Economia dell’antica Grecia: agricoltura, commercio, artigianato e schiavitù

Le basi dell’economia dell’antica Grecia

In questo articolo prenderemo in considerazione l’importanza dell’economia dell’antica Grecia. La Grecia ebbe in tutto il corso della sua storia una costante fama di terra poco fertile, tanto è vero che la ricerca di nuove terre da coltivare fu una delle principali cause della colonizzazione. I greci vivevano soprattutto di agricoltura e allevamento; si può stimare che almeno il novanta per cento della popolazione fosse impegnata in queste attività.

Settore economico Caratteristiche principali
Agricoltura e allevamento Base dell’economia (90% della popolazione). Produzione di cereali (insufficiente), vite e ulivo. Allevamento di ovini e caprini.
Artigianato Produzione domestica per autoconsumo e botteghe specializzate nelle città per il mercato locale e internazionale (ceramiche, metalli).
Commercio Prevalentemente marittimo. Esportazione di olio, vino, ceramiche; importazione di cereali e metalli. Atene e Corinto i centri principali.
Schiavitù Forza lavoro fondamentale in tutti i settori, dalle miniere all’agricoltura, permettendo ai cittadini di dedicarsi alla politica.

Agricoltura e allevamento: le basi dell’economia

La maggior parte delle terre era posseduta dalle famiglie aristocratiche e coltivata da schiavi o braccianti. Tuttavia, era diffusa anche la piccola proprietà. La terra non aveva solo un valore economico ma anche sociale e politico, essendo la base del prestigio aristocratico. La produzione era incentrata su cereali, vite e ulivo. L’ambiente greco favoriva olio e vino, ma limitava la produzione di cereali, che erano infatti la principale merce di importazione. Molto importante era anche l’allevamento di ovini e caprini, che sfruttavano le zone collinari per i pascoli attraverso la transumanza.

Artigianato: dalla produzione domestica al mercato internazionale

I greci svilupparono un fiorente artigianato. La produzione avveniva a vari livelli: quello domestico, per le necessità della famiglia, e quello specializzato nelle città, rivolto alla vendita. Vasai, fabbri e falegnami avevano le loro botteghe nei quartieri cittadini. Centri importanti come Atene e Corinto ospitavano imprese artigiane che producevano manufatti di altissima qualità per il mercato internazionale, impiegando decine di lavoranti, sia liberi che schiavi.

Commercio e moneta: l’espansione via mare

Il commercio marittimo

Lo sviluppo dell’artigianato rese la polis un centro di produzione e commercio. A causa del territorio greco, gli scambi avvenivano essenzialmente via mare. La Grecia continentale esportava soprattutto olio, vino e ceramiche, mentre importava cereali e metalli. Corinto fu il principale centro commerciale in età arcaica, poi superata da Atene. I traffici erano amplissimi, nonostante fattori limitanti come navi piccole e lente, pirateria e l’assenza di strumenti di navigazione. I commerci avevano grande valore economico sia per i privati sia per le città, che riscuotevano una tassa portuale sulle merci.

L’introduzione della moneta

Lo sviluppo dei commerci portò alla diffusione della moneta. Sebbene esistessero in Oriente da prima, in Grecia le prime monete comparvero alla fine del VII secolo a.C. Molte città cominciarono a coniare le proprie, imprimendovi un sigillo. Inizialmente, gli scambi avvenivano ancora tramite baratto o usando il bestiame. Solo a partire dal V secolo a.C. si può parlare di un’economia monetaria, come testimoniato dalle collezioni di monete antiche conservate in musei come il British Museum. L’uso della moneta diede un forte impulso ai commerci, semplificando i calcoli e le transazioni.

La schiavitù nell’economia dell’antica Grecia

Un ruolo importante nell’economia dell’antica Grecia aveva la schiavitù, assai diffusa. Gli schiavi erano generalmente prigionieri di guerra o vittime dei pirati. Fino al VI secolo a.C., anche i cittadini indebitati potevano diventare schiavi. Con lo sviluppo delle poleis, il loro numero aumentò considerevolmente, fino a costituire un terzo della popolazione. Erano impiegati in ogni settore: agricoltura, artigianato, miniere e amministrazione pubblica. Come approfondito da fonti storiche quali la World History Encyclopedia, la schiavitù era fondamentale per il funzionamento della polis: liberando il cittadino dal lavoro manuale, gli permetteva di dedicarsi alla politica.

Condizioni e affrancamento

Le condizioni di vita variavano enormemente: c’era una grande differenza tra lo schiavo che lavorava nelle miniere d’argento del Laurio e quello che faceva da precettore ai figli degli aristocratici. Chi era schiavo rimaneva tale per tutta la vita, così come i suoi discendenti. L’affrancamento (la liberazione) era possibile per concessione del padrone o per riscatto, ma era un’eventualità rara. Lo schiavo liberato, comunque, non diventava un cittadino a pieno diritto.

Un’economia complessa e diversificata

L’economia dell’antica Grecia, pur basandosi principalmente sull’agricoltura, era un sistema complesso e diversificato, che comprendeva un fiorente artigianato, un’intensa attività commerciale e un’ampia diffusione della schiavitù. La diffusione della moneta rappresentò un’innovazione fondamentale, che diede un forte impulso agli scambi e allo sviluppo economico.

Prof. Giovanni Pellegrino

Articolo aggiornato il: 10/09/2025

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