Retorica: quali sono le sue 5 parti?

Retorica: quali sono le sue 5 parti?

Vi siete mai chiesti cosa serve per persuadere in maniera efficace il vostro interlocutore? Se la risposta è si, questo articolo sulla retorica e la spiegazione delle sue 5 parti fa proprio al caso vostro!

Definizione di retorica

La retorica è l’arte di persuadere attraverso il discorso. Persuadere significa “far credere” quindi, la retorica, come dirà Platone, ha a che fare con il verosimile, con l’opinione e non con l’episteme, la verità o la scienza. Per “discorso” ci riferiamo ad ogni produzione verbale, scritta ed orale, costituita da una frase, o da una sequenza di frasi, che abbia un inizio ed una fine e che, chiaramente, presenti una certa unità di senso. La retorica non si applica a tutti i discorsi, ma solo a quelli che hanno lo scopo finale di persuadere.

Storia della retorica

La retorica nasce nella Sicilia ellenica intorno al 465 a.C., dopo l’espulsione dei tiranni i quali avevano requisito i beni, le proprietà terriere per retribuire i mercenari. Dopo essere stati cacciati, i siracusani reclamarono i loro beni e la guerra civile fu seguita, quindi, da innumerevoli contese giudiziarie. Chiaramente all’epoca non esistevano avvocati e consequenzialmente vi era la necessità di fornire ai contendenti il mezzo per difendere la propria causa. Da questo possiamo dedurre che l’origine della retorica non è letteraria ma giudiziaria. Corace, allievo del filosofo Empedocle, pubblicò, quindi, un’arte oratoria (techne rhetorike) per rendere i loro discorsi persuasivi, compresa anche di esempi ad uso specifico delle persone coinvolte nelle controverse giudiziarie.

Origine della retorica letteraria

Con Gorgia, filosofo greco di Sicilia nato nel 485 a.C e vissuto per 109 anni, nasce una nuova corrente della retorica: estetica e propriamente letteraria e quindi sulla bellezza. Nel 427 a.C. arrivò ad Atene come ambasciatore ed ammaliò così tanto gli ateniesi che gli chiesero di restare. Lui fu il fondatore del discorso epidittico, cioè l’elogio pubblico. Egli compose una prosa eloquente, ricca di figure di parola come assonanze, rime, paronomasie e di figure di senso come perifrasi, metafore e antitesi.

La retorica per Aristotele

Aristotele concepisce un’idea abbastanza semplice di comunicazione: c’è un mittente (“chi sta parlando”), il messaggio (“di cosa si sta parlando”) ed il destinatario (“con chi si sta parlando”).  Esistono, inoltre, tre categorie principali di discorso retorico (distinzione che si manterrà nei secoli a venire), distinte a seconda della natura del destinatario: il discorso deliberativo che ha il fine di decidere ciò che utile oppure pericoloso per la società, il discorso giudiziario che ha il fine di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato, ed infine il discorso epidittico (menzionato qualche riga precedente) che ha il fine di sottolineare ciò che è bello e ciò che è brutto. Aristotele riconosceva quattro parti della retorica, ma tradizionalmente essa è divisa in cinque parti: inventio, dispositio, elocutio, actio e memoria.

Inventio (l’invenzione)

L’inventio rappresenta il primo passo nello sviluppo di una comunicazione particolarmente efficace. Ciò include la ricerca di argomenti validi e credibili e l’ordinamento degli argomenti veri o possibili affrontati durante il discorso. 

Dispositio (la disposizione degli argomenti)

È l’ordinamento di tutto il materiale che proviene dall’inventio,  per sostenere il nostro discorso e la sua organizzazione secondo criteri specifici. Molto importanti sono, quindi, le parti del discorso e l’ordine in cui devono essere disposti i fatti e le argomentazioni.

L’elocutio (l’elocuzione)

Si tratta di scegliere parole e frasi appropriate per l’argomento del contesto. L’elocutio segue, quindi, sempre la scelta degli argomenti da utilizzare (inventio) e la loro collocazione all’interno di un discorso o di uno scritto (dispositio). Nel regno dell’eloquenza vengono considerate anche le metafore. 

Actio (la declamazione)

Si interessa dell’ impostazione della voce e dei gesti che devono essere compiuti per rafforzare e accompagnare il proprio discorso.

Memoria

Fornisce suggerimenti su come memorizzare meglio i lunghi discorsi che devono essere pronunciati in pubblico, quindi,  il solido possesso degli argomenti e delle parole nella mente.

La quarta e la quinta parte della retorica, quindi Actio e Memoria, per la maggior parte, sono state considerate meno importanti e quindi non sempre presenti nei manuali. Questa è, tra l’altro, una delle conseguenze dirette della trasformazione della retorica, a differenza della dialettica, da “tecnica del discorso pubblico” ad “arte della scrittura”, con una sempre minore attenzione prestata alle questioni direttamente connesse all’enunciazione del discorso. 

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Rosaria Maffeo

Vedi tutti gli articoli di Rosaria Maffeo

Commenta