Menelao, storia dell’eroe greco

menelao, storia dell'eroe greco

Pochi conoscono appieno la storia di Menelao, un valoroso e onesto eroe greco oggi ricordato come “lo sfortunato marito di Elena”, per la quale ha scatenato la famosa guerra di Troia. È forse un eroe perso che nasconde, in realtà, tanto eroismo e bontà d’animo: l’Odissea parla di un Menelao leale e ospitale, nell’Europide è un marito devoto, mentre l’Andromaca lo ritrae come un essere vendicativo. La sua storia è stata tramandata in varie epoche e culture, è in realtà la figura centrale della mitologia greca: eppure, perché è così sottovalutato? Analizziamo la sua figura addentrandoci nell’epica più affascinante, quella greca.

Chi è Menelao?

Menelao “il biondo”, l’epiteto che lo accompagna nei testi di Omero, è figlio di Atreo e di Erope, ma soprattutto fratello minore di Agamennone. È un uomo di grande bellezza e di alta moralità, per il suo onore, coraggio e devozione: non per niente, Menelao è il classico esempio di kalokagathia, l’uomo di perfetta fisicità e decenza. Nonostante sia un re di grandi abilità in guerra e uomo dall’animo buono, Menelao è ancora oggi ricordato come il marito tradito e umiliato. A dirla tutta, è uno dei più forti eroi greci della guerra di Troia! Secondo l’Iliade, Menelao nasce da Atreo e da Erope, ovvero la figlia di Catreo, re cretese. Quando Erope venne sorpresa a letto con uno schiavo, il padre Catreo ordinò di gettarla nel fiume, ma grazie al consiglio di Nauplio, decise di vendergliela come schiava. Quando giunse ad Argo con sua sorella, Climene, venne data in moglie allo stesso re di Argo, Atreo, da cui ebbe Agamennone, Menelao e Anassibia. Quando i fratelli vengono scacciati dallo zio Tieste si rifugiarono presso Tindaro, il re di Sparta, ai quali diede in moglie le proprie figlie: Clitennestra ed Elena.

Menelao nell’Iliade: marito devoto e guerriero di grande coraggio

La relazione di Menelao con la donna più bella del mondo, Elena, è costellata di tentazioni, tradimenti e vendette, una delle storie più significative della mitologia greca. La bellezza di Elena attirava pretendenti da tutta la Grecia; tuttavia, suo padre Tindaro era riluttante a scegliere il marito, temendo che i respinti cercassero vendetta. Temendo costantemente il conflitto, il padre della donna chiese consiglio a Ulisse, il quale escogitò un piano per far sì che i pretendenti giurassero di difendere il futuro marito di Elena contro chiunque avesse cercato di portargliela via. Così, tutti i pretendenti accettarono il giuramento e alla fine Tindaro scelse Menelao. La coppia visse a Sparta per molti anni, fino a quando Paride rapì Elena e tornò con lei a Troia: sfruttando il giuramento di Tindaro, Menelao avviò la guerra di Troia, la quale si rivelò lunga e faticosa.

La guerra di Troia scoppia a causa del rapimento di Elena portato in atto dal figlio di Priamo, Paride, grazie al volere della dea Afrodite. Così, Menelao prepara il conflitto sotto la guida del potente fratello Agamennone: è qui che vediamo il valore guerriero di Menelao, il quale abbatte numerosi nemici e accettò di duellare con Paride, vincendo. Menelao avrebbe portato a termine la sua intenzione, ovvero l’uccisione di Paride, se solo Afrodite non gli avesse rapito l’avversario sotto gli occhi, avvolgendolo in una nube. Alla fine della guerra, Troia viene presa e Menelao, grazie ad Ulisse, s’affretta ad uccidere Deifobo, il quale aveva sposato Elena dopo la morte di Paride.

Il valore di Menelao confrontato a quello di Paride

Paride è spesso ritratto come egoista, debole e irresponsabile. La decisione di rapire Elena è dettata da un desiderio di piacere personale piuttosto che da quello del dovere; perciò, Menelao e Paride si contrappongono. Il viaggio di Menelao, infatti, non ha l’unico scopo di recuperare sua moglie, ma soprattutto quello di reclamare il proprio onore innanzi a un grande insulto. Nel corso dell’Iliade, i due uomini sono spesso messi l’uno contro l’altro come rappresentazione delle due fazioni in guerra. Nella descrizione del loro duello, Menelao emerge come il guerriero più forte e abile, il quale si vede la vittoria mancata a causa dell’intervenzione di Afrodite.

