Gli Egizi credevano in una vita dopo la morte e ritenevano che il defunto dovesse essere accompagnato nel suo viaggio nell’aldilà. Per questo scopo nacquero le piramidi di Giza, monumentali tombe reali che fanno parte di un complesso funerario dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Situate nella necropoli di Giza, alla periferia del Cairo, in Egitto, le piramidi sono considerate un’architettura prodigiosa, così precisa che gli studiosi ancora dibattono sulle tecniche esatte della loro costruzione, datata intorno al 2500 a.C.
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L’origine del nome piramide
Il termine piramide deriva dal greco pyramis, che indicava un dolce a forma appuntita, ma probabilmente fu influenzato dal termine egizio peremus, che significa “ciò che va verso l’alto”. In egizio, la parola per piramide era MR, interpretabile come “luogo dell’ascensione”. Le piramidi erano i luoghi in cui i faraoni, dopo l’imbalsamazione, venivano sepolti in sarcofagi con corredi funerari per il loro viaggio ultraterreno.
Il mistero della costruzione: tra scienza e teorie alternative
La perfezione architettonica delle piramidi di Giza ha alimentato numerose teorie. L’ipotesi archeologica più accreditata, come approfondito anche da fonti enciclopediche come la Treccani, è che gli Egizi utilizzassero un sistema di rampe e una manodopera altamente specializzata e organizzata, non schiavi come si pensava un tempo. La precisione degli allineamenti, con la piramide di Cheope orientata quasi perfettamente al Polo Nord geografico, testimonia una profonda conoscenza astronomica e matematica.
Accanto a queste spiegazioni scientifiche, sono nate ipotesi alternative, come quella che le tre piramidi siano allineate con la cintura di Orione o che siano opera di extraterrestri. Sebbene affascinanti, queste teorie non sono supportate da prove archeologiche e non trovano riscontro nel mondo accademico. La costruzione delle piramidi rimane un’incredibile testimonianza dell’ingegno umano e della potente autorità politica dei faraoni della IV dinastia, capaci di mobilitare risorse per un progetto di scala nazionale.
Le tre piramidi di Giza a confronto
Piramide | Faraone, altezza originaria e caratteristica |
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Piramide di Cheope | Cheope (IV dinastia). Alta 146 metri, è l’unica delle sette meraviglie del mondo antico ancora esistente. |
Piramide di Chefren | Chefren (IV dinastia). Alta 143 metri, è l’unica a conservare parte del rivestimento originale in calcare sulla sommità. |
Piramide di Micerino | Micerino (IV dinastia). Alta 62 metri, la più piccola, era originariamente rivestita nella parte inferiore di granito rosso. |
La piramide di Cheope o grande piramide di Giza
Costituita da oltre due milioni di blocchi di pietra, ospita il sepolcro del faraone Cheope. Originariamente alta 146 metri e con lati di 230 metri, era rivestita da lastre di calcare bianco e sormontata da un pyramidion che probabilmente rifletteva la luce. L’interno relativamente spoglio e la sua scala monumentale hanno portato alcuni studiosi a interrogarsi sulla sua esatta funzione, sebbene il consenso generale rimanga quello di una tomba.
La piramide di Chefren e la grande sfinge
Costruita dal successore di Cheope, suo figlio Chefren, era alta in origine 143 metri (oggi 136 a causa dell’erosione). Sembra più alta di quella di Cheope perché costruita su un terreno più elevato. A differenza di altre tombe, aveva due ingressi ben visibili. Al suo interno, il sepolcro fu ritrovato vuoto. A Chefren è attribuita anche la costruzione della Grande Sfinge, la colossale statua con corpo di leone e testa umana che veglia sulla necropoli di Giza.
La piramide di Micerino
Questa è la più piccola delle tre piramidi, alta soltanto 62 metri e risalente al XXVI secolo a.C. Commissionata dal faraone Micerino, figlio di Chefren, presenta alcune parti rifinite in modo più grezzo. Questo ha portato gli archeologi a ipotizzare che la costruzione sia stata ultimata in fretta a causa della morte prematura del sovrano. Al suo complesso appartiene un Tempio a valle, dove sono state rinvenute le famose statue del faraone.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay
Articolo aggiornato il: 17/09/2025