Musica e letteratura, spazio a Fabrizio De André

Musica e letteratura, spazio a Fabrizio De André

Fabrizio De André: il cantore-poeta

Quello tra musica e letteratura è una fusione antica quanto il mondo. Se intendiamo come prima forma letteraria quella del canto che si accompagnava all’esecuzione musicale, ecco che per reperire le prime attestazioni di questo connubio dobbiamo risalire agli albori della storia umana. Già nella Genesi, infatti, (4, 21 – IV secolo a. C.) si fa riferimento a un discendente di Caino, Jubal, definito il “padre” di tutti coloro che suonavano la lira; e più tardi, nell’Esodo, (15, 1 – 21), Mosè e gli ebrei, in occasione della sconfitta del Faraone, cantano un inno al Signore, accompagnati dal tamburello suonato da Miriam assieme alle altre donne. E quando il popolo israelita andò in esilio a Babilonia, portò con sé una raccolta di 150 salmi, orazioni religiose attribuite a re David, da recitare con l’accompagnamento di strumenti a corda. Ma già al X sec. a. C. risaliva il celeberrimo “Cantico dei Cantici”, una schermaglia amorosa tra un uomo e una donna alla quale fu attribuito un significato allegorico, come un dialogo d’amore tra l’uomo e Dio.
Analizzando il contesto sette-ottocentesco e gli sviluppi più rilevanti della fusione tra musica e poesia, Calvin Brown (capostipite della ricerca musico-letteraria) spiega in maniera chiara il suo punto di vista sul rapporto che regola le due arti.
Musica e letteratura (…) sono simili in quanto ambedue sono arti che giungono a noi attraverso l’udito, che si estendono nel tempo e che richiedono un’ottima memoria per la loro comprensione. (…)
La musica è l’arte del suono in e per se stesso, del suono “in quanto” suono. Le note musicali hanno tra loro relazioni complesse, ma non hanno relazioni con niente che si trovi al di fuori della composizione musicale (…). La letteratura, d’altro canto, è un’arte che utilizza suoni ai quali sono stati arbitrariamente apposti significati estrinseci. (…)
Il poeta, con strumenti della sua tecnica come il metro, la rima, l’assonanza e l’allitterazione, riesce nella pratica a creare un’intima analogia col lavoro del compositore: ma il fatto che i gruppi di suoni su cui egli opera non si limitino a creare solo semplici sensazioni uditive, ma possiedono ben precisi significati esterni, rende sotto molti aspetti i suoi problemi completamente differenti”.

Fabrizio De André, la musica e l’impronta letteraria

Nel panorama italiano, il cantautore che più di chiunque altro può essere avvicinato alla professione di poeta è Fabrizio De André.
La capacità “pittorica” di rappresentare una scena, una situazione con poche parole estremamente precise fanno di De André un artista a tutto tondo.
Sono tanti i testi della sua produzione che possono essere analizzati sia dal punto di vista musicale che da quello poetico.
In molte occasioni lo chansonnier ligure si ispira alla letteratura: nel 1971 pubblica l’album Non al denaro non all’amore né al cielo, interamente ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
Possiamo definire quest’album il “Dark Side” della canzone italiana: è il terzo concept di De André, imparentato con il nuovo rock italiano, e si tratta di una collana di perle che hanno per laccio il concetto della morte, della pietà.
Fino a questo momento il concept italiano ha evidenziato temi specifici che ruotano intorno all’uomo, un panorama diverso da quello inglese, dove la critica alla società dei consumi, l’esoterismo, le riflessioni sociologiche e gli agganci letterario – filosofici provengono da ben altri universi culturali. Il disco di De André descrive proprio una nuova e varia umanità e lo fa riesumando i personaggi del caposaldo della letteratura americana dello statunitense Lee Masters.

L’album Non al denaro, non all’amore, nè al cielo è un luogo in cui la poesia e la musica diventano un tutt’uno e creano qualcosa che va oltre ogni melodia.

 

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A proposito di Chiara D'Auria

Nata e cresciuta in Basilicata, si laurea in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Scrive per abbattere barriere e scoperchiare un universo sottopelle abitato da anime e microcosmi contrastanti: dal borgo lucano scavato nella roccia di una montagna avvolta nel silenzio alle viuzze partenopee strette e caotiche, dove s'intravede il mare. Scrive per respirare a pieni polmoni.

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