla Danza Macabra almeno due famosi cartoni animati: La Danza degli scheletri (1929) di Walt Disney, una delle prime Silly Symphonies, e la Canzone degli scheletri inserita nel film La Sposa Cadavere (2005) di Tim Burton. In entrambi i casi, un gruppo di scheletri si lancia in danze acrobatiche, usando le proprie ossa come strumenti musicali in una celebrazione grottesca e vitale della morte.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 06/10/2025

