L’avventura nel romanzo medievale: la predestinazione dell’eroe

L’avventura nel romanzo medievale: tra cavalleria e predestinazione

La vicenda dell’eroe romanzesco si distingue da quella dell’eroe epico principalmente per l’avventura, una parola che nasce in ambiente di cultura, che con essa vuole esprimere una particolarissima forma di esperienza, mai garantita, mai casuale, che non capita a tutti. L’avventura nel romanzo medievale ha un carattere duplicemente personale: c’è la decisione del cavaliere che sceglie di partire dalla corte e dirigersi da solo verso un qualcosa di ignoto, non sicuro di trovare delle prove che varranno a misurare il suo valore ma c’è da dire che essere posti di fronte a un’avventura, anche prima che essa sia felicemente conclusa, è già di per sé un segno della sua virtù; il condizionamento fra l’eroe e la sua avventura è reciproco: il cavaliere è all’altezza dell’avventura e questa è sua; tale condizionamento è comunemente chiamato predestinazione.

L’avventura nel romanzo medievale con qualche esempio

Tra le opere da prendere ad esempio per capire bene il ruolo dell’avventura nel romanzo medievale c’è sicuramente Le Roman de Perceval ou le conte du Graal, l’ultima opera di Chrétien de Troyes. In questo romanzo Perceval, un ragazzo giovanissimo che vive nel bosco con sua madre, le racconta di aver incontrato dei cavalieri e di essere rimasto talmente affascinato dalle loro armi e armature da volerne assolutamente sapere di più; tuttavia, ciò che Perceval non sa è che suo padre e i suoi fratelli erano dei cavalieri e sono morti combattendo e proprio per questo sua madre lo aveva fatto crescere lontano da questa realtà. Noncurante dell’approvazione della madre, Perceval la lascia svenuta sulla porta di casa e parte alla volta della corte di re Artù, perché alla vocazione cavalleresca non si può resistere. Nessuno sfugge alla sua natura, il medioevo ha una sicura fiducia nel sangue che giustifica il prorompere impetuoso di un carattere naturale che non può essere fermato. Dopo essere stato alla corte arturiana, sfidato e ucciso il Cavaliere Vermiglio e ottenuto così le sue armi, Perceval inizia finalmente la sua avventura, che avverrà alla corte del Re Pescatore.

Questo tipo di avventura nel romanzo medievale è definita individuale: non solo il cammino di Perceval è accompagnato da segni del destino di gloria che matura per lui e per lui solo ma l’avventura centrale si presenta come qualcosa di ancor più selettivo della fonte di Brocelinade perché il castello del Graal appare soltanto a Perceval; in più, il ragazzo si muove in un mondo di cui non sa nulla eppure fin dall’inizio sia il capo dei cavalieri che re Artù provano per lui una misteriosa simpatia; il ricco Re Pescatore addirittura riconosce immediatamente in lui il cavaliere cui è destinata la meravigliosa spada di Trébuchet. Le Roman de Perceval ou le conte du Graal è la storia di una formazione umana.

L’avventura nel romanzo medievale non è solo una prova e un’epifania individuale; essa è anche molto selettiva: da un lato sceglie i suoi eroi secondo la loro estrazione sociale, non per una questione monetaria ma di superiorità interiore, una specie di aristocrazia dell’esperienza e della fama; inoltre, nel romanzo la selezione dei protagonisti è direttamente proporzionale ai problemi che essi andranno ad affrontare e ai valori a cui auspicheranno.

La caratteristica situazione di scelta in cui l’avventura nel romanzo medievale pone l’eroe è l’aspetto che restituisce al cavaliere, al di là di ogni forma di predestinazione, la sua libertà. Ad esempio, nel caso del romanzo di Chrétien de Troyes Lancelot ou le Chevalier à la charrette, il bivio a cui è posto il protagonista ha un sottofondo magico: il nano è un personaggio tipico dell’oltretomba e la carretta è un simbolo molto pregnante; i cavalieri non sanno quali saranno le conseguenze delle loro scelte, queste costituiscono un salto nell’ignoto, l’unica cosa che si chiedono è se la loro azione sia corretta o meno secondo l’etica cavalleresca. Tuttavia, a volte la causa che fa scattare e giustifica la vicenda romanzesca è di regola la più personale: l’amore. L’impresa di Lancillotto, ad esempio, dipende interamente dalla sua dedizione amorosa per Ginevra.

La centralità del tema amoroso come parte fondamentale dell’avventura nel romanzo medievale avvicina quest’ultimo alla lirica, trasformando spesso il mondo narrativo in figurazione di un cosmo tutto costruito sulle misure ideali suggerite dalla poesia cortese e difficilmente tradotte nella vita reale.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Di Costanzo Mariachiara

Mariachiara Di Costanzo, classe 2000. Prossimamente laureata in Lingue e Culture Comparate all'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Appassionata di moda, musica e poesia, il suo più grande sogno è diventare redattrice di Vogue.

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