Libri illustrati: come avvicinare i più piccoli a culture lontane

Libri illustrati

Nella stesura dei libri illustrati, come nei prodotti artistici di ogni genere, attingere al proprio patrimonio culturale può essere una grande risorsa. 
Nel caso degli albi dedicati ai più piccoli, aiutano il bambino ad approfondire meglio le sue radici, i racconti della sua terra, e dargli la possibilità di creare un’identità nazionale; è altrettanto di importante, però, iniziarlo alla sconfinata varietà culturale che abita il questo pianeta, dato il vasto numero di linguaggi non solo scritti e orali ma anche visivi che abbiamo a disposizione.

L’ideale per costruire le basi di un individuo che avrà il potenziale di diventare un adulto dalla mentalità malleabile e adattiva, è proprio stare alla larga dall’omogeneizzazione e dall’appiattimento culturale alla quale si va incontro proponendo racconti che ritraggono solo l’ambiente culturale appartenente al proprio retaggio e dagli altri giganti che sono ormai padroni indiscussi dell’immaginario collettivo da ormai più di un secolo, come quelli anglo-americani.
L’esempio più lampante è, senza ombra di dubbio, l’evergreen Walt Disney Company e l’insieme di storie che ormai vengono immediatamente collegate al nome del colosso, perfino quelle di origini straniere che sono state però in qualche modo “occidentalizzate” per renderle più fruibili al pubblico target.

Il miglior modo che i libri illustrati hanno di fornire un quadro culturale inalterato al bambino è, quindi, quello di andare direttamente alla fonte, scegliendo libri scritti da autori che provengono e vivono un contesto culturale diverso dal suo, o autori suoi connazionali che però si sono immersi in una società “straniera”, vivendola a fondo, studiandone usi, costumi, tradizione e, più importante di tutto il resto, la storia.
Un caso esemplare, lontano dall’editoria per l’infanzia e diretto a un pubblico adulto, è quello dell’ormai vero e proprio orgoglio capitolino Michele Rech, in arte Zerocalcare, che con il suo bestseller internazionale “Kobane Calling” (e il suo sequel spirituale più recente No Sleep Till Shengal), all’interno del quale ha raccontato la sua esperienza durante due viaggi in terra curda come volontario, ha gettato luce, anche per il pubblico più giovane, su una questione di importanza vitale: il concetto di libertà, umanità e la lotta per assicurarsi entrambe, in una realtà non molto lontana dalla nostra, sul piano geografico, ma quasi aliena su quello sociale.

È quindi ancor più importante con paesi e società caratterizzati da usanze profondamente diverse da quelle occidentali che, quali più, quali meno, hanno mantenuto la propria identità nazionale senza essere parzialmente o totalmente inglobati dai sopracitati colossi occidentali.
Alcuni esempi cardine sono il mondo mediorientale, quello estremo orientale e quello centro-latino americano, che affondano le proprie radici in un terreno ricco di folklore indigeno e magia primordiale, mantenendo un contatto quasi mistico con la natura.
Samad Behrangi, nato in Iran, fu un noto scrittore di libri indirizzati al pubblico infantile.
Oltre a esser stato uno scrittore, insegnante, critico sociale e folklorista, si è impegnato a tener vivo il fuoco della sua discendenza azera.
Il lavoro per cui è maggiormente conosciuto è “The Little Black Fish” (Il pesciolino nero), bandito dall’Iran pre-revoluzionario essendo stato considerato un’allegoria politica (anche per questo molto celebre nel mondo dei libri illustrati).

Il Giappone e la sua cultura pop sono stati sdoganati in Italia anni or sono, e in seguito al lockdown dovuto all’epidemia da COVID-19, le vendite di fumetti (tra cui i manga, uno dei prodotti icona del soft power made in Japan) sono aumentate circa del 240% secondo i dati forniti dall’ISTAT.
Tutto ciò fa sperare a un avvicinamento graduale e più approfondito da parte dei giovani (e non solo) italiani alla cultura nipponica, che sono già sulla buona strada verso una migliore conoscenza del folklore di un altro paese tramite un medium così ricco, variegato e caratteristico.
Territori come la Cina, la Corea e parte del Sud-Est asiatico (Thailandia, Vietnam etc.), negli ultimi anni, stanno finendo sempre più spesso nel mirino dell’interesse pubblico globale, ed è quindi auspicabile un avvicinamento a una fetta più ampia del mondo asiatico da parte della popolazione occidentale che non si rileghi solo ai confini del Giappone.

La finalità di tutto ciò non sta nell’affermare che Disney e, volendo citare un simbolo dell’immaginario italiano, Geronimo Stilton di Elisabetta Dami (leader di vendite con oltre 150 milioni di copie in tutto il mondo) sono da bandire o limitare, ma semplicemente nell’elencare i benefici che uno sguardo su diverse culture sin dalla tenera età può apportare alla crescita del bambino.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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A proposito di Christian Landolfi

Studente al III anno di Lingue e Culture Comparate (inglese e giapponese) presso "L'Orientale" di Napoli e al I anno di magistrale in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno. Mi nutro di cultura orientale in tutte le sue forme sin da quando ero piccino e, grazie alla mia passione per i viaggi, ho visitato numerose volte Thailandia e Giappone, oltre a una bella fetta di Europa e la totalità del Regno Unito. "Mangia, vivi, viaggia!"

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