Pigmei: usi e costumi del popolo

Pigmei: usi e costumi del popolo

Scoprire luoghi lontani e società diverse dalla nostra è sempre affascinante e nel mondo sono tanti gruppi etnici con le proprie regole, struttura sociale, usi e costumi. Oggi scopriremo di più sui Pigmei, la popolazione alta un cubito.

Chi sono i Pigmei?

I Pigmei sono popolazioni africane molto antiche, ritenute le più antiche abitanti delle foreste equatoriali e vivono negli stati africani della zona tropico-equatoriale, cioè Camerun, Repubblica Centroafricana, Gabon, Uganda e Ruanda. Il termine pigmeo, che sta ad indicare questo popolo, deriva dalla parola greca Pygmâios che significa alto un cubito, un’antica unità di misura che corrispondeva a circa 50 centimetri e quindi costituiva un sinonimo di “basso di statura”. Il popolo è formato da varie tribù che tuttavia presentano caratteristiche simili: gli uomini hanno in  media un’altezza di 1 metro e 40 centimetri mentre l’altezza delle donne si attesta intorno ad 1 metro e 30 centimetri. Non praticano una vera e propria religione e non hanno neanche una struttura o istituzione religiosa ma portano avanti una religione molto personale in cui anche la natura occupa un posto importante: questa infatti non solo permette il sostentamento, ma racchiude tutto il necessario per vivere come le liane e tutte le materie prime usate per produrre pellami. I pigmei si nutrono principalmente grazie dei prodotti che crescono spontaneamente nella foresta, come frutti o bacche e si dedicano alla caccia e la pesca (quest’ultima rimane tuttavia secondaria).

Società e usi e costumi dei Pigmei

I Pigmei si caratterizzano da un società nomade-stanziale, ovvero cambiano periodicamente il luogo in cui vivono ma rimangono in un’area ristretta. La società dei Pigmei è fondata principalmente sulla famiglia nucleare (cioè padre, madre e figli) e poi la famiglia allargata che ha un ruolo di secondo piano. Uomo e donna godono degli stessi diritti ma hanno compiti separati: la donna ha il compito di scegliere il luogo e di costruire la capanna (circolare) di famiglia, mentre l’uomo ha altri compiti, come la raccolta delle liane o l’impasto del fango. La tipica capanna dei Pigmei mostra una struttura semplice e anche l’interno non mostra alcun soprammobile: l’arredamento si limita al letto costruito grazie a qualche foglia di banano sovrapposta. L’educazione dei bambini, che si fonda su principi quali iniziativa e responsabilità, viene impartita da entrambi i genitori ma intorno ai 5 anni del bambino viene differenziata: le mamme si occupano delle bambine e i papà dei bambini. Nonostante quello che si potrebbe immaginare dal nostro immaginario comune, nella società pigmea non esiste un capo-villaggio nella concezione comune del termine: esiste una persona di grande virtù e saggezza che gode di una sorta di autorità morale, ma non ha il compito di far eseguire le regole. 

Regole della società 

Esiste una rigida esogamia all’interno della società pigmea: il futuro partner deve essere scelto obbligatoriamente all’esterno di una cerchia ben definita infatti sono esclusi i parenti diretti e indiretti (non avvengono matrimoni con parenti fino al quinto grado). Per la risoluzione delle controversie esiste un tribunale, che in realtà non è altro che una assemblea di tutto il villaggio (compresi i bambini) che spinge per una risoluzione attraverso la conciliazione. Parte della conciliazione viene fatta istituendo un banchetto in cui anche la parte lesa contribuisce in parte. Un’altra curiosità sul modo dei Pigmei di intendere la società è che il numero dei figli viene calcolato in base agli abitanti, di modo che si attesti intorno ai 60-80 individui poiché è calcolato che la foresta disponga delle risorse sufficienti per nutrire questo numero di persone.

E voi, avevate mai sentito parlare dei Pigmei?

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia (foto di JMGRACIA100)

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