Scrittrice, attivista e drammaturga, María Teresa León è stata una figura straordinaria, protagonista intellettuale della Spagna del XX secolo e instancabile promotrice di un attivismo culturale e politico. La sua vita è stata un intreccio di letteratura, impegno civile e amore per la libertà.
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Formazione e primi anni: una donna controcorrente
María Teresa León nasce a Logroño il 31 ottobre 1903 in una famiglia borghese. La sua educazione fu profondamente influenzata dalla zia María Goyri, una delle prime donne spagnole a ottenere un dottorato in Lettere e Filosofia e moglie del celebre filologo Ramón Menéndez Pidal. Studiò presso la progressista Institución Libre de Enseñanza e si laureò in Lettere e Filosofia, dimostrando fin da giovane un carattere forte e un rifiuto per le convenzioni sociali. Dopo un primo matrimonio precoce e la nascita di due figli, la morte del padre la riporta a Burgos, dove inizia la sua carriera di scrittrice collaborando con il Diario de Burgos su temi di cultura e difesa della donna.
Anno | Evento significativo |
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1903 | Nascita a logroño, in spagna. |
1929 | Incontra il poeta rafael alberti, che diventerà suo marito e compagno di una vita. |
1936-1939 | Durante la guerra civile spagnola, si impegna attivamente nella difesa della repubblica e nel salvataggio dei tesori del museo del prado. |
1939-1977 | Vive un lungo esilio, prima in francia, poi in argentina e infine in italia (roma). |
1970 | Pubblica la sua celebre autobiografia, “memoria de la melancolía”. |
1988 | Muore vicino a madrid, affetta dalla malattia di alzheimer. |
L’impegno politico, la Guerra Civile e il lungo esilio
Dopo il divorzio, conosce il poeta Rafael Alberti, che sposa poco dopo. La loro unione segna l’inizio di un sodalizio umano e intellettuale inseparabile. Insieme a lui, entra in contatto con i principali esponenti della Generazione del ’27, diventando una delle figure femminili più in vista del gruppo, note come Las Sinsombrero. Il suo impegno politico si intensifica con l’avvento della Seconda Repubblica e, durante la Guerra Civile Spagnola, diventa vicedirettrice del Consejo Central del Teatro e anima l’Alleanza degli Intellettuali Antifascisti. Insieme ad Alberti e altri, partecipa alla storica operazione di salvataggio dei capolavori del Museo del Prado, messi in pericolo dai bombardamenti. La sconfitta repubblicana la costringe a un lungo esilio di quasi quarant’anni, che la porta prima a Parigi, poi a Buenos Aires, dove lavora come sceneggiatrice e traduttrice, e infine a Roma.
Le opere: “Memoria de la melancolía” e il ritorno in Spagna
Durante l’esilio, María Teresa León scrive opere fondamentali come i romanzi Contra viento y marea e Juego limpio, quest’ultimo un crudo ritratto della vita durante l’assedio di Madrid. Ma il suo capolavoro è l’autobiografia Memoria de la melancolía (1970), un’opera che, come sottolineato da biografi e critici riportati dall’Accademia Reale di Storia spagnola, è molto più di un semplice resoconto personale. È una straordinaria testimonianza storica sulla modernizzazione spagnola, i sogni della Repubblica, la tragedia della guerra e il dolore dell’esilio. Con il ritorno della democrazia, nel 1977, la coppia torna in Spagna. Tuttavia, María Teresa è già affetta dalla malattia di Alzheimer. Viene ricoverata in un sanatorio vicino a Madrid, dove si spegne il 13 dicembre 1988. La sua vita e le sue opere rimangono un simbolo della lotta per la libertà e della centralità del ruolo della donna nella società e nella cultura.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.
Articolo aggiornato il: 17/09/2025