Mito di Clizia, storia della ninfa e del sole

Mito di Clizia, storia della ninfa e del sole

Gli antichi greci tentavano di giustificare molti fenomeni naturali inspiegabili, dando vita a straordinari miti. Un magnifico esempio di quanto detto è dato dal mito di Clizia, una storia legata al girasole, un fiore meraviglioso.

La storia del mito di Clizia

Il mito di Clizia è contenuto nel famoso IV libro delle Metamorfosi di Ovidio, poeta romano noto per aver collezionato tanti altri miti legati a questo popolo e civiltà. La leggenda racconta di Clizia, una giovane ninfa perdutamente innamorata di Apollo, il Dio Sole che, inizialmente era lusingato da questa sua perseveranza e per questo la sedusse, ma successivamente rifiutò lei e il suo amore per una mortale di nome Leucotoe, figlia del re orientale Orcamo. Apollo era disposto a tutto pur di conquistare la bella Leucotoe e per questo, acquisì le sembianze di sua madre, entrò nella stanza dove la ragazza stava tessendo con le altre ancelle, riuscì a rimanere solo con la fanciulla e infine, la sedusse. Nel frattempo, Clizia, presa da una folle gelosia, decise di rivelare al re l’unione di sua figlia con il dio del Sole. Il re orientale Orcamo, infuriato per l’accaduto, decise di far seppellire viva sua figlia Leucotoe: nonostante i diversi tentativi di Apollo nel farla resuscitare, il Destino si oppose e dal sepolcro dell’amata, nacque una pianta d’incenso. Apollo aveva ormai perduto quello che riteneva il suo amore e per questo non volle più vedere Clizia: la ninfa iniziò a deperire poiché rifiutava di nutrirsi e beveva solamente la brina e le sue lacrime.

Il mito di Clizia mostra la sua straordinaria determinazione e infatti, la ninfa, non si rassegnò mai: rimaneva lì, giorno e notte, in un campo a guardare il suo amato che attraversava il cielo dall’alba al tramonto e con la testa sempre verso il cielo, ne seguiva il percorso senza mai distogliere lo sguardo, ma ben presto il corpo della ninfa iniziò ad irrigidirsi e si trasformò in uno stelo sottile ma resistente: i suoi piedi si conficcarono nella terra e i suoi capelli diventarono gialli. Tutto questo continuò fino a quando il dio Apollo, impietosito, decise di trasformarla in un fiore capace di cambiare inclinazione durante il giorno a seconda dello spostamento del sole nel cielo: questo meraviglioso fiore era proprio il girasole.

Il mito di Clizia racconta di un profondo amore non ricambiato, un sentimento ancora oggi incompreso: il nome Clizia deriva dal greco e significa “colei che si inclina”, ovvero, secondo la polisemia del verbo,colei che si inclina, si muta e ha la dedizione verso qualcosa. Meraviglioso è il passo che proviene dal IV Canto delle Metamorfosi di Ovidio: «Malgrado una radice la trattenga, sempre si volge lei verso il suo Sole e pur così mutata gli serba amore».

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.

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