Sbarca a Roma la mostra Bridging Borders di Nello Petrucci

Nello petrucci

Dopo la prima esposizione tenutasi lo scorso settembre al Parlamento Europeo di Bruxelles, approda a Roma la mostra Bridging Borders (Superare i confini) dell’artista e film-maker Nello Petrucci. La mostra, patrocinata dal Ministero della Cultura, è stata inaugurata il 7 novembre e proseguirà fino al 17, è visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì tra le 11 e le 19:30 e si tiene nella Sala del Cenacolo, all’interno della sede della Camera dei Deputati a Palazzo Valdina, nel cuore del rione Campo Marzio. 

Vita e stile artistico di Nello Petrucci

Nello Petrucci vive tra Pompei e New York e negli anni lavorato con diversi registi e ha preso parte a mostre ed esposizioni di street art in tutto il mondo. Petrucci è conosciuto per l’impegno sociale che infonde nella sua arte e trasmette attraverso le sue opere grazie all’uso di immagini dirette e potenti. Il suo stile artistico è caratterizzato da un ampio utilizzo del collage e dell’halftone, una particolare tecnica che obbliga lo spettatore a osservare l’opera solo da una certa distanza per capirne il significato, in quanto l’arte, afferma Petrucci nel discorso inaugurale della mostra, «è fondamentale per creare una riflessione e trasmettere un cambiamento». 

Le opere di Nello Petrucci esposte a Palazzo Valdina

La mostra ospita cinque opere di Nello Petrucci: i tre collage Hell, Europa e Ragioni e le due sculture Velo e Blasted Harmony. L’opera di maggiori dimensioni è Hell, un grande collage di 500 x 300 cm caratterizzato da una composizione di frammenti disordinati che richiamano gli orrori e le devastazioni della guerra, in particolare il conflitto russo-ucraino e quello israelo-palestinese. L’opera trae ispirazione da una fotografia del portoghese André Luis Alves che mostra la rimozione della statua di Cristo dalla cattedrale di Leopoli, in Ucraina: un’immagine che, secondo Petrucci, è la dimostrazione che «l’uomo può salvare l’arte come può salvare sé stesso». Europa, attraverso una raffigurazione in stile pompeiano dell’omonimo mito greco, simboleggia il viaggio verso l’ignoto , mentre Ragioni onora la memoria dei migranti del passato. 

Completano la mostra le due sculture Velo e Blasted Harmony. Velo, realizzata in resina, raffigura una mano che regge un hijab, il velo imposto alle donne nei Paesi musulmani. L’opera è un tributo di Petrucci alla giovane studentessa iraniana Mahsa Amini, uccisa dalla polizia per non aver indossato correttamente il velo e, in generale, a tutte quelle persone che lottano per la propria libertà, i propri diritti e la propria giustizia. Anche qui emerge dunque un messaggio di pace e di umanità, una spinta a tendere la mano verso le persone in difficoltà e ad essere solidali con il prossimo. Blasted Harmony, in gesso, resina e ferro, rappresenta due mani, una con una bomboletta spray e l’altra con un mitra, che si incrociano fra loro, a simboleggiare la lotta tra la bellezza dell’arte e la brutalità della guerra, lo scontro fra l’uso costruttivo della creatività e la forza distruttiva dei conflitti. Queste due sculture, afferma Petrucci, sono la dimostrazione che «la forza energetica dell’arte può distruggere la violenza e l’oppressione».

Foto di Stefano Renna, Ufficio Stampa 

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