La vicenda dell’eroe romanzesco si distingue da quella dell’eroe epico principalmente per l’avventura, una parola che nasce in ambiente di cultura per esprimere una particolarissima forma di esperienza, mai garantita, mai casuale, che non capita a tutti. L’avventura nel romanzo medievale ha un carattere duplicemente personale: c’è la decisione del cavaliere che sceglie di partire dalla corte e dirigersi da solo verso un qualcosa di ignoto. Egli non è sicuro di trovare delle prove che varranno a misurare il suo valore, ma essere posti di fronte a un’avventura è già di per sé un segno della sua virtù. Il condizionamento fra l’eroe e la sua avventura è reciproco e comunemente chiamato predestinazione.
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Le caratteristiche dell’avventura cavalleresca
L’avventura nel romanzo medievale non è solo una prova e un’epifania individuale; essa è anche molto selettiva. Da un lato sceglie i suoi eroi secondo la loro estrazione sociale, intesa come superiorità interiore, una specie di aristocrazia dell’esperienza; dall’altro, la selezione dei protagonisti è direttamente proporzionale ai problemi che essi andranno ad affrontare e ai valori a cui auspicheranno. La caratteristica situazione di scelta in cui l’avventura pone l’eroe è l’aspetto che restituisce al cavaliere, al di là di ogni forma di predestinazione, la sua libertà.
L’avventura di Perceval (la formazione) | L’avventura di Lancillotto (l’amore) |
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La spinta all’azione è una vocazione innata, una chiamata del sangue alla cavalleria | La spinta all’azione è la devozione assoluta per la regina Ginevra, un dovere d’amore |
La ‘quête’ è di natura mistica e spirituale, finalizzata alla scoperta del Graal e di sé stesso | L’impresa è di natura profana e cortese, finalizzata a salvare la dama e a dimostrarle il proprio valore |
L’avventura è unica e predestinata, il castello del Graal appare solo a lui | L’avventura è una scelta deliberata, come salire sulla carretta dell’infamia per amore |
Il percorso è una formazione umana, un passaggio dall’ingenuità alla consapevolezza | Il percorso è un’affermazione di un’identità già definita dall’etica dell’amor cortese |
Perceval e la ‘quête’ individuale: l’avventura come formazione
Tra le opere da prendere ad esempio c’è sicuramente Le Roman de Perceval ou le conte du Graal, l’ultima opera di Chrétien de Troyes. In questo romanzo Perceval, un ragazzo che vive nel bosco con sua madre, parte alla volta della corte di re Artù perché alla vocazione cavalleresca non si può resistere. Il medioevo ha una sicura fiducia nel sangue, che giustifica il prorompere di un carattere naturale. Dopo essere stato alla corte arturiana e aver ottenuto le armi del Cavaliere Vermiglio, Perceval inizia la sua *quête*, la sua avventura, che avverrà alla corte del Re Pescatore. Questo tipo di avventura è definita individuale: il castello del Graal appare soltanto a Perceval. Le Roman de Perceval è la storia di una formazione umana.
Lancillotto e la prova d’amore: l’avventura come scelta
Nel romanzo di Chrétien de Troyes Lancelot ou le Chevalier à la charrette, il bivio a cui è posto il protagonista ha un sottofondo magico. I cavalieri non sanno quali saranno le conseguenze delle loro scelte, l’unica cosa che si chiedono è se la loro azione sia corretta secondo l’etica cavalleresca. In questo caso, la causa che giustifica la vicenda è la più personale: l’amore. L’impresa di Lancillotto dipende interamente dalla sua dedizione amorosa per Ginevra. La centralità del tema amoroso come parte fondamentale dell’avventura nel romanzo medievale avvicina quest’ultimo alla lirica, trasformando spesso il mondo narrativo in una figurazione costruita sulle misure ideali suggerite dalla poesia cortese.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 08/09/2025