Se si volessero trovare degli attributi tipici dell’identità spagnola, sicuramente a tutti capiterebbe di pensare al flamenco, forma di musica e di danza di origine andalusa, oggi diffusa in tutto il mondo. Ma ciò che molti non sanno è che la storia del flamenco è molto più turbolenta e ben lontana dal concetto di identità fieramente spagnola che adesso sembra voler rappresentare. Scopriamo insieme perché.
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Le origini del flamenco: un’arte meticcia
Non esiste una data precisa per l’inizio della storia del flamenco, dato che esso è il frutto della mescolanza di molteplici culture che, durante i secoli XVII-XVIII, si sono incontrate. Il luogo originario del flamenco corrisponde a una regione del sud della Spagna, la bellissima Andalusia, famosa per i lasciti storici del periodo dell’occupazione araba, terminata con la Reconquista nel 1492.
Molti concordano sul fatto che la danza del flamenco sia di derivazione soprattutto gitana. I gitani spagnoli (il popolo Rom) sarebbero originari di una regione dell’attuale Pakistan, da cui vennero esiliati. Se a questa presenza si aggiunge la dominazione islamica durata otto secoli, è facile comprendere che il flamenco sia una conseguenza culturale della variopinta società del tempo. Per questa sua ricchezza e profondità, nel 2010 il flamenco è stato dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
Le tre componenti del flamenco: cante, toque e baile
Sebbene dagli anni ’70 abbia preso piede la cosiddetta fusion flamenca, la storia del flamenco ha sempre previsto una serie di caratteristiche precise, articolate in tre discipline fondamentali.
Componente | Descrizione |
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El Cante (il canto) | È l’anima del flamenco, un canto profondo e carico di sentimenti (cante jondo). Le diverse varianti stilistiche sono chiamate palos. |
El Toque (il suono) | È l’arte di suonare la chitarra flamenca. Il chitarrista (tocaor) non si limita ad accompagnare, ma dialoga con il canto e la danza. |
El Baile (il ballo) | La danza flamenca, caratterizzata da un’alta improvvisazione, dal battito dei piedi (zapateado) e dall’uso espressivo di braccia e mani. |
El cante
Per cante si intende qualsiasi tipo di performance canora di origine andalusa. Nel flamenco si articola come canto jondo, un canto andaluso carico di sentimenti; jondo è la pronuncia andalusa di hondo, che significa profondo. Per palo si intendono le varianti che compongono la tradizione cantata, come le Alegrias, le Bulerias, i fandangos e le Sevillanas, ballo di coppia considerato tra i più iconici del paese.
El toque
I chitarristi di flamenco sono chiamati tocaores. La chitarra, ovviamente classica, è una parte fondamentale e caratteristica. Anche i toques, come i canti, si differenziano in moltissimi modi a seconda del palo eseguito.
El baile
La performance più caratteristica del flamenco riguarda la danza che, come le altre due componenti, presenta un altissimo livello di improvvisazione. Fondamentale è il suono delle scarpe sul pavimento (zapateado), che forma parte del ritmo e che talvolta è contornato dall’utilizzo delle nacchere, o più semplicemente dal battito delle mani (las palmas).
La storia del flamenco: tra persecuzione e successo
Dalla metà del XIX secolo in poi, il flamenco iniziò a diffondersi, arrivando anche a Madrid e incontrando i gruppi elitari che cercarono di contrastarlo. Oltre a questo, fu fortemente criticato dagli ambienti ecclesiastici, che lo consideravano ai limiti della pornografia e inconcepibile da associare all’identità di un paese che si professava cattolico (basti pensare all’Inquisizione spagnola).
Fortunatamente, il popolo spagnolo accolse l’arte del flamenco, che iniziò a essere esibito soprattutto nei cafés cantantes, locali notturni dove il pubblico poteva assistere agli spettacoli. Il primo di questi venne aperto nel 1881 a Siviglia. Tra gli anni ’20 e ’50 del Novecento nasce l’opera flamenca, da esibire in teatri o nelle arene della corrida. Proprio negli anni ’50 nasce la cattedra di Flamencologia a Jerez, il cui scopo era studiare, preservare e diffondere l’arte del flamenco.
Il flamenco nel XXI secolo: tradizione e innovazione
Questa forma d’arte non è scampata alle influenze dei nuovi generi musicali, soprattutto urban e new wave. Tra chi accoglie questa nuova era della storia del flamenco troviamo le nuove generazioni. Mentre chi si schiera contro la contaminazione preferisce rivendicare lo status originario di una tradizione popolare che, nel diventare commerciale, perderebbe di significato.
Concludendo, che si preferisca ascoltare il flamenco sperimentale di Rosalía o quello tradizionale di Camarón de la Isla, ciò che è sicuro è l’impatto globale che questa forma d’arte è riuscita a lasciare e che non sembra vedere il proprio declino.
Fonte immagine di copertina: Freepik
Articolo aggiornato il: 26/08/2025