Città di Ercolano, storia e curiosità

La storia della città di Ercolano

La città di Ercolano

Ercolano è una piccola città situata alle pendici del Vesuvio che, secondo la leggenda, venne fondata nel 1243 a.C dall’eroe della mitologia greca Ercole dal quale prende il nome.

La leggenda, narrata da Alicarnasso, spiega che Ercole eresse la città di Herculaneum nel luogo in cui uccise Caco ( Demone figlio di Vulcano) e riscattò la mandria di buoi di Gerione, tuttavia altre versioni attribuiscono la fondazione della città al popolo degli Osci o degli Etruschi. Secondo Strabone, Ercolano fu fondata nel XII secolo a.C  dagli Osci dei quali sono stati ritrovati alcuni testi scritti nell’area della città, secondo altri, invece, furono gli Etruschi tra il X e il VIII secolo a.C.

Storicamente non si hanno notizie certe riguardo l’accaduto, però l’ipotesi tutt’ora più attendibile resta quella elaborata da Strabone. La città di origine osca sarebbe poi stata conquistata successivamente dagli Etruschi e dai Sanniti prima di diventare un possedimento romano. La conquista da parte dei romani avvenne nel 90 a.C quando la città venne attaccata da un legato di Lucio Cornelio Silla e Tito Didio. A partire da quell’anno Ercolano divenne un “Municipium” di Roma guidato dall’esercito di Silla.

La città, in un primo periodo, rimase poco abitata e scelta dalla classe colta e ricca di Roma esclusivamente come luogo di villeggiatura. Un periodo particolarmente florido, invece,  cominciò nel 32 a.C con l’elezione del tribuno Marco Nonio Baldo che promosse l’edificazione di nuovi edifici, un teatro, un acquedotto e due complessi termali. Nel 62 a.C Ercolano fu colpita da un terremoto devastante che distrusse alcuni templi e la Basilica della città la cui opera di ricostruzione fu finanziata dall’imperatore Vespasiano. Quando ancora i lavori di costruzione erano in corso, un secondo evento catastrofico colpì la città.

Nel 79 a.C, precisamente il 25 Agosto, l’eruzione del Vesuvio ricoprì la città di colate piroclastiche e il terremoto distrusse larga parte degli edifici. Quest’evento di enorme potenza distruttiva coinvolse anche la vicina città di Pompei che però a causa della sua posizione e della  direzione del vento subì danni ancor più gravi dovuti alla pioggia di polvere e lapilli. La quantità di materiale piroclastico fu tale da ricoprire la città di Ercolano di uno strato di altezza compresa tra i 10 e i 15 metri. La formazione e solidificazione di questo banco tufaceo ha permesso, rispetto alla città di Pompei, una migliore conservazione dei materiali organici (Cibi, legno, carta, tessuti ecc) e degli edifici sottostanti. Dopo questo evento la città di Ercolano cessò definitivamente di esistere e con l’eruzione del 1631 l’altezza di questo strato arrivò addirittura a 25 metri. Proprio per questo motivo attualmente gli scavi sono posizionati molto più in basso rispetto al livello del suolo della città moderna che tutt’ora porta il nome di Ercolano.

La storia degli scavi

Nel 1710 un contadino, durante i lavori per la costruzione di un pozzo, scoprì casualmente alcuni blocchi di marmo appartenenti alla struttura di quello che era il teatro dell’antica Ercolano. Il principe Emanuele Maurizio D’Elbeuf si interessò particolarmente a questi ritrovamenti e decise di finanziare una prima operazione di scavo.

I lavori di scavo sarebbero dovuti avvenire solo in seguito alla costruzione di una rete di cunicoli e condotti sotterranei che però non vennero mai ultimati a causa del timore per il cedimento degli edifici sovrastanti. Il progetto venne ripreso solamente a partire dal 1738 quando Carlo di Borbone, appassionato di cultura e storia, decise di continuare la costruzione di vie sotterranee con lo scopo di raggiungere gli edifici nascosti sotto terra.

Tra il 1738 e il 1765 si svolse regolarmente la prima sessione di scavo coordinata da Alcubierre. I primi ritrovamenti furono: la Basilica di Ercolano e la Villa dei Papiri. Già dal 1780, però, tutte le operazioni di scavo furono cessate e il sito archeologico rimase abbandonato per un lungo periodo di tempo. I lavori ripresero, infatti, solo nel 1828 questa volta a cielo aperto. Nonostante le nuove tecniche adottate, nel 1875, a causa di scarsi risultati, gli scavi cessarono nuovamente.

Il punto di svolta ci fu nel 1927 quando grazie a Amedeo Maiuri si riuscì a portare alla luce quasi un terzo della città antica. Oltre che un numero molto alto di edifici furono rinvenuti anche molti resti degli abitanti del posto. Si era creduto fino a quel momento che la popolazione di Ercolano fosse fuggita quasi interamente a Napoli, invece, grazie al rinvenimento di scheletri e  imbarcazioni in legno, si è scoperto che la maggioranza degli abitanti non sono riusciti a scappare e che coloro che ci provarono tentarono di farlo via mare. A partire dalla metà degli anni novanta fino ad oggi gli scavi della città di Ercolano non si sono mai interrotti e allo stato sono aperte al pubblico 7 insulae della città antica.

Ercolano appare oggi solo in una parte della sua estensione, in particolare è stat portata alla luce la parte della città più vicina al mare mentre restano ancora sepolti parte del Foro, alcuni complessi di case e templi. La problematicità dello scavo risiede nel fatto che la città moderna di Ercolano sia in parte stata costruita sopra quella antica e quindi a causa della presenza di alcuni edifici abitati alcune parti non possono essere scavate.

Nonostante ciò il sito archeologico di Ercolano, forse anche più di quello di Pompei, è tutt’ora uno dei meglio conservati e significativi per lo studio della storia del popolo romano stanziatosi a Napoli. 

Foto in evidenza da: Pixabay 

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