Superstizione partenopea, realtà o fantasia?

Superstizione partenopea, realtà o fantasia?

Superstizione partenopea tra tradizione e credenze

Tutti conosciamo Napoli come la città del sole, del mare e della pizza. È inutile dire che Napoli è tanto altro, ma c’è una cosa in particolare che la distingue dal resto dell’Italia, se non dal mondo intero: l’arte della superstizione. Ma cosa si intende per superstizione? La superstizione o scaramanzia, come può essere anche chiamata, è una credenza irrazionale secondo cui diversi oggetti o comportamenti possono influenzare la maggior parte degli eventi futuri. Questa tradizione, ovviamente, non nasce da un giorno all’altro. È nel XVIII secolo che l’arte della scaramanzia partenopea ha iniziato ad essere parte integrante della cultura della città.

Secondo la leggenda, re Ferdinando IV, non sapendo della cattiva fama di un archeologo, lo invitò a corte. Tuttavia, i due non riuscirono mai ad incontrarsi perché re Ferdinando morì il giorno successivo. Cominciano, già da allora, a sorgere i primi amuleti della superstizione partenopea, come il ferro di cavallo, la corona d’aglio, ma, soprattutto, il corno!

Il cosiddetto “curniciello”, tra i principali simboli della superstizione partenopea, è considerato dal popolo napoletano un oggetto efficace contro il malocchio o, come si direbbe a Napoli, la “iettatura”. Il simbolo del corno è considerato di buon auspicio fin dal Neolitico per la sua forma fallica (rappresenta infatti, il fallo di Priapo, dio della prosperità) che lo rende un emblema di fertilità, virilità e forza fisica. Il suo colore tipico, il rosso, è simbolo di forza poiché richiama il fuoco e il sangue. Per essere efficace, però, il corno napoletano deve presentare alcuni requisiti: oltre che rosso, deve essere anche storto, appuntito e ricevuto in dono e, cosa molto importante, una volta rotto, non può essere aggiustato. Secondo la superstizione partenopea, infatti, il corno non si spezza mai a caso, bensì per proteggerti da un pericolo imminente, poiché rompendosi, attira su di sé l’infausta sorte che sarebbe dovuta toccare a te! A Napoli ci sono anche numerosi venditori ambulanti che, ogni giorno, attirano migliaia di turisti per vendere loro corni e altri oggetti per scacciare via la negatività e l’invidia della gente. Alcuni si avvicinano alle persone recitando una tipica espressione napoletana “sciò sciò ciucciuvé” che significa “via via civetta”, una sorta di scongiuro per scacciare il malocchio.

Ovviamente, le leggende e i riti sulla superstizione partenopea non finiscono qui! Se sei a Napoli e vedi gente cambiare direzione dopo che la strada è stata attraversata da un gatto nero, stare attenta a non passare mai il sale nelle mani di un altro commensale o disperarsi per aver rotto uno specchio, non meravigliarti! Ciascuna di queste cose nasconde dei significati misteriosi, ma tutti accomunati dal concetto di sfortuna. Se, infatti, uno specchio si rompe accidentalmente, questo comporterà ben 7 anni di disgrazia!

Insomma, per un napoletano verace la superstizione partenopea è qualcosa di così intrinseco nella realtà, nel suo modo di vivere, che è passata dall’essere leggenda a vera e propria quotidianità.

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Fonte dell’immagine in evidenza: Pixabay

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