La storia delle donne nella letteratura del XX secolo

La storia delle donne nella letteratura del XX secolo

Per secoli, le figure maschili hanno occupato un ruolo dominante nella letteratura, relegando le scrittrici a eccezioni in un sistema non equo. Nel XX secolo, però, la presenza delle donne nel panorama letterario ha smesso di essere una rarità per diventare una forza potente e trasformativa. Attraverso i loro romanzi e le loro poesie, queste autrici hanno scardinato ruoli sociali, esplorato l’animo umano e dato voce a esperienze fino ad allora taciute.

Citiamo, di seguito, 6 donne scrittrici che, con la loro forza e il loro talento, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della letteratura italiana del Novecento.

Le grandi scrittrici italiane del ‘900 in sintesi
Autrice Opera iconica e contributo principale
Sibilla Aleramo Con “una donna” (1906) ha dato voce alla ribellione contro il patriarcato, scrivendo il primo grande romanzo femminista italiano.
Grazia Deledda Con “canne al vento” (1913) ha raccontato la sardegna arcaica con respiro universale, vincendo il premio nobel nel 1926.
Anna Banti Con “artemisia” (1947) ha esplorato la condizione della donna artista attraverso un dialogo tra passato e presente.
Alda Merini Con “la terra santa” (1984) ha trasformato l’esperienza del manicomio e il dolore in una poesia viscerale e mistica.
Elsa Morante Con “l’isola di arturo” (1957) ha indagato la psicologia dell’adolescenza e la fine dell’innocenza con profondità mitica.
Natalia Ginzburg Con “lessico famigliare” (1963) ha usato la memoria e il linguaggio familiare per raccontare la storia collettiva di un’epoca.

1. Sibilla Aleramo (1876-1960)

Nata Rina Faccio, Sibilla Aleramo rappresenta il punto di inizio della letteratura femminista in Italia. Il suo romanzo autobiografico Una donna (1906) fu un vero e proprio scandalo per l’epoca. Raccontando la sua vita, i maltrattamenti subiti dal marito e la decisione di abbandonare il tetto coniugale (e il figlio) per affermare la propria identità, Aleramo diede voce alla ribellione contro la società patriarcale, facendo del suo libro un manifesto per l’emancipazione femminile.

2. Grazia Deledda (1871-1936)

È impossibile parlare delle grandi scrittrici senza citare Grazia Deledda, l’unica donna italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, nel 1926. Le sue opere, come il capolavoro Canne al vento, sono profondamente radicate nella sua Sardegna, un mondo arcaico governato da leggi antiche e passioni intense. Deledda esplora il senso del peccato, il conflitto tra destino e libero arbitrio e la forza inesorabile della natura, con uno stile narrativo potente e universale.

3. Anna Banti (1895-1985)

Pseudonimo di Lucia Lopresti, Anna Banti fu una grande storica dell’arte e scrittrice. Il suo romanzo più celebre, Artemisia (1947), è un’opera straordinaria dedicata alla pittrice del Seicento Artemisia Gentileschi. Attraverso un dialogo immaginario con l’artista, Banti riflette sulla condizione della donna e dell’artista donna attraverso i secoli, creando un ponte tra la sua esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale e le lotte di Artemisia, come documentato anche dall’Enciclopedia Treccani.

4. Alda Merini (1931-2009)

Poetessa dalla vita tormentata, segnata da ripetuti ricoveri in manicomio, Alda Merini ha trasformato il suo dolore in una poesia incandescente. Considerata una “forza della natura”, ha scritto con una passione viscerale, dando voce alla sua anima, alle sue follie e ai suoi amori. La sua raccolta più potente, La Terra Santa, trasfigura l’orrore del manicomio in un’esperienza mistica, unendo sacro e profano in versi di una bellezza disarmante.

5. Elsa Morante (1912-1985)

Moglie dello scrittore Alberto Moravia, Elsa Morante è una figura chiave della letteratura del Novecento. Scrittrice, saggista e poetessa, il suo romanzo più celebre, L’isola di Arturo, le valse il Premio Strega nel 1957. È un’opera di straordinaria profondità psicologica, un romanzo di formazione che esplora il passaggio dall’infanzia incantata all’età adulta e alla disillusione, ricco di influenze dalla psicanalisi e dalla mitologia.

6. Natalia Ginzburg (1916-1991)

Attiva anche in politica, Natalia Ginzburg ha fatto della memoria e delle dinamiche familiari il cuore della sua narrativa. La sua opera più conosciuta, Lessico famigliare, vincitrice del Premio Strega nel 1963, è un romanzo autobiografico unico nel suo genere. Attraverso le frasi, i modi di dire e le abitudini linguistiche della sua famiglia, la scrittrice ricostruisce la storia privata e collettiva di un’epoca, dimostrando come il linguaggio crei l’identità e il senso di appartenenza.

Scrivere, per queste donne, era un atto di affermazione e di presa di possesso del proprio posto nel mondo. Era una rivoluzione silenziosa ma potentissima, che scardinava il ruolo sociale e familiare imposto e apriva la strada a nuove, infinite possibilità per i diritti delle donne.

Fonte dell’immagine in evidenza: Freepik


Articolo aggiornato il: 29/09/2025

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