Leggende popolari italiane: le 4 da conoscere

leggende italiane popolari: le 4 da conoscere

Come forse non tutti sanno, la tradizione italiana non è solo grandiosi monumenti, paesaggi mozzafiato e cibo invidiabile. Come ogni cultura che si rispetti, anche l’Italia presenta una vasta e variopinta gamma di tradizioni e leggende popolari italiane provenienti da ogni regione. Racconti di fantasmi, folletti e fate narrati tra amici, in famiglia e ai bambini ingestibili per spaventarli un po’!  

Ecco 4 leggende popolari italiane da non perdere



1. Fata Morgana

Il mito della Fata Morgana è legato alla mitologia celtica e ai racconti di Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Morgana era infatti l’antagonista principale di Mago Merlino nel circolo delle leggende arturiane. Quella che rientra tra le leggende popolari italiane invece è legata alla Calabria, in particolare allo Stretto di Messina. Si narra infatti che durante le invasioni dei barbari, uno di loro sia arrivato a Reggio Calabria e abbia visto la Sicilia all’orizzonte, chiedendosi al tempo stesso come avrebbe potuto fare a raggiungere la bellissima isola essendo ostacolato dallo Stretto. Fu a quel punto che vide la fata, che in questa versione si presenta come una sirena, che decise di aiutarlo a raggiungere la Sicilia.  Fece così apparire l’isola molto più vicina alla sponda dove si trovava l’uomo, che decise di tuffarsi per raggiungerla ma senza successo, poiché morì annegato a causa dell’inganno di Morgana.

La spiegazione che sta dietro la leggenda è di natura scientifica: quando la temperatura dell’aria che sta in prossimità del suolo è più bassa della temperatura dell’aria sovrastante, si crea una variazione di densità che ci permette, in quell’esatto momento, di vedere figure sbiadite e sagome oscillanti che creano una vera e propria allucinazione o miraggio.

 

 2. Il Monacello  

Con la leggenda del Monacello, in napoletano munaciell, ci spostiamo in Campania, nello specifico a Napoli, dove questo spiritello è molto conosciuto e al giorno d’oggi ancora nominato nella quotidianità partenopea. La storia del Monacello risale al 1445 e nasce con la storia d’amore tra la figlia di un ricco mercante napoletano e un ragazzo povero di città. Si narra che la ragazza rimase incinta del ragazzo, che però fu ucciso a causa della relazione non permessa, e fu costretta a partorire nel convento dove era stata rinchiusa dal padre. Il bambino però nacque deforme e la madre per nasconderlo decise di vestirlo con un saio da monaco tipico dei domenicani, da qui il nome datogli. Crescendo, il bambino si muoveva tra le vie del centro di Napoli spaventando col suo aspetto tutti i cittadini, che iniziarono a deriderlo e a nascondersi al suo arrivo, fino a quando un giorno scomparve. Si dice che furono trovate tempo dopo in un pozzo delle ossa, perciò si pensò che fossero del monacello, credendo fossero stati i membri della famiglia della madre ad ucciderlo.

Ci si chiede tutt’ora se la storia sia inventata o se tutto ciò sia realmente successo, e se lo spiritello sia di natura dispettosa o porti in realtà fortuna. In ogni caso, il mito del monacello aleggia ancora nelle case dei napoletani, che non mancano di nominarlo sia nel momento in cui in casa si rompe qualcosa o si perdono oggetti misteriosamente, ma anche quando capita di trovare una piccola fortuna o del denaro apparso dal nulla. Questo forte radicamento nella comunità napoletana rende questa storia una delle più importanti tra le leggende popolari italiane, portando alla nascita di varianti della figura del Monacello diffuse in tutto il meridione italiano e conosciute con nomi diversi. 

 

 3. Partenope 

Rimanendo a Napoli e non allontanandoci dalla figura delle sirene, parliamo qui di Partenope. Anche questo come la maggior parte delle leggende popolari italiane ha delle varianti, diverse interpretazioni dello stesso mito. Noi prenderemo in considerazione sia la storia di Partenope e Vesuvio, che affonda le radici nella mitologia greca e che presenta quindi tratti epici e romantici, sia la versione più realistica della stessa. Nel mito greco la sirena Partenope si innamora di un centauro di nome Vesuvio, ma la loro storia d’amore viene ostacolata dal padre degli dèi, Zeus, anch’egli innamorato della sirena. La sua gelosia tramutò la storia d’amore in una tragedia, decidendo di uccidere il centauro trasformandolo in vulcano. Partenope, in preda al dolore, decide di togliersi la vita. Il suo corpo viene adagiato dal mare sulla parte di terra che prenderà così il suo nome.

La versione che probabilmente è riconducibile di più alla realtà si basa invece sulla leggenda secondo cui un gruppo di ragazzi fu mandato via dalla Grecia, che in quel periodo attraversava una grave carestia, per cercare un posto in cui le condizioni fossero migliori. In procinto di approdare sulla terraferma, la più giovane delle ragazze, Partenope, morì sull’imbarcazione a causa delle difficoltà incontrate durante il viaggio. Fu proprio in onore della ragazza che lantica Napoli venne chiamata Partenope.  

 

 4. L’uomo nero 

La leggenda dell’uomo nero  o Babau, al contrario di quelle di cui abbiamo già parlato, è conosciuta a livello nazionale. Tutte le mamme di Italia, infatti, almeno una volta avranno cantato la famosa ninna nanna che recita: «Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do, se lo do all’uomo nero se lo tiene un anno intero». Ebbene, l’uomo nero di cui si parla è una figura che prende forme diverse a seconda del posto in cui ci si trova: a volte è un semplice signore tutto nero che si nasconde nell’oscurità, altre volte è una figura dalle sembianze di un fantasma nero che dalla vita in giù ha la forma di una spirale.  È importante dire che in realtà la leggenda nasce in America a seguito di diverse sparizioni di adolescenti che avevano scosso il Paese. Dietro gli avvenimenti c’era il Boogeyman, il corrispettivo americano per uomo nero.

Nonostante la storia nasca oltreoceano, in Italia è molto radicata, tanto da poterla inserire tra le tante leggende popolari italiane. Sfruttando la paura del buio di ogni bambino, le mamme raccontano la storia di questo signore tutto nero che si nasconde nell’armadio o sotto il letto, e che potrebbe rapirli se non dormono o non si comportano bene.  Essendo che l’uomo nero ha paura della luce, è per questo che nelle camere dei bambini vi è spesso l’abitudine di lasciare una lampada accesa sul comodino.  

Fonte immagine: Pixabay

 

 

 

 

 

 

 

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