Museo Mandralisca, un meraviglioso polo museale nel borgo di Cefalù

Cefalù e il Museo Mandralisca, il polo museale che ospita animali impagliati, conchiglie, crateri e Il sorriso d'uomo di Antonello Da Messina

Cefalù e il Museo Mandralisca, il polo museale che ospita animali impagliati, conchiglie, crateri e Il sorriso d’uomo di Antonello Da Messina

Cefalù, in provincia di Palermo, è un piccolo borgo che ha molto da offrire ai visitatori. Oltre alla possibilità di trascorrere una giornata in spiaggia, nel centro storico ci sono diversi punti di interesse storico-culturale da vedere: il Duomo (e il mosaico raffigurante il Cristo Pantocrate), il Lavatoio medievale, il palazzo nobiliare Osterio Magno, la Rocca (chiamata dai locali u castieḍḍu) e il Museo Mandralisca.

Situato nell’antico palazzo nobiliare omonimo, il polo museale prosegue la missione del suo antico proprietario, il barone Enrico Pirajno (1809-1864): la divulgazione e la preservazione del sapere umano (sia artistico-archeologico che quello scientifico). Costui era un nobiluomo che aveva aderito agli ideali dell’Illuminismo ed era divenuto un mecenate, tutelando gli artisti e finanziando i progetti di ricerca archeologica o scientifica. Il Museo Mandralisca prosegue questa missione grazie alle sue notevoli collezioni: animali impagliati, reperti originari del mondo greco-romano, dipinti di artisti siciliani, meridionali ed europei, una collezione di opere d’arte contemporanee e il famoso dipinto Ritratto d’uomo di Antonello da Messina (noto anche il precedenza come il Ritratto d’ignoto marinaio). 

Museo Mandralisca

La pinacoteca di Cefalù e l’opera più famoso, Il ritratto d’uomo di Antonello da Messina

In primis, c’è la piccola pinacoteca, l’evidente manifesto dell’amore per la pittura del barone Pirajno. L’originaria serie di dipinti si è arricchita grazie ad una donazione, avvenuta dopo la morte, dell’avvocato locale Vincenzo Cirincione. Il dipinto più famoso è Ritratto d’uomo, in precedenza conosciuto col nome di Ritratto d’ignoto marinaio. Come riportato dal sito web del Museo Mandralisca, il dipinto era stato ritrovato (e comprato) dal nobiluomo nella città di Lipari; infatti, era conservato in una bottega di uno speziale.

Il famoso dipinto, rappresentante un uomo dal sorriso enigmatico, ispirò il romanziere Vincenzo Consolo nella stesura del suo famoso romanzo (dove combina il genere storico con il realismo magico) Il sorriso dell’ignoto marinaio (pubblicato nel 1976).  Seguono al famoso dipinto del pittore siciliano del XV secolo anche altre opere: Il san Giovanni Battista attribuito a Giovanni Antonio Sogliani, i Santi Elena e Costantino di Giovanni Mosco e molti altri autori minori provenienti dalla Sicilia, dal Mezzogiorno, dalla Grecia o dalle Fiandre. 

Cefalù
Foto di Salvatore Iaconis

La sezione archeologica, un viaggio tra le rovine (e la vita quotidiana) delle popolazioni siceliote e dei nuovi arrivati dalla Grecia

Dopo aver visitato la collezione dei quadri, i visitatori arrivano alla sezione archeologica. Il barone aveva dedicato una parte della sua vita agli scavi archeologici, uno studio particolarmente diffuso che tra la fine del 1700 e il 1800 nell’Italia meridionale.

Lipari, Tindari e Cefalù sono le tre località nelle quali si svolse la ricerca archeologica e dove avvenne la scoperta di molte reliquie del passato. Il museo offre una vasta collezione di crateri, cioè le famosissime anfore usate per la  conservazione del vino o dell’olio nel mondo greco. Il reperto più famoso, la cui fotografia è spesso presente nei manuali scolastici di storia antica e di storia dell’arte greca, è il Cratere del venditore di tonno. Uno sfondo nero e delle figure rosse, si tratta di un pescivendolo intento a tagliare le teste ai tonni pescati e un uomo intento a comprare del pesce, un piccolo oggetto domestico realizzato nel IV secolo a.C. che testimonia la vivacità socio-economica delle colonie greche

Cefalù

L’altra grande passione del barone Ettore Pirajno: le scienze naturali

Abbandonando le sezioni dedicate agli studi umanistici, i visitatori giungono in quelle rivolte agli studi naturali. C’è la sezione di malacologia, dove sono raccolte diverse specie di conchiglie. La loro provenienza è varia, dalle acque costiere della Sicilia fino ai mari tropicali o quelli oceanici. Una delle sezioni più interessanti è la collezione naturalistica, una raccolta di 130 specie animali. Tra queste creature impagliate (come riporta il sito web della struttura) è degno di attenzione il grifone, l’uccello rapace oggigiorno presente in Maghreb, nella Penisola iberica e in Medio Oriente, ma oggigiorno risulta essere estinto in Sicilia. La collezione comprende diverse specie di uccelli ed ermellini (creature originarie dei Monti delle Madonie), ma ci sono anche animali esotici come un coccodrillo e un’iguana. Infine, c’è la sezione di numismatica, la grande raccolta di monete antiche usate dalle popolazioni siceliote, dai greci e dai romani. 

La mostra Intrecci, una collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Gibellina

Al momento il Museo Mandralisca ospita anche una mostra d’arte contemporanea di nome Intrecci. Questa mostra nasce come collaborazione fra il polo cefaludese e la Fondazione Orestiadi di Gibellina (in provincia di Trapani), nonché come prosieguo degli obbiettivi didattico-culturali dell’aristocratico ottocentesco Enrico Pirajno e del politico novecentesco Ludovico Corrao:

[..] Le opere portatrici dei nuovi linguaggi si confrontano con la collezione storico-artistica del Mandralisca, ne deriva una corrispondenza e una linearità di senso che consente di comprendere antico e contemporaneo come il risultato di un medesimo impulso creativo che concorre a definire un concetto di cultura. [..] Tutte [le opere] definiscono l’arte come mezzo per la rinascita, per superare i disastri, per indicare nuove direzioni, come terapia del mondo, come strumento universale di comprensione e superamento di barriere fisiche e mentali. 

Queste sono le parole sul cartellone d’ingresso che introduce alla mostra Intrecci. Le opere esposte sono Sulle tracce del cristianesimo antico in Sicilia e Tunisia di Mimmo Paladino (realizzato nel 2007),  Il dolce far niente di Alighiero Boetti (1979), Il viaggio di Ruggero 1132 di Michele Canzoneri (1994), Tappeto mediterraneo di Jonida Xherri e Framenti di Carla Accardi (1955).

Insomma, il Museo Mandralisca offre l’occasione di un viaggio interdisciplinare nel sapere umano coinvolgendo sia gli adulti che i bambini. 

Fonte immagine di copertina dell’articolo “Cefalù, alla scoperta del meraviglioso Museo Mandralisca”: Fotografia di Salvatore Iaconis

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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