Ghost town: le 5 da visitare negli Stati Uniti

Ghost town: le 5 da visitare negli Stati Uniti

Quando si dice Stati Uniti non si può non pensare alla conquista dell’Ovest, che nella corsa all’oro ha avuto uno dei suoi momenti fondamentali. Ed è quasi impossibile che non tornino alla mente le celebri ghost town, cittadine fantasma che, ai primi del Novecento, vennero abbandonate di punto in bianco all’esaurirsi delle miniere. Visitiamone 5 assieme!

1. Kennecott, Alaska

Kennecott, situata nell’area del censimento del fiume Copper, in Alaska, a nord-est di Valdez, fa parte del Parco nazionale e della riserva di Sant’Elia. Fu un sito importante per i minatori di rame nei primi anni del 1900. Verso i primi anni ’30, la maggior parte delle miniere di rame si esaurì, costringendo i lavoratori e gli abitanti a lasciare la città per cercare opportunità altrove. L’ultimo treno partì da Kennecott a novembre del 1938 con a bordo solo una famiglia di tre persone che si era occupata fino ad allora della sicurezza della città. La maggior parte dei turisti si reca a Kennecott per visitare le antiche miniere di rame e gli edifici, all’interno dei quali gli operai hanno lasciato numerosi effetti personali, ma anche per visitare la riserva di St. Elias e le catene montuose di Wrangell. L’area è stata denominata National Historic Landmark nel 1986.

2. Bannack, Montana

Bannack è una ghost town nella Contea di Beaverhead, in Montana. Venne fondata nel 1862, stesso anno in cui venne scoperta nei pressi una miniera d’oro da parte dei membri del Colorado Pike Peakers. Nel pieno della sua attività, la città raggiunse una popolazione di circa 3000 abitanti. Nel 1881 terminò la corsa all’oro e la città cominciò ad avviarsi verso il declino. L’ultimo residente risale al 1970. La città si è conservata abbastanza bene: si può percorrere la via principale sulla quale si affacciano le case, i saloon, le officine ed è, inoltre, possibile prenotare la Ghost Walk e, di notte, inoltrarsi nel buio della ghost town per incontrare le anime in pena della vecchia cittadina.

3. St. Elmo, Colorado

St. Elmo si trova nella contea di Chaffee, in Colorado. Il nome St. Elmo è stato scelto da uno dei fondatori ed è riferito ad un romanzo rosa che egli stava leggendo. Vi si stabilirono circa 2000 persone quando l’estrazione di oro e argento decollò e raggiunse il suo apice nel 1890, quando l’attività mineraria divenne l’attività principale della città. La maggior parte degli abitanti, infatti, lavorava nella miniera principale di Mary Murphy. L’industria mineraria cominciò a scemare gradualmente negli 1920, portando all’interruzione dei servizi ferroviari e alla definitiva scomparsa della città, costringendo la maggior parte della popolazione a trasferirsi fuori città per cercare altre opportunità. Tuttavia, alcune persone continuarono a risiedere nella città, difatti il servizio postale si concluse dopo la morte del direttore dell’ufficio postale avvenuta nel 1952.

4. Rhyolite, Nevada

Rhyolite è una città fantasma nella Contea di Nye nel Nevada. Siamo in mezzo al deserto, vicino all’ingresso della Death Valley. All’inizio del 1900 venne scoperta una vena d’oro e in soli 5 anni la città passò da 0 a 5.000 abitanti. La fine di Rhyolite fu rapida tanto quanto il suo sviluppo, la storia è la stessa: inizia a scarseggiare oro e gli investitori fuggono verso nuove mete, portando nel 1910 in primo luogo alla chiusura delle miniere e, in seguito, alla chiusura delle banche, dell’ufficio postale e della stazione, fino al blocco definitivo della fornitura di energia elettrica. Gli abitanti si ridussero a sole 14 persone e Rhyolite divenne ufficialmente una città fantasma, della quale resta davvero poco. L’attrazione più interessante è rappresentata sicuramente dalle installazioni permanenti molto suggestive del museo a cielo aperto. In particolare, ricordiamo Albert Szukalski, un’artista belga che, nel 1984, propose un’installazione permanente che rivisitava la famosa Ultima cena di Leonardo Da Vinci, in chiave decisamente più “spettrale”.

5. Calico, California

Calico è una città mineraria ormai abbandonata che si trova a circa 200 km da Los Angeles in direzione Las Vegas nel deserto del Mojave (sud California). Venne fondata nel 1881 poiché fu scoperta una ricca miniera d’argento e arrivò a contare, nel periodo di massimo splendore, più di 1200 abitanti. Con l’esaurirsi della miniera la popolazione iniziò a lasciare Calico, l’ultima abitante fu Miss Lucy Bell Lane rimasta nella cittadina e deceduta negli anni ’60. Negli anni ’50 Walter Knott, un noto imprenditore della zona, acquisto la città e restaurò tutti i suoi edifici per renderla identica a com’era negli anni della corsa all’argento. Difatti, solo pochi edifici sono reali, come il Lil’s Saloon, il General Store e il Joe’s Saloon, per il resto sono tutti ricostruiti. Nel 2005 Calico fu dichiarata dall’allora governatore  Arnold Schwarzenegger, The Phantom City of the Silver Fever (la città fantasma della febbre dell’argento).

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Costantino Gisella

Sono nata a Napoli nel 1977 e sono cresciuta con la musica di Pino Daniele, i film di Massimo Troisi e il Napoli di Maradona. Ma non sono mai stata ferma e infatti metà del mio cuore e’ nel Regno Unito dove ho vissuto per svariati anni. Dopo l’esperienza all’estero, ho deciso di iscrivermi all’ Università di Napoli “L’Orientale” (sono laureanda in Lingue e Culture dell’Europa e delle Americhe) per specializzarmi in quella che è la mia passione più grande: la letteratura anglo-americana. Colleziono dischi in vinile, amo viaggiare e non rientro mai da un posto senza aver assaggiato la cucina locale perché credo che sia il modo migliore per entrare realmente in contatto con culture diverse dalla mia.

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