Il brutalismo a Praga e le sue perle

Le perle del brutalismo a Praga

Il Brutalismo è una corrente architettonica che ha lasciato un segno indelebile nel panorama urbano di molte città del mondo, e Praga non fa eccezione. Caratterizzato dall’uso massiccio del cemento grezzo (béton brut in francese), da forme geometriche audaci e da una monumentalità spesso imponente, il Brutalismo ha suscitato ammirazione e critiche, ma rimane una testimonianza importante di un’epoca e di un’ideologia. Scopriamo insieme gli edifici brutalisti più significativi di Praga, simboli di un passato controverso e di un presente in continua evoluzione architettonica.

Brutalismo a Praga: un viaggio nell’architettura del cemento grezzo

Cos’è il Brutalismo? Origini e caratteristiche di uno stile controverso

Le Corbusier e il *béton brut*

Il Brutalismo nasce tra gli anni ’50 e ’70 del Novecento, e trae ispirazione dall’opera di Le Corbusier, in particolare dalla sua Unité d’Habitation a Marsiglia. Il termine “Brutalismo” deriva dal francese béton brut, che significa “cemento grezzo” o “cemento a vista”, il materiale prediletto da questa corrente architettonica. Le Corbusier usò questo materiale per la prima volta nel dopoguerra, per la ricostruzione in Francia.

La diffusione del Brutalismo in Europa e oltre la cortina di ferro

Il Brutalismo si diffuse rapidamente in Europa, soprattutto nel Regno Unito e nei paesi dell’Europa orientale, dove divenne uno stile architettonico associato al regime comunista e alla sua ideologia. Gli edifici brutalisti si distinguono per la loro imponenza, le forme geometriche squadrate, la ripetizione di elementi modulari e, naturalmente, per l’uso del cemento a vista, spesso lasciato grezzo, senza intonaco o rivestimenti.

Il Brutalismo a Praga: un’eredità del periodo comunista

Il contesto storico e architettonico

Praga, capitale dell’allora Cecoslovacchia comunista, fu un terreno fertile per la diffusione del Brutalismo. Molti edifici pubblici, centri commerciali, stazioni e complessi residenziali furono costruiti in questo stile tra gli anni ’60 e ’80. Questi edifici, con la loro estetica austera e imponente, rappresentavano la forza e la modernità del regime, ma anche il controllo e l’uniformità imposti alla società e all’architettura stessa.

Il dibattito sulla conservazione degli edifici brutalisti

Oggi, molti di questi edifici brutalisti sono oggetto di un acceso dibattito. Alcuni li considerano brutti e opprimenti, simboli di un passato da dimenticare, mentre altri ne apprezzano l’originalità, la forza espressiva e il valore storico e architettonico. Non mancano iniziative per la loro rivalutazione e conservazione, come il progetto Zupagrafika, che promuove la conoscenza e l’apprezzamento dell’architettura brutalista attraverso pubblicazioni, mostre e tour guidati, per far comprendere al meglio questo stile.

Gli edifici brutalisti più significativi di Praga: un itinerario

Il complesso Transgas: un esempio di brutalismo in pieno centro

Costruito tra il 1972 e il 1978, il complesso Transgas si trova nel cuore di Praga, a pochi passi dalla celebre Piazza San Venceslao. È composto da tre edifici principali, caratterizzati da forme geometriche audaci, facciate in cemento a vista e finestre incassate. Il complesso, originariamente sede di un’azienda statale per la distribuzione del gas, è oggi considerato uno degli esempi più significativi e controversi di architettura brutalista a Praga, un esempio di stile architettonico che divide l’opinione pubblica.

Il Nuovo edificio del Museo Nazionale: dalla Borsa a Radio Free Europe

Situato di fronte al complesso Transgas, il Nuovo edificio del Museo Nazionale di Praga è un’imponente struttura in cemento grigio a più livelli, che domina la piazza sottostante. Costruito negli anni ’60, l’edificio ha ospitato in passato la Borsa di Praga e, successivamente, la sede di Radio Free Europe, l’emittente radiofonica finanziata dagli Stati Uniti che trasmetteva notizie e informazioni nei paesi del blocco comunista. Oggi, l’edificio fa parte del complesso del Museo Nazionale, ospitando mostre temporanee ed eventi culturali, rappresentando un importante pezzo di storia.

Il centro commerciale Kotva: un alveare di cemento e vetro

Nel centro della Città Vecchia di Praga, tra piazza della Repubblica e via Rybná, si trova il centro commerciale Kotva, uno dei primi grandi magazzini della Cecoslovacchia. Costruito negli anni ’70, l’edificio si distingue per la sua particolare forma ad alveare, con moduli esagonali in cemento a vista che si ripetono sulla facciata. Oggi, la facciata è in parte coperta da insegne pubblicitarie, ma la struttura originale rimane ben visibile, testimoniando un’epoca in cui il cemento era il materiale prediletto per questo tipo di costruzioni.

La Nová Scéna: un audace dialogo tra vecchio e nuovo

La Nová Scéna, la nuova scena del Teatro Nazionale di Praga, è forse l’edificio brutalista più controverso e discusso della città. Costruito negli anni ’80, il palazzo è un parallelepipedo rivestito da oltre 4000 mattoni di vetro soffiato, che creano un effetto di trasparenza e di riflessione della luce. La Nová Scéna si inserisce in un contesto storico e architettonico delicato, accanto agli edifici neorinascimentali del Teatro Nazionale, generando un contrasto audace e provocatorio, che ancora oggi divide l’opinione pubblica e gli esperti di architettura e urbanistica, creando un interessante dialogo tra passato e futuro.

Altri esempi di architettura brutalista a Praga e il progetto Zupagrafika

Oltre agli edifici menzionati, Praga offre molti altri esempi di architettura brutalista, come l’Hotel InterContinental, la stazione ferroviaria di Hlavní nádraží e il complesso residenziale di Invalidovna.
Il progetto Zupagrafika, fondato da David Navarro e Martyna Sobecka, si dedica alla documentazione, alla valorizzazione e alla promozione dell’architettura brutalista e modernista dell’Europa orientale, attraverso pubblicazioni, poster, modelli in carta e tour guidati. Grazie al loro lavoro, molti edifici brutalisti stanno ricevendo una nuova attenzione e un nuovo apprezzamento da parte del pubblico e della critica, aprendo un dibattito importante sul futuro di questo patrimonio architettonico.

Immagine in evidenza: Wikimedia commons

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