Leggende portoghesi: le 4 più conosciute

Leggende portoghesi: le 4 più conosciute

La cultura portoghese è ricca di miti, leggende e racconti che riflettono la storia, le esplorazioni e le credenze del paese. Queste storie tramandate di generazione in generazione hanno contribuito a plasmare l’immaginario collettivo del Portogallo. Le leggende portoghesi hanno, quindi, catturato l’immaginazione del popolo per secoli. 

Di seguito 4 leggende portoghesi!

 La Leggenda di Inês de Castro

Una delle leggende portoghesi più celebri e appassionanti è la tragica storia di Inês de Castro, una dama di corte di origine spagnola e amante dell’ottavo re del Portogallo, Dom Pedro I. Una storia d’amore proibita e struggente, intrecciata con intrighi politici e tragedia che ha dato vita a luoghi intrisi di mito, visitati ancora durante i pellegrinaggi in Portogallo, tra cui la misteriosa Fontana dell’Amore Eterno.

La leggenda inizia nel XIV secolo, quando il giovane principe Dom Pedro incontra Inês de Castro, dama di compagnia della principessa Costanza, sua sposa. Tra i due nasce un amore intenso, ma tormentato dalle sfide della politica e della società: Inês era di origine galiziana e la sua posizione sociale non era ritenuta degna di un matrimonio con il principe ereditario. In primis il re Alfonso IV,  padre di Dom Pedro, considerava l’amore tra suo figlio e Inês come una minaccia per la stabilità politica. Temendo, infatti, che l’influenza di Inês potesse indebolire la dinastia, il re prese una decisione drastica: ordinò l’uccisione della donna che venne assassinata nei giardini del palazzo di Quinta das Lágrimas, a Coimbra. Tuttavia, capito il triste destino che la attendeva, pare che Inês avesse implorato il re di risparmiarla e fosse persino riuscita a convincerlo, se non fosse che l’ordine era già stato dato e i 3 nobili che accompagnavano Alfonso uccisero la donna ugualmente. Si dice che le lacrime che versò per supplicare il re finirono nel fiume Mondego, dando così vita alla Fonte das Lágrimas.

Dom Pedro, devastato e infuriato, appresa la notizia giurò vendetta. Dopo la morte di suo padre, diventato re, Dom Pedro I ordinò di riesumare la sua amata Inês e di incoronarla regina postuma, simbolo del suo amore eterno per lei. Si racconta che i membri della corte dovettero baciare la mano in decomposizione di Inês in segno di omaggio

 La Leggenda del Gallo di Barcelos

Tra le strade lastricate e i vicoli accoglienti di Barcelos, una città pittoresca nel cuore del Portogallo, si cela una delle leggende portoghesi più avvincenti che narra di un pellegrino galiziano, della giustizia divina e dell’incredibile intervento di un gallo arrosto.

La storia ha inizio con un pellegrino proveniente dalla Galizia, in viaggio verso Santiago di Compostela. Durante il cammino, giunse nella città di Barcelos, dove la sua visita si trasformò in un incubo quando fu accusato ingiustamente di aver rubato dell’argento a un proprietario terriero locale. Questa accusa gli costò la libertà e lo condusse verso una condanna a morte imminente nonostante la sua dichiarazione di innocenza. L’unica speranza per dimostrare di non essere colpevole era appellarsi direttamente al giudice. Senza esitazione, si precipitò dall’autorità con l’intenzione di chiedere clemenza e dimostrare la verità delle sue parole. Il giudice stava gustando un gallo arrosto e il pellegrino, con una certezza sorprendente, dichiarò che il gallo si sarebbe alzato dal piatto per attestare la sua innocenza. Ovviamente, la dichiarazione del pellegrino fu accolta con scetticismo, ma la meraviglia si materializzò davanti agli occhi di tutti quando, mentre l’uomo si preparava per l’impiccagione, il gallo arrosto si alzò improvvisamente e iniziò a cantare, dimostrando così il miracolo della sua innocenza. Questo è uno dei motivi del perché, ad oggi, il gallo sia uno dei simboli nazionali portoghesi, dimostrato dalla sua presenza in qualsiasi negozio di souvenir.

