Rinascimento spagnolo: il XVI secolo dell’arte spagnola

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Il Rinascimento spagnolo si sviluppa nel XVI secolo e si caratterizza per la combinazione di forme gotiche del XV secolo, stile dominante durante l’epoca dei Re Cattolici, e le proposte di innovazioni stilistiche che lentamente arrivavano dall’Italia. A metà secolo, l’influenza del gotico sparisce e trionfano pienamente gli aspetti più classici del movimento. Il Manierismo, è l’ultima fase del Rinascimento spagnolo che si sviluppa alla fine del secolo e si suppone un rifiuto del classicismo. 

Uno dei massimi rappresentati di questo movimento sarà Domènikos Theotokopoulos, conosciuto come El Greco. Egli nasce all’isola di Creta nel 1541 e studia lo stile bizantino delle icone ortodosse che abbondavano nelle chiese. Si spostò a Venezia e Roma per apprendere dai grandi artisti italiani come Tiziano o Tintoretto. Nel 1576-1577, dopo aver passato un periodo a Madrid, si trasferì a Toledo, dove resterà fino alla fine dei suoi giorni. Di fatto, El Grego è il più grande pittore del rinascimento spagnolo dato che la maggior parte delle sue opere furono realizzate in Spagna. È famoso per i suoi quadri che trattano temi religiosi, come El Expolio, però anche per i suoi celebri ritratti, come il famoso Caballero de la mano en el pecho, quadri mitologici, come El Laocote o paesaggi che ritraggono la vista da Toledo. Il suo stile è il risultato di tutto ciò che ha appreso nei suoi numerosi viaggi e si caratterizza per l’uso libero dei colori attraverso pennellate ampie e libere, per la forma distorta e allargata dei corpi e per il sovraccarico di misticismo dando origine a tele che possono essere classificate come i primi quadri impressionisti.

Per quanto riguarda invece la produzione architettonica in Spagna durante il rinascimento spagnolo, si costruirono non solo edifici religiosi ma anche opere civili come palazzi, università, municipi, scuole e ospedali. Si caratterizza per la fusione dello stile gotico delle strutture degli edifici con decorazioni dello stile rinascimentale. Durante la prima metà del rinascimento spagnolo predomina lo stile detto plateresco, chiamato così per imitare nel campo dell’architettura i lavori di orafi e gioiellieri.

I luoghi in cui si praticò l’architettura plateresca sono Toledo e Salamanca, che ci donano esempi come L’Università di Salamanca. Passati alcuni decenni, il classicismo proprio del Rinascimento italiano si insedia in Spagna, in opere come il Palazzo di Carlo I costruito a Granada o la facciata dell’Università di Alcalà de Henares. Gli ultimi anni del rinascimento spagnolo sono marcati dalla purezza delle forme, la tendenza si adattava molto bene ai primi echi della Controriforma e con la personalità del monarca Felipe II. Si riconosce questo stile architettonico con il nome di Escurialenseche prende il nome dal monastero dell’Escorial, opera di Juan de Herrera. Seguendo il progetto del re Felipe II, l’edificio doveva rispondere a 3 precise esigenze :

  • fare da panteon reale;
  • fare da monastero;
  • fare da residenza reale.

L’edificio era nel suo complesso sobrio e in contrasto con l’esuberanza decorativa del plateresco della epoca di Carlos I,  che era il perfetto riflesso della sua personalità.

Fonte immagine: Pixabay

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