Toyotismo: il sistema di produzione snella

Toyotismo: il sistema di produzione snella

Il Toyotismo (o Toyota Production System) è un sistema di produzione che, riducendo gli sprechi, mira a garantire una maggiore qualità. Questo metodo, come suggerisce il nome, nacque presso la casa automobilistica Toyota, in modo particolare dalla mente dell’ingegnere Taiichi Ōno, negli anni successivi al dopoguerra.

La crisi petrolifera

In Giappone, nel 1973, si presentò un’improvvisa crisi petrolifera, che evidenziò l’eccessiva dipendenza della nazione nei confronti delle importazioni di petrolio. Esso, infatti, costituiva la principale fonte energetica del paese, con circa l’80% dell’ «oro nero» proveniente dal Medio Oriente. La crisi fu causata dallo scoppio della guerra dello Yom Kippur, che ha visto lo scontro fra Israele ed i Paesi Arabi. Così, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) stabilì l’embargo del greggio per i paesi schierati con Israele, tra cui proprio il Giappone, la cui posizione era sostanzialmente formale. Nonostante il cambiamento di fazione, la crisi non cessò, a causa dell’aumento dei prezzo del petrolio, e di conseguenza di tutti i beni. Il risultato fu drammatico: aumento dell’inflazione e crisi economica (e di conseguenza, anche sociale). La risposta del Giappone fu caratterizzata da una politica industriale più sostenibile energeticamente, ed è proprio in questo contesto che si sviluppa la filosofia del toyotismo.

Il Fordismo

Il sistema del toyotismo potrebbe essere analizzato in antitesi con il fordismo, termine coniato per descrivere il metodo dell’industria automobilistica di Henry Ford. Elemento fondante del fordismo, era la catena di montaggio, che permetteva di mantenere una produttività costante, al costo di una maggiore alienazione da parte dei lavoratori. Oltre a porre le basi per il futuro del consumo di massa, questo sistema presuppone una domanda illimitata, che può funzionare nel momento in cui vi è una richiesta costante da parte dei consumatori. Motivo per cui, è evidente come ciò possa funzionare soltanto in paesi caratterizzati da un’economia fiorente, e con un tasso medio di benessere economico piuttosto alto. Nel caso del Giappone, anche a causa degli alti costi di produzione che caratterizzarono il dopoguerra, quel sistema non poteva più funzionare.

Il Toyotismo

Al contrario del fordismo, l’ideale del toyotismo non è più produrre quanto più possibile, ma quanto richiede il mercato. Nasce così il cosiddetto sistema «Just in time», che consente un minor spreco di risorse, permettendo, inoltre, una maggiore personalizzazione del prodotto. Altro elemento fondamentale del sistema, è l’importanza data al lavoro di squadra, fondamentale nella creazione di un ambiente lavorativo sano. Il successo del toyotismo, tuttavia, è dovuto anche dall’ottima disponibilità tecnologica del Giappone, che ha avuto il merito, a differenza dell’esempio americano, di utilizzare i macchinari per aiutare i lavoratori, senza provocare senso di alienazione.

Ad oggi, grazie alla sua filosofia, la Toyota è tra le case automobilistiche più proficue, oltre ad aver creato un vero e proprio modello, applicato anche in diversi ambiti della società giapponese. La filosofia del toyotismo, infatti, è stata adottata anche dai famosi konbini (da “convenience store”), i punti vendita sempre aperti, che nascono proprio dallo studio delle abitudini e delle preferenze della popolazione giapponese.

Fonte immagine: Pixabay

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