La Leggenda del Re Sebastiano

Tra le pagine scolpite nella storia del Portogallo, brilla una delle leggende portoghesi più affascinanti e misteriose: quella del giovane re Sebastiano e la sua tragica scomparsa nella battaglia di Alcácer-Quibir. Questo racconto epico non solo ha scolpito il destino della nazione, ma ha anche creato un mito di speranza che continua a risuonare attraverso i secoli, un movimento definito Sebastianismo.

Nel XVI secolo, il Portogallo era una nazione che guardava con speranza al giovane re Sebastiano, succeduto al trono all’età di soli tre anni nel 1557. Il suo regno fu segnato da una fervida ambizione di ristabilire la grandezza portoghese e di espandere l’influenza nel mondo. Sebastiano divenne noto come il “Re desiderato” e venne spesso rappresentato come un sovrano nobile e idealista, che avrebbe guidato la nazione verso un futuro glorioso. Tuttavia, questa visione ha presto ceduto il passo a un evento tragico che ha poi plasmato il destino del Portogallo. Nel 1578, il giovane re Sebastiano decise di condurre una spedizione militare in Marocco, alla ricerca di gloria e di unificazione religiosa. La sua ambizione però lo portò a guidare il suo esercito nella battaglia di Alcácer-Quibir contro le forze musulmane del sultano marocchino. Il giovane re Sebastiano, ancora inesperto nelle arti della guerra, rimase ucciso in azione o scomparve in circostanze misteriose, poiché del corpo non si ebbe mai traccia. La notizia della sua morte gettò il Paese in un profondo lutto e sconcerto: il trono passò a suo zio, il cardinale Enrico, segnando la fine della dinastia degli Aviz. Ma è ora che ha inizio quella che, tra le leggende portoghesi, è cresciuta in forza e popolarità: la credenza che il giovane re non fosse morto, ma sarebbe tornato un giorno per guidare il Portogallo a una nuova era di gloria, fu alimentata dal desiderio collettivo di riscatto e speranza, soprattutto tra le classi più umili della società.

La Leggenda di Santa Iria

L’ultima delle leggende portoghesi analizzate racconta la storia di Santa Iria, una giovane donna che fu martirizzata nella città di Tomar. Iria, una religiosa del convento benedettino di Nabância, fu vittima delle emozioni scorrette di un monaco di nome Remigio, la sua guida spirituale, che la costrinse a bere una tisana che le fece gonfiare il ventre, facendola sembrare incinta. Questo artificio gettò ombre di sospetto sulla giovane, che fu cacciata. Anche un giovane pagano si interessò profondamente a lei, desiderando un amore che la donna, fedele alla sua vocazione religiosa, non poteva offrire. In preda alla rabbia e alla delusione, il giovane ordinò l’uccisione di Iria mentre pregava sulla riva del fiume Nabão, un affluente del Tago e il suo corpo venne trascinato via dalle acque.

La leggenda avrebbe potuto finire con la sua tragica morte, ma la storia ebbe un ulteriore sviluppo. Nel 1324, la Regina Santa Isabella, in visita a Santarém, ebbe visioni che indicarono il luogo esatto in cui era stato trascinato il corpo di Santa Iria dal fiume, vicino alla città e il re D. Dinis, suo marito, decise di onorare la santa indicando il luogo della sua sepoltura con un monumento. Nel 1644, il Senato del Municipio collocò una scultura di pietra sopra la sepoltura come omaggio alla sua memoria.

Questi miti e leggende portoghesi offrono un’incursione affascinante nella cultura, nella storia e nelle credenze del Portogallo. Attraverso queste storie tramandate di generazione in generazione, il popolo portoghese ha continuato a condividere valori, morale e saggezza, un modo per preservare l’identità culturale del paese e trasmettere insegnamenti alle generazioni future.

Fonte immagine: Pixabay 

A proposito di Bonadio Giada

Studentessa di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe presso l’Università degli Studi di Napoli “L'Orientale”. Attualmente in Erasmus in Spagna.

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