La dittatura cilena: una storia di atrocità

La dittatura cilena

Dittatura cilena: i massacri. Sulla scia degli eventi diramatisi col regime nazi-fascista in Italia e in Germania, cui paesi avevano influenzato e appoggiato il colpo di stato effettuato da Francisco Franco (1936), nel settembre del 1973, in Cile, Augusto Pinochet, con un golpe, riuscì a porre fine alla democrazia di Salvador Allende, cugino del padre della scrittrice Isabel Allende, mettendosi a capo della giunta militare.

Sin da subito, Pinochet adottò una politica governativa di stampo liberista, nazionalista e anticomunista che utilizzò per reprimere i partiti politici di sinistra precedenti, che erano riusciti ad instaurare uno Stato marxista con Allende.

Il cosiddetto “Cile di Pinochet” passa anche alla storia spagnola come una vera e propria dittatura militare anche se all’epoca e tutt’ora nei libri di storia questo termine è stato sostituito con régimen militar, cioè “Regime militare”, nonostante non avesse nulla a che vedere con un regime.

Questo perché? Pinochet, applicando una repressione sistematica di massa della sinistra, fece sì che si sviluppasse il fenomeno, passato alla storia, dei desaparecidos. Ma chi erano? I desaparecidos erano quelle persone arrestate e fatte appositamente scomparire, anche se non è stato mai esplicitato ciò, per ragioni politiche o per essere semplicemente state accusate di compimento di azioni antigovernative secondo il regime cileno di Pinochet. La scaltrezza di questi arresti e scomparse consisteva nel fatto che venivano effettuati di notte e generalmente senza testimoni, addirittura non fornendo nessuna motivazione alla famiglia o rimanendo molto vaghi. Contrariamente ai desaparecidos argentini, le vittime dittatura cilena spesso venivano rilasciati ma costretti all’esilio e/o all’isolamento politico-sociale. Non si conobbe esattamente il numero di vittime ottenute a seguito di queste operazioni, ma sappiamo che dopo il ‘90, a seguito della fine del governo di Pinochet, fu richiesto da parte dei democratici un rapporto chiamato Rettig che aveva l’obiettivo di contare il numero di morti e desaparecidos durante quell’epoca. A seguito di alcune indagini si scoprì che le vittime ammontavano a 3500 circa e si suddividevano tra vittime di violazione dei diritti umani e vittime di violenza politica; inoltre, tra queste vittime ci fu anche il regista e cantante cileno Víctor Jara.

Tuttavia, la politica di Pinochet, secondo alcuni, apportò delle migliorie anche sul piano economico in quanto vi fu una crescita economica che Pinochet stesso denominò con il nome di “miracolo del Cile”.

Quando terminò il regime militare?

A seguito di un referendum tenutosi nel 1988, circa il 60% dei votanti riuscì a far sì che Pinochet andasse via, costringendolo ad avviare una fase di transizione che permise l’anno successivo di reintrodurre la democrazia.

La dittatura cilena nella cinematografia

Quello del golpe e dell’istaurazione della dittatura fu una tematica predominante in romanzi e moltissimi film come La casa de los espiritus tratto dal romanzo di Isabel Allende, o ancora No-I giorni dell’arcobaleno (2012) di Pablo Larraín, altro che adattamento cinematografico dell’opera teatrale “El Plebiscito” di Antonio Skármeta, o anche Santiago, Italia (2018), documentario diretto da Nanni Moretti.

La dittatura cilena: romanzi

In particolare, è nel libro di Roberto Bolaño, Estrella Distante, che il suo alter ego ci racconta del suo incontro con un ex aviatore e scrittore di estrema destra, Carlos Weider. L’autore ci racconta che questo Weider fosse un uomo molto scaltro e intelligente, alto e biondo, capace di persuadere e conquistare molte donne con il suo charme; infatti, è attraverso il suo modus operandi che riuscì a conquistare due donne gemelle cilene ben note, facendone poi sparire le tracce. Sarà successivamente, durante una mostra di foto organizzata da lui stesso, con l’esposizione di foto di donne uccise, mutilate e squarciate, che si saprà che n’è stato delle due gemelle.

Questo episodio, in particolare, rimanda alle atrocità a cui erano soggetti quelli che poi sarebbero diventati desaparecidos e inoltre, è sempre all’interno della stessa opera, che l’autore cita velatamente la situazione politica in Cile. In che modo? Lo stesso Bolaño sottolinea che stava scrivendo da Barcellona, luogo in cui emigrò per via della dittatura.

In secondo luogo, il titolo scelto dallo scrittore non è stato un caso, la “stella” (estrella) sta a rappresentare il Cile, mentre “distante” perché scrive il romanzo mentre era in esilio a Barcellona, descrivendo le atrocità dell’operato di Pinochet.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Di Nanni Rossella

Mi chiamo Rossella e sono una studentessa pugliese trasferitasi a Napoli per studiare lingue. Sono amante del buon cibo ,per questo mi definisco una buona forchetta, ma adoro viaggiare, quando e se posso, e anche leggere. Mi definisco una persona abbastanza schietta e precisa

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