La situazione linguistica in India è molto complessa: in un unico territorio coesistono centinaia di lingue e dialetti, parlate da una popolazione che supera 1,4 miliardi di persone. Questa diversità è il risultato di millenni di storia, migrazioni e influenze culturali. Per analizzare questo mosaico linguistico, è necessario partire dai principali gruppi di lingue.
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I principali gruppi linguistici in India
Oggigiorno nel territorio indiano troviamo due principali gruppi linguistici, con una distribuzione geografica ben definita.
Gruppo Linguistico | Descrizione e diffusione |
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Lingue indoariane | Parlate da circa l’80% della popolazione, sono diffuse nel Nord e nel Centro dell’India. La lingua più importante è l’Hindi. |
Lingue dravidiche | Parlate da circa il 20% della popolazione, sono concentrate nel Sud dell’India. Le più diffuse sono il Telugu e il Tamil. |
Il restante 2-3% della popolazione appartiene ad altri gruppi linguistici (come l’austroasiatico e il tibeto-birmano). La situazione linguistica in India è ardua da analizzare perché imbattersi in lingue considerate *unclassified* (non classificate) è molto frequente, specialmente nella zona dell’Himalaya.
Le lingue ufficiali e le 22 lingue schedulate
Per governare questa immensa diversità, la Costituzione indiana ha adottato un approccio multilingue. A livello federale, le lingue ufficiali dell’Unione sono due:
- L’Hindi in alfabeto Devanagari.
- L’Inglese, definito come “lingua ufficiale sussidiaria”.
Inoltre, l’Ottavo Schedulo della Costituzione riconosce 22 lingue schedulate, che rappresentano le principali lingue regionali del paese e possono essere usate per scopi amministrativi a livello statale e per gli esami del servizio civile.
Il ruolo della lingua inglese in India
Quando l’inglese fu introdotto, non sradicò le lingue preesistenti, ma divenne una delle lingue del repertorio linguistico indiano. Essendo la lingua parlata dagli “uomini di potere” durante il periodo coloniale, l’inglese ha acquisito un prestigio più alto, dando origine a un fenomeno di elitarismo linguistico ancora oggi esistente. L’inglese non ha agito come una “lingua killer”, ma ha creato un divario tra chi lo parla, avendo accesso a uno status sociale più prestigioso, e chi non lo parla.
Forse il 30-40% degli indiani parla un po’ di inglese, ma si stima che solo il 2-5% lo padroneggi pienamente, un numero comunque molto elevato. L’India fa parte della seconda diaspora dell’inglese, in cui l’inglese è parlato come una seconda lingua, a differenza della prima diaspora (USA, Canada, Australia) in cui è diventato la lingua madre.
La storia dell’inglese e l’elitarismo linguistico
I primi contatti dell’India con l’inglese risalgono al 1600, con la creazione della East India Company. Inizialmente presente solo per ragioni commerciali, la compagnia contribuì alla progressiva infiltrazione della lingua inglese attraverso i suoi stabilimenti a Madras, Bombay e in altre città. Questo contatto ha avuto effetti duraturi sulla cultura indiana e ha dato origine a diverse varietà di inglese. L’inglese indiano è quello più rilevante, ma esistono anche comunità di indiani in altre parti del mondo, come in Sud Africa, che hanno sviluppato una propria varietà linguistica, fondendo caratteristiche dell’inglese indiano, dell’inglese sudafricano e dell’Afrikaans.
Fonte Immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 29/08/2025