La Pasqua nel Buddhismo: celebrazioni e significato

La Pasqua nel buddhismo: celebrazioni e significato

La Pasqua nel Buddhismo è molto sentita, anche se diversa da quella cattolica, ed è basata su valori di condivisione e un’intensa spiritualità, tra preghiere e doni offerti. 

Le festività buddhiste sono tante e ognuna diversa dalle altre. La Pasqua nel Buddhismo è detta Vesak ed indica, nell’ordine, la nascita, l’illuminazione e la morte del Buddha Shakyamuni, colui che fece nascere il Buddhismo vero e proprio.
Tanti i giorni di festa, durante i quali non possono mancare i colori e la vivacità dei fiori; una serie di carri sfilano per le strade, a bordo dei monaci che benedicono la folla ed i fedeli presenti.
La Pasqua nel Buddhismo è festeggiata con preghiere, meditazione, visite al tempio, anche più volte al giorno, fiori e candele. Ovviamente i festeggiamenti tengono conto della tradizione spirituale, vissuta con tanta allegria.
Ricordiamo che il Buddhismo è la terza religione praticata in Italia, dopo il Cristianesimo e proprio per questo motivo, data la forte presenza di fedeli, la Pasqua Buddhista (Vesak) è una festa religiosa riconosciuta dallo Stato italiano, in segno di rispetto e condivisione.
Una celebrazione importante anche per i cattolici, che con il Vesak, in un certo senso “tendono la mano a chi sceglie tale dottrina”.
Ricordiamo che da molti studiosi, il Buddhismo è considerato una filosofia più che una religione e il Vesak sottolinea proprio tutto ciò. Il significato alla base della ricorrenza, ossia: la Rinascita a nuova vita, avviene sempre, tutti i giorni e non solo il giorno di Pasqua.

La Pasqua nel Buddhismo: tradizione “colorata”

Durante il Vesak viene omaggiato Buddha e la festa è un’occasione per celebrarne tutti i precetti, la vita e l’insegnamento nel mondo. Le modalità del rituale dipendono dalla nazione di appartenenza, ma generalmente si fa visita al tempio dove si svolge una cerimonia che prevede non solo preghiere ma anche offerte di fiori, candele ed incensi. Al tempio si porta anche dell’acqua, simbolo di purezza, posta sulla testa del Buddha storico, per conferirgli energia positiva. In alcuni casi, molti fedeli praticano il digiuno, di tre giorni.
In tutti i Paesi che ospitano comunità buddhiste, durante Vesak si respira un’atmosfera solenne ma anche un clima di festa che spesso attira, al di là del Credo, moltissime persone non buddhiste, in un momento di speranza e condivisione soprattutto.
La Pasqua nel Buddhismo si svolge in più giorni, profondamente sentiti; il messaggio principale della festività si basa sulla ricerca di un legame intenso tra l’uomo e il Divino, nella prospettiva di raggiungere una vita nuova e illuminata. La festa quindi, rappresenta un importantissimo omaggio al Buddha, verso il quale sono rivolti tutti i precetti e le preghiere.

Uno dei momenti fondamentali della giornata è il Pindapata, ovvero quando i monaci chiedono l’elemosina e ricevono la carità da parte del popolo, sempre pronto a darsi da fare per gli altri, con spirito di condivisione.

Il Vesak è una festa annuale osservata in molti Paesi, non solo buddhisti, tra questi: l’Asia del sud e del sud-est asiatico, ma anche il Nepal, Singapore, Vietnam, Thailandia, Cambogia, Sri Lanka, Malaysia, Myanmar, Indonesia, Pakistan e India.
È occasione di festa anche per le minoranze non buddiste del Myanmar che prendono parte alla celebrazione.

I Buddisti fanno riferimento al calendario lunare e quindi le festività ogni anno cadono in giorni diversi.
Infatti la Pasqua nel Buddhismo cade tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Il principe Gautama Siddhartha nacque nel plenilunio di questo mese, sempre nello stesso plenilunio, trentacinque anni dopo, raggiunse l’illuminazione e all’età di ottant’anni morì negli stessi giorni di luna piena. In Italia il Vesak si celebra, in base a un accordo tra l’Unione Buddhista Italiana e il Governo italiano, l’ultima domenica di maggio.

Immagine in evidenza: Freepik

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