Puzzle, storia e curiosità

Il puzzle è uno dei giochi da tavolo più diffusi al mondo. Alzi la mano chi non ha speso ore, giornate o, se siete più autolesionisti, anni a unire i pezzi di un’enorme quadro da appendere con orgoglio nel salotto di casa.
Ma vi siete mai chiesti quando è stato inventato e qual è la sua storia? In questo articolo scoprirete queste e altre curiosità sul puzzle.

Il puzzle è uno dei giochi da tavolo più diffusi al mondo. Alzi la mano chi non ha speso ore, giornate o, se siete più autolesionisti, anni a unire i pezzi di un’enorme quadro da appendere con orgoglio nel salotto di casa.

Ma vi siete mai chiesti quando è stato inventato e qual è la sua storia? In questo articolo scoprirete queste e altre curiosità sul puzzle.

Storia dei puzzle

Nel 1760 il cartografo inglese John Spilsbury era alla ricerca di un metodo educativo che permettesse di insegnare la geografia in modo semplice e immediato. Incollò a un pezzo di legno una mappa geografica e la tagliò seguendo i confini dei paesi. Il puzzle riscosse successo diffondendosi presso la nobiltà inglese.

A partire dal XIX secolo cambiò il metodo di produzione dei puzzle. Si iniziò a usare legni più economici in luogo dei più lussuosi mogano e cedro e il metodo dell’incisione fu sostituito con la litografia. Il conseguente abbassamento dei prezzi trasformò il puzzle in un gioco popolare, poiché si diffuse anche presso le famiglie meno abbienti. Inoltre, i soggetti divennero i più disparati: eventi storici come l’incoronazione della regina Vittoria (1838), episodi biblici e disegni di animali o di fantasia.

Nello stesso periodo di tempo i puzzle si diffusero in Francia, Germania ed Olanda, nonché negli Stati Uniti che diventarono i maggiori produttori a metà ‘800. La rivoluzione industriale inglese portò un’importante innovazione: la sostituzione del legno con il cartone, materiale più economico e più facile da tagliare.

Tra gli anni ’20 e ’30 del XX secolo i puzzle, fino a quel momento un gioco educativo destinato ai bambini, si diffusero tra gli adulti. La domanda era talmente forte che molte aziende americane bloccarono la produzione di altri giocatoli, concentrandosi esclusivamente sulla produzione di puzzle. Ancora oggi sono diffusissimi e popolari, tant’è che esistono associazioni che proteggono e ne promuovono la cultura. Una di queste è l’AGPI (Association for Games & Puzzle International), fondata nel 1985 da Bruce Whitehill.

Caratteristiche dei puzzle

Le dimensioni e i numeri di pezzi del puzzle sono variabili.

Qualche cifra? Nel 2008 è stato commercializzato Life, un puzzle composto da ben ventiquattromila pezzi e dalle dimensioni di 4,28×1,57 metri. Due anni dopo è il turno di un puzzle che raccoglie trentadue opere del writer Keith Haring, 32.356 pezzi per 5,44×1,57 metri. Attualmente il puzzle più lungo del mondo è stato commercializzato dalla Kodak e ritrae alcuni dei monumenti più famosi del mondo (La grande muraglia cinese, il Taj Mahal, il Colosseo e tanti altri). È composto da 51.300 pezzi, a loro volta suddivisi in quadri da diciannovemila pezzi.

Esistono poi tante varianti dei puzzle, vere e proprie sfide per gli appassionati. I double face rappresentano lo stesso soggetto in entrambi i lati o, per rendere le cose ancora più difficili, due soggetti simili. Diffusi sono anche i puzzle tridimensionali, riproduzioni in 3-D di palazzi o monumenti celebri e le puzzle-ball, dalle dimensioni di una palla.

Nella cultura di massa

Il puzzle è entrato di prepotenza non soltanto nelle nostre case, ma anche nella cultura di massa. In inglese esiste il verbo to be puzzled, traducibile con “essere confuso”, per indicare situazioni che non sono chiare e facilmente comprensibili. Ma è soprattutto il cinema ad aver accolto i puzzle e il suo meccanismo complicato e affascinante allo stesso tempo, spesso e volentieri fonte di gag inesauribili. Lo sapevano bene Stan Laurel e Oliver Hardy, “Stanlio e Ollio” per gli amici, dove nel film Il regalo di nozze (1933) Stanlio si ingarbuglia nel tentativo di completare un puzzle. Tutto normale, se non fosse che lui è il testimone di nozze dell’amico Ollio che dovrebbe sposarsi nel giro di un’ora! La situazione finisce per divenire paradossale, con tutti gli invitati alle nozze che vengono coinvolti nella risoluzione del gioco.

Sempre restando nell’ambito del cinema esistono quelli che vengono chiamati “film-puzzle”, tipologie di pellicole che mettono in discussione la loro comprensione attraverso meccanismi quali lacune nel racconto, personaggi equivoci e così via. Tra i vari esempi si possono citare Zelig di Woody Allen (1983), Fight Club di David Fincher (1999), Shutter Island di Martin Scorsese (2010) e Inception di Christopher Nolan (2010).

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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