Paul Gauguin, l’artista apolide

Paul Gauguin, l'artista apolide

Irrequieto, provocatorio, anticonformista e trasgressivo, Paul Gauguin ad oggi è considerato il principale esponente del post-impressionismo, ma soprattutto una delle colonne portanti dell’arte moderna. La sua arte, infatti, influenzò le avanguardie francesi e in particolare artisti come Henri Matisse e Pablo Picasso. Gauguin, tuttavia, condusse una vita in solitudine, costellata di debiti, incomprensioni e una continua ricerca del proprio posto nel mondo, tra l’America Latina, la Francia e la Polinesia francese.

Paul Guaguin nasce in Francia nel 1848 dall’unione di una scrittrice sudamericana e di un giornalista francese, le cui idee filorepubblicane, già nel primo anno di vita di Paul, provocarono non pochi problemi alla famiglia: nel primo anno di vita dell’artista, infatti, la Francia viveva un clima di forte instabilità in seguito al colpo di stato da parte di Napoleone III e, a causa delle posizioni politiche del padre, la famiglia fu costretta all’esilio a Lima, in Perù. Il padre morì durante il viaggio, e Paul Gauguin passerà con la madre i primi anni d’infanzia nella città peruviana, che lascerà una forte impronta nella formazione e ispirazione dell’artista, che per tutta la vita ricercherà quella natura incontaminata.

Il ritorno in Francia di Paul Gauguin

Una volta tornati in Francia la madre lo mise in collegio, e questa per Paul fu un’esperienza molto negativa, sia per una questione linguistica (dato che fino a quel momento aveva parlato soltanto lo spagnolo e ora doveva ritornare a parlare in francese), sia per una questione di registro, poiché il collegio pretendeva una maggiore formalità e compostezza a cui lui non era abituato. I risultati scolastici, infatti, fecero trasparire tutta la sua inattitudine e la sua irrequietezza. Per attenuare quel suo senso di avvilimento decise di partire su una nave mercantile: ritornò in Perù, visitò Rio de Janeiro e l’India, trovando nuovi stimoli. Il viaggio venne improvvisamente interrotto dalla notizia della morte della giovane madre che lo costrinse a ritornare in patria, e fu in questa occasione che conobbe il nuovo compagno della madre e il suo nuovo tutore, Gustave Arosa, importantissimo per la sua formazione artistica e professionale. Arosa, infatti, lo introdusse alla sua collezione di arte contemporanea con dipinti di Delacroix, Pissarro e Coubert.

Periodo borghese

Paul Gauguin riusciva bene nel suo lavoro, aveva trovato moglie, Mette Gad, con cui ebbe cinque figli, e si assestò su uno stile di vita borghese. Accumulò persino una discreta somma con cui, sulle orme del suo mentore Gustave Arosa, volle acquistare una piccola collezione di dipinti contemporanei, prediligendo gli impressionisti. Nel tempo libero da lavoro si dedicava alla pittura di alcuni quadri e nel 1871 realizzò il suo primo paesaggio. La pittura diventò essenziale: «D’ora in avanti dipingerò tutti i giorni», così affermò lo stesso Paul Gauguin. Iniziò a frequentare gli impressionisti come Degas e Cézanne e a partecipare alle loro esposizioni, senza tuttavia ottenere molta approvazione dalla critica.

La Polinesia

Nel 1883 questa stabilità raggiunta si spezzò, venne licenziato, il che per lui non era un problema grave perché in questo modo aveva la possibilità di dedicarsi maggiormente all’arte, ma lo era per la moglie, la quale decise di trasferirsi a Copenaghen.

Paul Gauguin decise a quel punto di organizzare una mostra in cui riuscì a vendere circa 30 tele e con parte del ricavato comprò un biglietto per la Polinesia, dove andò alla ricerca di libertà, purezza e soprattutto di quel rapporto primitivo tra uomo e natura senza condizionamenti e costrutti sociali che caratterizzavano la società in cui aveva vissuto fino a quel momento. L’approdo in Polinesia fu deludente, gli europei lo guardavano con diffidenza per il suo tentativo di integrarsi con la popolazione del posto, e così anche gli indigeni. Paul Gauguin conobbe Teha’amana, una bambina di 13 anni che divenne la sua vahine, ovvero amante e modella per le sue opere. Per lui, però, questo fu un periodo di sofferenza, era afflitto da debiti e solitudine e per questo decise di far ritorno in Francia. «Che assurda, triste e brutta avventura il mio viaggio a Tahiti!».

Poco dopo, però, tornerà in Polinesia: il 9 settembre 1895, infatti, sbarcò a Papeete per la seconda volta, deciso a non fare più ritorno in Europa. L’artista iniziò a soffrire di alcuni problemi di salute, e sorsero dei problemi cardiaci che spesso lo costringevano a lunghi periodi in ospedale. A Papeete conobbe un’altra giovanissima ragazza, di nome Pahura, con la quale ebbe una bambina che morì poco dopo. La morte della figlia, la montagna di debiti che pesava su di lui e la consapevolezza del suo non successo in Europa, lo portarono a tentare di avvelenarsi senza alcun risultato.

L’8 maggio 1903 morì in seguito all’aggravarsi della sua malattia, la sifilide. Soltanto dopo la morte il talento di Gauguin viene riconosciuto e così le sue opere, diventate tra le opere d’arte più costose al mondo: nel 2015 il quadro “Nafea faa ipoipo” (Quando ti sposi?) del 1892 diventa l’opera d’arte più costosa della storia, con un valore di 300 milioni di dollari.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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