Tallone d’Achille: un mito che ancora oggi è sulla bocca di tutti

Tallone d’Achille: un mito che ancora oggi è sulla bocca di tutti

L’espressione tallone d’Achille oggi indica il punto debole di una persona, ma le sue origini hanno radici più profonde.

L’iconico modo di dire deriva dal mito di Achille, uno dei personaggi più famosi della mitologia greca, e dell’Iliade.

Achille, nacque dall’unione tra il mortale Peleo, re della Tessaglia, e la ninfa Teti. La ninfa, che desiderava rendere suo figlio totalmente immortale, decise di immergere tre volte il bambino nel fiume infernale chiamato Stige. Esso aveva una particolarità precisa: rendeva invulnerabile qualsiasi essere vivente. Il bagno ebbe effetti sorprendenti, ma Achille, che non era stato immerso completamente, fu vittima di una distrazione. Sua madre Teti, infatti, sorreggendolo dal tallone, lasciò fuori dal fiume quella parte del corpo, di fatto l’unico punto debole di suo figlio.

Tallone d’Achille e la morte dell’eroe

Riguardo l’epilogo della storia, la questione è controversa. Secondo una versione, Achille avrebbe affrontato e ucciso Ettore in duello. Paride, che intendeva vendicarsi, sfruttando il fatto che Achille fosse innamorato di Polissena, la figlia di Priamo, gli tese un tranello. Nella falsa lettera d’amore, c’era infatti indicato un luogo per un appuntamento, ma ad attenderlo non fu la bella Polissena ma Paride, che con il suo arco lo colpì al tallone e lo ferì mortalmente.

Un’altra versione, racconta che un oracolo profetizzò a Teti che Achille sarebbe rimasto ucciso durante una guerra che si sarebbe combattuta contro Troia. La madre decise di nascondere suo figlio presso la corte di Licomede, re si Sicro, ma quando i Greci proseguirono la loro guerra contro Troia, sotto consiglio dell’indovino Calcante, trovarono e uccisero Achille. Si dice che Teti supplicò più volte il Destino, affinché esso mutasse, ma esso propose due finali per la vita di Achille: o una vita lunga senza meriti o una morte gloriosa. Fu lo stesso Achille a decidere la seconda tragica fine.

Il corpo e l’armatura di Achille si narra furono oggetto di grande contesa. Il primo fu protetto da Aiace Telamonio e portato via da Odisseo sul suo carro. Invece le armi di Achille furono contese tra Telamonio e Odisseo. Quest’ultimo ebbe la meglio, considerato più astuto e scaltro, quindi degno di quel regalo.

Le vicende di Achille non sono tuttavia narrate solo nell’Iliade di Omero. Infatti esistono numerosi altri miti sulla storia dell’eroe, come l’uccisione della regina delle Amazzoni Pentesilea, o lo scontro con Memnone re di Persia e dell’Etopia. 

Il tallone d’Achille nell’arte

Diverse sono le raffigurazioni dell’eroe e del tallone d’Achille: durante il periodo arcaico, Achille è rappresentato come un guerriero armato e con la barba, in età classica si presenta come un giovane dallo sguardo limpido, e in epoca ellenistica ha i capelli sciolti e il carattere impetuoso. La sua figura inoltre è presente in diverse opere d’arte, come le opere nel palazzo di Achilleion nell’isola di Corfù a Gastouri (Grecia). È citato inoltre nella Divina Commedia da Dante Alighieri e la sua storia è narrata anche nel film italo-francese La Guerra di Troia degli anni ’60.

Per quanto l’espressione “tallone d’Achille” venga usata anche in ambito giornalistico o medico (tendinite di Achille), la sua collocazione più semplice è quella in cui tale frase indica il punto debole o l’aspetto più fragile di una persona, una società, di uno Stato o di un’organizzazione.

Ad oggi la storia dell’eroe più importante della Guerra di Troia e protagonista dell’Iliade, famoso poema di Omero, sembra affascinare anche a distanza di tempo, dando un senso profondo al rinomato modo di dire, ricordando a tutti che anche la persona più invulnerabile del mondo nasconde un punto debole.

Foto per l’articolo su “il tallone d’Achille” by Pixabay

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