Velia, storia di un’antica polis greca

Velia, storia di un'antica polis greca

Il Parco archeologico di Elea-Velia, noto anche come Scavi di Velia, è situato nel pieno Parco Nazionale del Cilento, a poca distanza da Paestum, nel comune di Ascea, in provincia di Salerno. La fondazione di Velia risale al 540 a.C. circa, considerata ancora oggi una preziosa testimonianza di quella che era una polis della Magna Grecia. La polis è la città-Stato dell’antica Grecia, caratterizzata da un’attiva partecipazione degli abitanti, liberi, alla vita politica.

La storia di Velia

L’antica città di Elea, che deriva il suo nome da una sorgente locale chiamata Hyele, nasce ad opera di un gruppo di esuli provenienti da Focea (nell’attuale Turchia) che volevano sfuggire ai persiani. Dopo un lungo viaggio, arrivano nel Mar Mediterraneo insediandosi sulla costa cilentana, in particolare a seguito della battaglia di Alaia contro Etruschi e Cartaginesi. Intorno al V secolo la città assunse importanza dal punto di vista culturale, in quanto patria della scuola filosofica eleatica con Parmenide, il filosofo dell’Essere, e i suoi allievi Zenone e Melisso di Samo, che rendono Velia patrimonio dell’umanità. La posizione elevata al di sopra di un promontorio a picco sul mare, la rendeva molto forte. Raggiunge un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e in gran parte dell’età romana, quando il suo nome viene modificato in Velia, come è conosciuta tutt’ora, divenendo un municipio romano, ma riuscendo comunque a mantenere la sua autonomia.
Durante il Medioevo, gli abitanti si rifugiarono nella parte alta dell’Acropoli, sulla sommità, a causa dell’avanzamento di terreno paludoso; presto iniziò il progressivo declino della città, dovuto anche alla costruzione della Via Popilia, che collegava Roma al sud della Penisola e che escludeva Velia, costretta ad un lento isolamento ed impoverimento. Alla fine del Medioevo, diventò feudo dei Sanseverino, e dal 1669 le tracce della città si persero completamente. Le prime notizie del sito di Velia si hanno nell’Ottocento, anche se gli scavi iniziano nel Novecento, continuando ad essere tutt’oggi oggetto di studio e ricerche per la sua storia.

Il Parco Archeologico

Oggi il parco, immerso totalmente nella natura, merita di essere visitato con le sue numerose testimonianze archeologiche. Il tour inizia con la città bassa, dove gran parte delle costruzioni risalgono all’età ellenistica e romana. Il viale di ingresso fiancheggia la cinta muraria davanti la quale è presente una necropoli di età imperiale. L’ingresso vero e proprio all’antica polis è rappresentato da Porta Marina Sud, che è protetta da una torre; proseguendo, sulla destra si trova un edificio pubblico al quale sono state attribuite varie funzioni, tra cui quella di una palestra o scuola medica. Salendo verso l’acropoli, in quello che corrisponde al centro abitato più antico di Velia, sono visibili resti di abitazioni. Sull’acropoli, invece, rimane un teatro costruito in età romana sui resti di un tempio ancor più antico. Gli edifici sono stati danneggiati nel Medioevo, quando è stato costruito un castello. Di questo periodo sopravvivono ancora due chiese, delle mura e la Torre Angioina. La Torre di Velia domina gli scavi, è ben conservata e visibile dal mare, ma il vero fulcro è la così detta Porta Rosa, che consente di accedere alla parte settentrionale della città, ed è un esempio di uso dell’arco nell’architettura greca.

Di recente, nel febbraio del 2022, Il Ministero della Cultura ha comunicato il ritrovamento di resti del tempio arcaico di Atena sull’acropoli di Elea-Velia: sono state rinvenute ceramiche dipinte, armature, armi ed equipaggiamenti da battaglia. Probabilmente si tratta di offerte votive per la dea Atena successive alla guerra, che arricchiscono ulteriormente le testimonianze di quella che era una ricca polis greca, Velia.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Mariagrazia Marino

Vedi tutti gli articoli di Mariagrazia Marino

Commenta