La devozione ai Santi è una pratica di venerazione diffusa principalmente nel Cristianesimo, in particolare nelle Chiese Cattolica e Ortodossa. I Santi sono visti come modelli di vita cristiana e potenti intermediari, o intercessori, tra i fedeli e Dio. È fondamentale, però, distinguere questa pratica dall’adorazione, che è riservata unicamente a Dio.
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La devozione ai santi nel cristianesimo
Nel Cristianesimo, i Santi sono uomini e donne che, dopo la morte, si ritiene siano in Paradiso con Dio. I fedeli esprimono la loro devozione pregandoli, venerando le loro reliquie (oggetti a loro appartenuti) o attraverso immagini e statue, che fungono da richiamo alla loro virtù. Spesso un Santo è anche un patrono, ovvero un protettore specifico di una città, di una professione o di una causa.
La differenza tra venerazione e adorazione
La dottrina cristiana distingue nettamente i tipi di culto. L’adorazione (in greco latria) è il culto supremo riservato esclusivamente a Dio. La venerazione (in greco dulia), invece, è l’onore e il rispetto rivolti ai Santi in quanto amici di Dio e modelli di fede. Come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, la loro intercessione non sminuisce la mediazione di Cristo, ma ne mostra la ricchezza. Un culto speciale, detto di iperdulia, è riservato alla Vergine Maria, in quanto Madre di Dio.
Cattolicesimo, ortodossia e protestantesimo
Nella Chiesa Cattolica, il riconoscimento di un Santo avviene tramite un processo giuridico chiamato canonizzazione, che attraversa varie fasi: Servo di Dio, Venerabile, Beato e infine Santo. Nella Chiesa Ortodossa, il processo è noto come glorificazione e dà maggior peso alla devozione popolare locale. Al contrario, il Protestantesimo, pur riconoscendo il valore esemplare di queste figure, generalmente non pratica la venerazione o l’intercessione dei Santi, sostenendo un rapporto diretto del fedele con Dio.
Figure di santità a confronto nelle religioni
| Religione e figura di santità | Ruolo e tipo di devozione |
|---|---|
| Cristianesimo: santo | Ruolo: intercessore e modello di vita. Devozione: venerazione (dulia), non adorazione. |
| Ebraismo: tzaddik | Ruolo: uomo giusto e saggio. Devozione: nessuna. Qualsiasi forma di venerazione è vietata. |
| Islam: wali | Ruolo: “amico di dio”. Devozione: ufficialmente vietata, ma presente nella religiosità popolare. |
| Buddhismo: bodhisattva | Ruolo: essere illuminato che aiuta gli altri. Devozione: venerazione come fonte di ispirazione. |
| Jainismo: tirthamkara | Ruolo: maestro spirituale che rivela la via. Devozione: venerazione delle loro statue come pratica di rispetto. |
Le figure di santità nelle altre fedi
Anche altre religioni presentano figure che, pur con nomi e ruoli diversi, possono essere assimilate ai santi per la loro eccezionale statura morale o spirituale.
Nell’Ebraismo esistono gli tzaddikim, individui di grande giustizia. Secondo il Talmud, l’esistenza di 36 di loro, nascosti nel mondo, impedisce la distruzione dell’umanità. L’Ebraismo, però, vieta rigorosamente qualsiasi forma di venerazione verso di loro, poiché solo Dio può essere oggetto di culto. Nell’Islam, sebbene non siano ammessi intermediari, la tradizione popolare riconosce i Wali (“Amici di Dio”), persone vicine alla santità.
Nel Buddhismo si venerano i bodhisattva, esseri che hanno raggiunto l’illuminazione ma scelgono di reincarnarsi per aiutare gli altri a liberarsi dalla sofferenza. Nel Jainismo, i Tirthamkara sono 24 maestri spirituali venerati come guide. Infine, nell’Induismo, la Pūjā è una cerimonia di adorazione rivolta alle molteplici divinità del pantheon, eseguita con mantra e offerte.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 26/09/2025

