Il Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, alla scoperta della storia locale del Polesine

Museo dei Grandi Fiumi

Il Museo dei Grandi Fiumi è uno dei poli culturali visitabili della città di Rovigo. Il museo, situato nel Monastero degli Olivetani, narra le vicende della città veneta e del territorio del Polesine dalla Preistoria al Rinascimento tramite un percorso pluridisciplinare. L’archeologia, la storia antica, medievale e moderna, la paleontologia, la biologia, l’antropologia e la geologia, assieme alle scienze nautiche, all’ingegneria edile, urbana, idrica e all’agronomia, collaborano tra loro per raccontare la storia di Rovigo e del suo territorio, una terra bagnata da due fiumi: il Po e l’Adige.

I fossili e la paleografia nella prima sezione del Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo

Il percorso espositivo del Museo dei Grandi Fiumi inizia con una prima sala dedicata ai fossili rinvenuti sulle Dolomiti venete, fossili di una specie di mollusco estintasi- il megalodonte. Nel corso degli anni, sull’attuale catena montuosa del Nord-Est sono stati rinvenuti numerosi esemplari di creature marine. Questo ci presenta una penisola diversa da quella attuale, poiché le acque sommergevano gran parte delle pianure italiane.

Lo spazio tematico dedicato all’Età del Bronzo nel Polesine: fra palafitte, pire funerarie e necropoli

Museo dei Grandi FiumiIn seguito, i visitatori potranno conoscere il territorio di Rovigo durante l’Età del bronzo. In Oriente erano sorte civiltà come quelle mesopotamiche e quella egizia. Il Mar Egeo conobbe le floride civiltà minoica e micenea; invece, per quanto riguarda il resto dell’Europa, si erano diffuse costruzioni megalitiche come il caso di Stonehange in Inghilterra oppure le Tombe dei Giganti e le Nuraghe in Sardegna.

I siti archeologici raccontati nel Museo dei Grandi Fiumi sono quelli di Canàr di Castelnovo Bariano, quello di Larda di Gavello e le Necropoli di Frattesina a Fratta Polesine. L’aiuto per immaginare questo viaggio nel tempo ci viene fornito dalla presenza di reperti autentici (per esempio il Cavallino-carro solare di Frattesina) oppure una serie di diorami che ricostruiscono luoghi del rodigino e del polesine, come la Capanna di Frattesina.

La storia dell’ambra, ovvero l’Oro del Nord

Museo dei Grandi FiumiInoltre, il polo culturale racconta anche la storia di un bene di lusso che coinvolse la popolazione del rodigino e del polesine: l’ambra. “L’oro del nord” (descritto diversi secoli dopo da Plinio il Vecchio in Historia Naturalis e da Tacito nella Germania) viaggiava attraverso una gigantesca rete commerciale che partiva dal Baltico attraversando l’attuale territorio tedesco, per poi attraversare le Dolomiti e arrivare in Pianura padana, per essere acquistata da mercanti greci o fenici ed essere venduta in Oriente.

Il terzo percorso espositivo del Museo dei Grandi Fiumi: dall’Età del ferro all’arrivo dei Romani

Successivamente, i visitatori del museo rodigino si trovano nella sezione dedicata all’Età del ferro. Gli antichi regni del Levante e dell’Egitto erano stati conquistati dall’Impero persiano, nell’Egeo era accresciuta la forza di alcune poleis greche, le quali avevano colonizzato l’Italia meridionale affrontando la concorrenza cartaginese. Invece, nel resto del continente si erano diffuse le tribù celtiche originarie della Germania renana. 

Museo dei Grandi FiumiL’attuale territorio di Rovigo risulta conteso fra le popolazioni venete e l’influenza degli Etruschi. Il Museo dei Grandi Fiumi presenta due civiltà diverse: quella etrusca e quella greca. Il sito archeologico di interesse presentato in questa sezione è l’insediamento rurale di San Cassiano di Crespino e la Necropoli di Balone. L’ultima parte della storia antica si concentra sull’Età romana in merito alle conoscenze ingegneristiche di questo popolo.

Dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente all’arrivo dei Longobardi: un’età di transizione per Rovigo

Museo dei Grandi FiumiSuccessivamente, il Museo dei Grandi fiumi affronta l’Età medievale. Il 476 è la data convenzionale per indicare l’inizio di questa epoca; dal momento che, l’Impero romano d’Occidente era stato sostituito dai Regni romano-barbarici dei Franchi, Ostrogoti, Visigoti, Vandali, Burgundi e Gepidi. Nel VI secolo l’Italia tornò ad essere oggetto di disputa fra gli Ostrogoti e le truppe bizantine di Belisario e dell’imperatore Giustiniano, però perse la propria identità politica e conobbe l’arrivo dei Longobardi. Il sito di interesse dell’archeologia medievale locale è fra i comuni di Gaiba e Ficarolo con i gioielli della Dama di Chiunsano.

L’età rinascimentale: la bonifica delle paludi e l’arte della ceramica di lusso

L’ultima sezione del Museo dei Grandi Fiumi, la quale era stata inaugurata nel 2014 (come affermato nella sezione apposita del sito ufficiale), è quella dell’Età rinascimentale. Il territorio del Polesine fu bonificato sul volere della Casata d’Este di Ferrara e della Repubblica marinara di Venezia. Una serie di ceramiche sono la testimonianza di un artigianato di lusso tipico di un’epoca che conobbe notevoli mutamenti. La scoperta dell’America, da parte di Cristoforo Colombo, cambiò la storia europea decretando la fine del Medioevo e della sua visione del mondo.

Fonte immagine di copertina: Salvatore Iaconis

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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