Ukiyo-zōshi: il genere letterario dei chōnin

Ukiyo-zōshi: il genere letterario dei chōnin

Con Ukiyo-zōshi (浮世草子 – “Libri del mondo fluttuante”) si indica un importante genere di narrativa popolare, nato durante il periodo Tokugawa.

Questa letteratura deve la sua genesi a svariati fattori storico-sociali, che analizzeremo, insieme alle sue caratteristiche principali.

L’ascesa dei Chōnin

Il periodo Tokugawa (1603-1868) è la fase storica giapponese in cui si assiste all’ascesa economica dei chōnin (町人 –  “cittadini”), costituiti da artigiani e principalmente mercanti. I presupposti che permisero l’arricchimento di questa classe sociale furono molteplici, come lo sviluppo della città di Edo (oggi Tokyo), che divenne un grande centro economico e culturale, con oltre un milione di abitanti. Il benessere economico, però, non permise alla nuova classe di migliorare il proprio status sociale, determinato da una rigida gerarchia, in cui essi occupavano l’ultimo posto. Fu proprio questo il fattore determinante per la nascita di molte nuove forme d’arte che raffigurassero il mondo dei chōnin , come il teatro kabuki, la forma poetica dello haiku ed, ovviamente, l’ukiyo-zōshi.

Ukiyo

Un altro elemento, o meglio concetto, fondamentale è la nuova interpretazione del termine ukiyo. Esso, come afferma lo scrittore Ivan Morris, originariamente indicava «il principio fondamentale buddista della transitorietà del tutto», che in questo periodo iniziò a designare il cosiddetto «Mondo Fluttuante», caratterizzato da un sentimento di leggerezza e dal piacere. Importanti, infatti, nella letteratura dell’ukiyo-zōshi, furono i quartieri del piacere, frequentati soprattutto dai chōnin.

Saikaku e la nascita dell’ukiyo-zōshi

Il genere dell’ukiyo-zōshi è legato alla figura di Ihara Saikaku. Egli fu uno scrittore del periodo Tokugawa, la cui vita, però, ci è perlopiù ignota. Probabilmente, era figlio di chōnin ed inizialmente si dedicò alla poesia, per poi passare alla più libera prosa. Liberandosi dalle restrizioni della poesia, riuscirà ad esprimersi al meglio, raggiungendo un’enorme notorietà. Saikaku si rifà al genere dei kanazōshi (仮名草子 – “Libri scritti in kana”), probabilmente il primo prototipo di letteratura commerciale giapponese. Erano opere brevi che, essendo scritte in grafia kana (il sillabario fonetico giapponese), potevano essere lette più facilmente dai cittadini comuni. Le storie erano tutte accomunate dai loro destinatari: i chōnin. Nonostante ciò, fino a quel momento, il genere non ebbe un gran successo. Fu proprio Saikaku, con i suoi scritti, successivamente denominati ukiyo-zōshi, a donare una nuova linfa al genere.

Caratteristiche dell’ukiyo-zōshi

Così come i kanazōshi, gli scritti dell’ukiyo-zōshi si rivolgono ai cittadini comuni. I temi trattati rispecchiavano, come suggerisce il nome, la vita di quel «Mondo Fluttuante» caratterizzato dall’ edonismo e dal denaro. Spesso, i quartieri di piacere fanno da sfondo ai racconti di Saikaku, dove i protagonisti devono fare i conti con il conflitto tra sentimenti umani (ninjō) e doveri sociali (giri). Aspetto fondamentale è il realismo dei racconti: la società è sempre descritta in modo chiaro e veritiero, costituendo, oltretutto, una preziosa testimonianza del passato. In secondo luogo, l’elemento didattico è spesso presente, in un tentativo di mettere in guardia, istruire, gli abitanti delle grandi città. Tutto ciò attraverso un linguaggio che ha il merito di essere estremamente preciso e sintetico. Infine, un elemento comune, non solo a queste opere, ma a tutta la narrativa giapponese del tempo, era il legame tra scrittura e pittura, testimoniato dalla presenza di illustrazioni.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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