San Patrizio, chi era il santo britannico che convertì gli Irlandesi alla religione cristiana? Un viaggio tra storia e leggende medioevali
In occasione del giorno 17 marzo, le città statunitensi di New York, Boston e Chicago (assieme a Montréal in Canada) organizzano diverse parate (dove predomina il colore verde), dal momento che gran parte degli abitanti delle città citate sono di origini irlandesi. Questo è un modo per ricongiungersi ai propri avi e celebrare le proprie origini; poiché San Patrizio gode di grande importanza presso gli Irlandesi in patria e quelli immigrati.
É grazie alle azioni di questo santo che avvenne la conversione dell’intera isola al nuovo culto cristiano.
Nonostante la sua fama e l’essere divenuto un simbolo culturale (assieme al famoso leprecauno) e religioso, gli studiosi di agiografia conoscono molto poco la biografia di San Patrizio.
La vita di San Patrizio e le poche notizie dal punto di vista biografico
Il presbitero e storico delle religioni Nicola Turchi scrisse in una voce dell’Enciclopedia italiana del Dizionario Treccani che San Patrizio nacque in Britannia nel IV secolo dopo Cristo, probabilmente nel 385 (l’Impero romano d’occidente sarebbe caduto nel 476). In seguito, Maewyn Succat (il vero nome del futuro santo) giunse in Irlanda appena sedicenne; egli era stato rapito dai pirati, condotto come schiavo e obbligato a custodire un gregge di pecore. Dopo la sua fuga e il ritorno nel villaggio nativo, decise di convertirsi alla religione cristiana che si stava diffondendo nei territori imperiali.
La prima avventura di Maewyn fu in Gallia, dove si recò per apprendere le regole e le conoscenze della vita monastica. La sua formazione religiosa avvenne nel monastero gestito da Germano d’Auxerre, un vescovo di origini italiche. La scelta del nome proviene da un semplice attributo del papa Celestino I, quando il britannico venne nominato vescovo; Patrizio derivava dal latino “pater civium” cioè “padre del suo popolo/ dei suoi cittadini” (come riportato dal sito Irlandando, dedicato alle notizie su quell’isola del Mar del Nord). Nel 432, Patrizio giunse in Irlanda per proseguire la missione del vescovo Palladio, cioè convertire i Celti presenti sull’isola. Morì nel 461 e fu sepolto a Saul, nella provincia dell’Ulster.
Le diverse leggende medioevali dedicate al santo britannico
Molto più famose sono le leggende medioevali che raccontano i prodigi e i miracoli eseguiti da San Patrizio. All’epoca l’Irlanda era governata dal re Loegaire, un sovrano ancora fedele alla vecchia religione pagana. In primis, Patrizio arrivò a Tara (antica sede principale del regno) e compì diversi miracoli davanti al sovrano e alla sua schiera di druidi (cioè i sacerdoti della religione tradizionale celtica). Nonostante i prodigi del santo, Loegaire non fu scosso dall’accaduto. In seguito, l’uomo di Dio si recò a Connaught e convertì le due figlie del monarca, infine decise di stabilirsi per quaranta giorni sulla montagna di Croaghpatrick per digiunare e fare penitenza.
Tra le varie leggende, dedicate al santo del giorno, c’è ne una che riscosse un notevole successo in tutta Europa. Lo studioso austriaco-statunitense Ludwig Bieler (che si occupò del latino parlato dai monaci britannici) affrontò la leggenda del Purgatorio di San Patrizio tramite una voce dell’Enciclopedia italiana dei Treccani. Secondo la leggenda, lo stesso Gesù Cristo avrebbe indicato a San Patrizio la presenza di un pozzo situato nella contea di Donegal, un pozzo leggendario che gli avrebbe permesso di visitare i regni ultraterreni.
Il predicatore e vescovo scese nella cavità e iniziò il suo viaggio nell’oltretomba: prima visitò l’Inferno e ne rimase scosso dalle pene dei dannati, poi il Purgatorio (dove coloro che si erano pentiti dei loro peccati giacevano immobili prima dell’arrivo di una tempesta), e infine visitò il Paradiso con le sue dolcezze e bellezze. Bieler riportò anche la teoria che la stesura della Commedia dantesca fosse stata in parte ispirata al viaggio ultraterreno di San Patrizio, oltre di quello di Enea (raccontato nel libro sesto dell’Eneide di Virgilio) e la leggenda di San Pietro nell’Aldilà. Adesso la critica letteraria tende a evitare questa ipotesi. Dante avrebbe potuto conoscere il testo “ma [..] è impensabile che questa o l’altra leggenda potessero esercitare un effettivo concreto influsso sulla memoria e le intenzioni narrative [..]”. Questa leggenda popolare era stata tramandata dal Tractatus de Purgatorio Sancti Patricii del monaco Enrico di Saltrey (risalente al 1190), solo in seguito integrata (in forma ridotta) nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (1298).
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