Poesie di Yeats: 3 da conoscere

Poesie di Yeats: 3 da conoscere

In questo articolo, analizzeremo alcune tra le più significative poesie di Yeats.

William Butler Yeats fu uno scrittore inglese del primo Novecento dalla personalità sfaccettata e complessa, tanto che è impossibile inserirlo in un movimento letterario specifico. Le poesie di Yeats presentano elementi sia del romanticismo sia del modernismo, ma l’autore sentì caro anche il richiamo della grande tradizione data la sua provenienza nobiliare. Fece parte di una minoranza aristocratica protestante di Dublino e lottò per la Home Rule of Ireland. Fu affascinato dalla veemenza delle guide dittatoriali, ma lottò contro la violenza, la censura e la discriminazione. Credeva nell’oligarchia meritocratica (secondo i valori classici), ma alla fine diventò un fiero senatore progressista per la repubblica: oppose molta resistenza all’utilizzo della sua poesia come mezzo di ribellione ai colonizzatori inglesi, ma cedette durante il suo secondo periodo poetico.

Difatti, le poesie di Yeats rientrano in due periodi: il primo è post-romantico, simbolista e affascinato dal folklore celtico; mentre il secondo è modernista, metropolitano e preoccupato per la perdita di identità del suo paese. Anelava a preservare l’organic community Irlandese in armonia con la natura, reagendo in maniera pessimistica all’avanzata della globalizzazione, dell’industrializzazione e del colonialismo inglese.

Vediamo tre poesie di Yeats da conoscere

1. Sailing to Byzanthium (1928)

La prima parte rimanda alla sua condizione attuale e all’Irlanda:

That is no country for old men. The young
In one another’s arms, birds in the trees,
—Those dying generations—at their song,
The salmon-falls, the mackerel-crowded seas,
Fish, flesh, or fowl, commend all summer long
Whatever is begotten, born, and dies.
Caught in that sensual music all neglect
Monuments of unageing intellect.
An aged man is but a paltry thing,
A tattered coat upon a stick, unless
Soul clap its hands and sing, and louder sing
For every tatter in its mortal dress,
Nor is there singing school but studying
Monuments of its own magnificence;
 
La seconda parte racconta invece un viaggio verso Bisanzio come viaggio spirituale (un topos delle poesie di Yeats):
 
And therefore I have sailed the seas and come
To the holy city of Byzantium.
O sages standing in God’s holy fire
As in the gold mosaic of a wall,
Come from the holy fire, perne in a gyre,
And be the singing-masters of my soul.
Consume my heart away; sick with desire
And fastened to a dying animal
It knows not what it is; and gather me
Into the artifice of eternity.
Once out of nature I shall never take
My bodily form from any natural thing,
But such a form as Grecian goldsmiths make
Of hammered gold and gold enamelling
To keep a drowsy Emperor awake;
Or set upon a golden bough to sing
To lords and ladies of Byzantium
Of what is past, or passing, or to come.
 

In quest’opera, che è tra le più rinomate poesie di Yeats, l’autore descrive l’Irlanda come un paese dal ciclo vitale continuo, che non presenta opportunità per gli anziani. Per questo, trova consolazione nello studio (definito come «canto» nel senso di contemplazione artistica) e perciò compie un viaggio verso Bisanzio che simboleggia il suo iter spirituale, dove sono le arti divine che circolano nel gyre (ossia un periodo di 2000 anni con dei valori fondamentali: ne contava due – quello del periodo classico con valori violenti, e quello del periodo cristiano con valori solidali) che devono guidarlo per distaccare la sua anima dal corpo e garantirgli l’eternità attraverso le sue opere.

2. Leda and The Swan (1928)

A sudden blow: the great wings beating still
Above the staggering girl, her thighs caressed
By the dark webs, her nape caught in his bill,
He holds her helpless breast upon his breast.
How can those terrified vague fingers push
The feathered glory from her loosening thighs?
And how can body, laid in that white rush,
But feel the strange heart beating where it lies?
A shudder in the loins engenders there
The broken wall, the burning roof and tower
And Agamemnon dead.
 Being so caught up,
So mastered by the brute blood of the air,
Did she put on his knowledge with his power
Before the indifferent beak could let her drop?
 

Tra lesue opere più significative abbiamo Leda and The Swan, che si divide in due parti: la prima parte riferisce la violenza sessuale perpetrata da Zeus trasformato in cigno nei confronti della regina di Sparta Leda, la seconda in flash-forward riporta la caduta di Troia accaduta a causa di Elena, la figlia frutto di questa unione non consensuale che ha ereditato dal padre la forza distruttiva con cui si è vendicata radendo al suolo  la città simbolo di civilizzazione.

Secondo l’interpretazione di Edward Said, Zeus rappresenterebbe l’Inghilterra e Leda l’Irlanda colonizzata: implica che sia avvenuto uno scambio tra le culture e che si siano influenzate entrambe a vicenda. Molte delle poesie di Yeats spesso rinviano ad elementi di attualità in maniera metaforica.

3. The Second Coming (1920)

Turning and turning in the widening gyre   
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere   
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all conviction, while the worst   
Are full of passionate intensity.
Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.   
The Second Coming! Hardly are those words out   
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in sands of the desert   
A shape with lion body and the head of a man,   
A gaze blank and pitiless as the sun,   
Is moving its slow thighs, while all about it   
Reel shadows of the indignant desert birds.   
The darkness drops again; but now I know   
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,   
And what rough beast, its hour come round at last,   
Slouches towards Bethlehem to be born?
 

Se i primi due componimenti presentati appartenevano alla raccolta The Tower del 1928, quest’ultima è tra le poesie di Yeats tratte dalla raccolta Michael Robarthes and the Dancer del 1920. Nasce dall’intuizione errata dell’autore che la Rivoluzione Bolscevica del 1917 sarebbe stata l’inizio di un nuovo gyre: infatti, vediamo elementi che rimandano alla perdita di controllo (come il falcone che non ascolta il falconiere, o la Sfinge – emblema del primo gyre – che ha uno sguardo perso). 

Invoca la seconda venuta di un’entità che si sovrappone al piccolo nato a Betlemme (Gesù – che diede inizio al periodo cristiano), che tuttavia sembra strisciare e trascinare con sé orrore e disperazione. Tra le più belle poesie di Yeats, The Second Coming profetizza la nascita metaforica di un anticristo (ossia la Rivoluzione russa) che avrebbe segnato l’inizio di un nuovo gyre violento. Anche dopo questo componimento, molte poesie di Yeats continueranno ad annunciare la vicinanza del cambio d’epoca.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Eleonora Sarnataro

Studiosa di inglese e Giapponese, i suoi migliori amici da sempre sono carta e penna, per mettere nero su bianco emozioni, resoconti e pareri riguardo i più disparati stimoli culturali.

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