Menelao, rappresentazione dell’antica moralità greca

Menelao è, in primis, il fratello minore del guerriero Agamennone. Fin da piccoli, i due furono cresciuti secondo l’arte della guerra nel palazzo reale di Micene. La loro relazione fraterna è sia di supporto, quando Agamennone per primo promise di guidare gli eserciti achei verso Troia, ma anche di scontro, causato dalle diverse personalità e dal loro senso del comando. Menelao è noto per la sua generosità, forza d’animo e razionalità, caratteristiche che ispiravano rispetto e ammirazione agli occhi degli spartani. Un esempio eclatante è quando recupera il corpo di Patroclo nonostante l’opposizione da parte dei troiani: Menelao accetta la missione seguendo il dovere e il raziocinio che gli chiede di dare degna sepoltura a Patroclo. Durante la guerra, Menelao si mostra abile combattente, ha una mente da stratega, la sua intelligenza è tattica e analizza le debolezze del nemico per sfruttarle e avere la meglio. D’altra parte, il fratello Agamennone, pur essendo un formidabile condottiero, è anche una testa calda ed egoista; un esempio è quando ruba Briseide ad Achille, causando una grande spaccatura tra le forze greche e il ritiro dello stesso Achille dai combattimenti.

Nell’Odissea, Menelao incarna l‘antica morale greca: lealtà, saggezza e dulcis in fundo, l’ospitalità. Quando deve rispettare il ruolo di sovrano, Menelao si mostra come saggio e accorto; quando viene descritto nella sua intimità con Elena, si mostra invece come marito innamorato e devoto. La stima sentita nei suoi confronti viene dimostrata dai numerosi doni i suoi sudditi gli fanno quotidianamente; inoltre, ha il senso dell’ospitalità, un ideale fondamentale nella cultura greca antica. Infatti, Menelao offre a Telemaco e ad Atena cibo, bevande e riparo quando visitano il suo palazzo, esemplificando il concetto di rispetto verso gli ospiti.

La figura di Menelao all’infuori delle opere omeriche

La tragedia di Euripide, Elena (412 a.C.), è un’opera che offre una prospettiva unica su Menelao. Quest’opera presenta una versione diversa degli eventi della guerra di Troia, in cui Elena viene portata in Egitto dal dio Hermes per proteggerla. Quando Menelao lo viene a sapere, si mette in viaggio per riportarla in Grecia: si rivela un’impresa non facile, perché deve destreggiarsi tra le insidiose politiche della corte egiziana e superare il consigliere del re, Teoclimo, che cerca di tenersi Elena tutta per sé. Euripide è straordinario nella descrizione di Menelao poiché lo approfondisce, esplora i suoi pensieri e sentimenti al di là del suo orgoglio e senso dell’onore. Infatti, scopriamo che Menelao è spinto da un amore profondo e duraturo per la moglie, messo costantemente a dura prova dai numerosi ostacoli che incontra. Menelao emerge quindi come astuto, incrollabile, determinato e profondo grazie alle sue mille sfumature.

Anche il personaggio di Elena viene approfondito, rompendo i pregiudizi che girano attorno alla sua figura, i quali la vogliono come ingannevole e immorale. Euripide infatti parla di una donna vittima delle macchinazioni degli dèi, la quale viene ingiustamente incolpata di aver causato una guerra catastrofica. Ed è proprio la reinterpretazione di Elena ad aiutarci ad approfondire il carattere di Menelao, il quale rivela la sua dicotomia interiore tra l’amore per la moglie e l’onore della guerra.

Al contrario, il libretto d’opera Andromaca (1724) del poeta Apostolo Zeno raffigura un Menelao vendicativo e crudele, col solo scopo di aumentare il potere della propria famiglia. Accecato dal suo desiderio di vendetta, trama contro Andromaca e suo figlio Astianatte, un bambino innocente che non rappresenta, in realtà, una vera minaccia per lui.

Conclusione

Menelao, nel tempo, è stato dipinto come un eroe dimenticabile, è stato un personaggio “deriso” per il rapimento della propria moglie; in realtà, analizzando la sua figura, ci rendiamo conto di come rispecchiasse appieno l’ideale greco di bellezza e moralità, mettendosi, per il suo ingegno, sulla stessa importanza di eroi greci oggi più famosi.

(Fonte immagine in evidenza: Wikipedia)

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