Nizariti, alla scoperta della leggendaria Setta degli Assassini

Nizariti

Nizariti, alla scoperta della leggendaria Setta degli Assassini, che ha ispirato la serie di videogiochi Assassin’s Creed e il romanzo Alamut

“Lo Veglio è chiamato in loro lingua Aloodin. Egli avea fatto fare tra due montagne in una valle lo piú bello giardino e ’l piú grande del mondo. Quivi avea tutti frutti (e) li piú begli palagi del mondo, tutti dipinti ad oro, a besti’ e a uccelli; quivi era condotti: per tale venía acqua a per tale mèle e per tale vino; quivi era donzelli e donzelle, li piú begli del mondo, che meglio sapeano cantare e sonare e ballare. E facea lo Veglio credere a costoro che quello era lo paradiso. E perciò ’l fece, perché Malcometto disse che chi andasse in paradiso, avrebbe di belle femine tante quanto volesse, e quivi troverebbe fiumi di latte, di vino e di mèle. E perciò ’l fece simile a quello ch’avea detto Malcometto; e li saracini di quella contrada credeano veramente che quello fosse lo paradiso. E in questo giardino non intrava se none colui cu’ e’ volea fare assesin[o]. A la ’ntrata del giardino ave’ uno castello sí forte, che non temea niuno uomo del mondo. Lo Veglio tenea in sua corte tutti giovani di 12 anni, li quali li paressero da diventare prodi uomini. Quando lo Veglio ne facea mettere nel giardino a 4, a 10, a 20, egli gli facea dare oppio a bere, e quelli dormía bene 3 dí; e faceali portare nel giardino e là entro gli facea isvegliare.”

In questo passo tratto dal quarantesimo capitolo del Milione di Marco Polo (dell’edizione curata da Antonio Lanza per l’Unità-Editori Liberi nel 1982), il viaggiatore veneziano menziona una setta maschile e militare legata al mondo dell’Islam che ebbe un ruolo importante nell’Oriente del Basso Medioevo. Si tratta dei Nizariti o Setta degli Assassini, un gruppo musulmano che continua ad affascinare il mondo occidentale; è il caso del romanzo storico Alamut di Vladimir Bartol oppure della celebre saga di videogiochi Assassin’s Creed della Ubisoft.

Quali sono le origini di questo gruppo religioso e perché sono entrati nell’immaginario collettivo ?

Il Medio Oriente del IX secolo, uno scontro religioso e politico

Le origini dell’ideologia dei Nizariti risalgono alla forte scissione che ha diviso la fede islamica in due gruppi, da una lato i Sunniti e dall’altro gli Sciiti. Il primo gruppo ha come testo sacro anche la Sunna oltre il Corano e crede che il califfo possa essere un qualsiasi islamico dotto mentre il secondo crede che il leader religioso dell’Islam debba essere un parente di Maometto.

Il movimento nizarita nasce nel IX secolo da una corrente messianica dell’Islam sciita, i filosofi e i pensatori che abbracciavano tale dottrina credevano nell’arrivo di un madhi e dell’imminente fine del mondo. Tale gruppo riuscì a impadronirsi dell’Egitto per poi conquistare anche la Libia, l’Algeria, il Marocco, la Sicilia, le coste dell’Arabia bagnate dal Mar Rosso e i territori della Palestina contesi con i Crociati provenienti dall’Europa: così iniziò il governo della dinastia dei Fatimidi.

Tale dinastia si scontrò con l’altra potenza del mondo arabo, i Turchi Selgiuchidi che controllavano la Siria, la Mesopotamia, la Persia e alcune aree interne della penisola anatolica.

Da una lato una stirpe sciita (i Fatimidi) mentre dall’altro quella sunnita (i Selgiuchidi) si trovarono coinvolte contro gli Europei durante le Crociate.

Così, durante lo scontro tra i rivali sunniti, il capo dei Nizariti, il Vecchio della Montagna descritto da Marco Polo, ordinò ai suoi uomini di conquistare Alamut, roccaforte della Persia, nei pressi delle coste del Mar Caspio, come base segreta per la loro attività contro i Turchi.

Hasan-i-Sabban e lo scontro contro i Turchi Selgiuchidi

Al gruppo si aggiunse, come spiegato dallo storico Vincente Millàn Torres, anche Hasan-i-Sabbah, giovane studente persiano che aderì alla causa degli Assassini. Proprio per attaccare i rivali, Sabban propose di usare i “fedayyi” ossia “coloro che sacrificano la propria vita”. Si trattava di individui che dovevano uccidere i nemici senza temerne le conseguenze, per questo venivano drogati con l’uso di hashish (secondo molti assassino deriverebbe dall’arabo “Ḥashīshiyya”, nella forma non documentata “Ḥashīshiyyīn” cioè “fumatore di hashish”). Queste milizie uccidevano i rivali politici del Vecchio della Montagna e sacrificavano la propria vita (essendo sotto l’effetto di droghe) credendo di ottenere il Paradiso.

Tra le prime vittime dei fedayyi abbiamo il visir e scrittore politico Nizam al-Mulk, al servizio del sultano Malik Shah I.

La caduta dei Nizariti: dalle invasioni mongole alla nascita della leggenda

Nonostante la loro iniziale potenza, la setta dei Nizariti iniziò a perdere potere quando Hulagu Khan, nipote del condottiero Gengis Khan, iniziò la conquista mongola dell’Asia centro-occidentale. Questo nuovo impero, il noto Ilkhanato (nato dalle ceneri dei territori in precedenza sottomessi dai Mongoli) comprendeva la Persia, la Mesopotamia, la Siria e parte dell’Afghanistan. Nel 1256 l’esercito mongolo conquistò Alamut e distrusse la fortezza così il gruppo degli Assassini si disperse tra Persia, Siria e India.

Nel XIX secolo, il capo della setta indiana dei Nizariti assunse il titolo di Agha Khan e rappresentò la nuova guida spirituale del gruppo. Al momento, il nuovo Agha Khan è Kharim al-Husayni noto come Agha Khan IV. Suo padre Aly Khan era famoso per la vita mondana da miliardario e per aver avuto tra le proprie mogli anche l’attrice statunitense di origini spagnole e gitane Rita Hayworth.

Fonte immagine di copertina: Flickr

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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