Hitler, Mussolini, Stalin, Francisco Franco: nomi legati a dittature feroci e tristemente famose. L’Europa, tra gli anni ‘20 e ‘30, vide l’affermarsi di vari regimi autoritari, ma quello portoghese fu il più longevo d’Europa occidentale. La dittatura di António de Oliveira Salazar in Portogallo iniziò di fatto nel 1932 e il regime da lui fondato, l’Estado Novo, durò fino al 1974: quasi mezzo secolo di censura, controllo ideologico e colonialismo.
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L’ascesa al potere di Salazar
António de Oliveira Salazar, nato in una famiglia di contadini umili e profondamente religiosi, frequentò l’università di giurisprudenza di Coimbra. Si fece notare per le sue critiche verso la Prima Repubblica portoghese, un periodo di forte instabilità che favorì l’avanzata della destra radicale. Nel 1926, il colpo di stato del generale Carmona diede inizio a una dittatura militare. Fu in questo contesto che Salazar, ormai professore di economia, fece la sua comparsa come Ministro delle Finanze. Acquisì un enorme consenso per le sue manovre economiche, tanto che durante la crisi di Wall Street del 1929, il Portogallo fu uno dei pochi paesi a mantenere i conti in ordine. Questo successo lo portò a essere nominato Presidente del Consiglio nel 1932.
L’Estado Novo: le caratteristiche del regime
Nel 1933, Salazar introdusse una nuova Costituzione che gli conferì pieni poteri, istituendo l’Estado Novo (Stato Nuovo). Questo regime, come descritto dall’enciclopedia Treccani, era un regime autoritario, nazionalista e corporativista, esplicitamente ispirato al fascismo italiano ma con proprie peculiarità. Il motto del regime era “Deus, Pátria e Família“, a sottolineare il forte legame con la Chiesa Cattolica e i valori tradizionali.
| Pilastro del regime | Descrizione |
|---|---|
| Ideologia | Nazionalismo, conservatorismo, anti-comunismo e corporativismo. Rifiuto della democrazia liberale e del socialismo. |
| Economia | Politica autarchica e protezionista. Le corporazioni sostituivano i sindacati, ponendo i lavoratori sotto il controllo dello Stato. |
| Controllo sociale | Censura totale su stampa, arte e istruzione. Uso della polizia segreta PIDE per reprimere il dissenso. Promozione dei “3 Fs”: fado, Fátima e futebol. |
| Politica estera | Neutralità durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda. Difesa intransigente dell’impero coloniale in Africa e Asia. |
La PIDE e il controllo della società
Per mantenere il potere, Salazar eliminò la libertà di parola e di stampa e soppresse ogni forma di opposizione. Strumento fondamentale di questa repressione fu la polizia politica segreta, la PIDE (Polícia Internacional e de Defesa do Estado). La PIDE era tristemente nota per le sue torture, le sparizioni forzate e la gestione dei campi di concentramento, come quello di Tarrafal a Capo Verde. Il governo lasciava la popolazione, specialmente quella delle campagne e delle colonie, in uno stato di povertà e arretratezza, riuscendo a proiettare all’esterno un’ingannevole immagine di ordine e stabilità.
La fine del regime e la Rivoluzione dei Garofani
Nel 1968, dopo 36 anni al potere, Salazar fu colpito da un ictus e costretto a ritirarsi. Il suo successore, Marcello Caetano, tentò una timida liberalizzazione, ma il nucleo repressivo del regime rimase intatto. La caduta definitiva della dittatura fu innescata dalle sanguinose e insostenibili Guerre Coloniali in Angola, Mozambico e Guinea. Il malcontento all’interno delle forze armate crebbe a tal punto che il 25 aprile 1974, un gruppo di ufficiali progressisti diede vita a un colpo di stato. Questo evento, noto come la Rivoluzione dei Garofani, fu quasi del tutto incruento: la popolazione scese in strada e infilò garofani rossi nelle canne dei fucili dei soldati, simbolo di una transizione pacifica verso la democrazia. Come riporta anche l’Istituto per gli studi di politica internazionale ISPI, quel giorno segnò la fine della più lunga dittatura dell’Europa occidentale e l’inizio di una nuova era per il Portogallo.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 08/10/2025

