Aperto al pubblico dal 1759, il British Museum è ad oggi uno dei musei più importanti del mondo. Esso vanta una collezione di circa 8 milioni di pezzi, che appartengono a diverse fasi dell’evoluzione umana e a diversi luoghi geografici, permettendo così di avere al suo interno una varietà culturale che non smette mai di affascinare numerosissimi turisti. Aperto ogni giorno dalle 10 alle 17, ad eccezione del venerdì, in cui l’orario di chiusura è alle 20:30, è sicuramente tra i musei di Londra più apprezzati, grazie alla sua collezione: le opere del British Museum lasciano i visitatori senza fiato e tra di esse ce ne sono alcune di immenso valore per l’umanità.
Fonte immagine: Wiki Commons (fotografo: Hans Hillewaert)
La stele di Rosetta: una delle opere del British Museum più celebri
La stele di Rosetta è una stele egizia, risalente al 196 a. C., con un’iscrizione divisa in 3 registri, ognuno dei quali riporta lo stesso messaggio, ma in grafie diverse, ovvero geroglifci, demotico e in un’altra lingua, il greco antico. Scoperta nel 1799 dai conquistatori di Napoleone, essa prende il nome dal luogo del ritrovamento. Considerata una delle opere del British Museum di maggiore importanza, questa stele ha permesso per la prima volta nella storia di decifrare i geroglifici egizi, grazie soprattutto al lavoro dello studioso francese Jean-François Champollion. In questo modo è stato possibile interpretare anche il significato della stele: si tratta di un decreto in onore del faraone Tolomeo V Epifane. Eretta in occasiono del primo anniversario del suo regno, era un modo per un gruppo di sacerdoti di giurargli fedeltà in un periodo complesso quale quello della rivolta interna in corso in Egitto all’epoca. La stele fu portata al British Museum nel 1802, dove resta conservata nella stanza n4.
Fonte immagine: archivio personale
I marmi del Partenone, un capolavoro conteso
Spostandoci invece nel mondo greco, troviamo tra le opere conservate nel British Museum il gruppo scultoreo dei marmi del Partenone. Come suggerisce il nome, essi erano posti sui frontoni del grande tempio collocato sull’Acropoli di Atene. I lavori di rimozione si svolsero tra il 1801 e il 1812 per opera del conte Thomas Bruce di Elgin, che ottenne il permesso di compiere queste operazioni. Tuttavia, l’ingente somma di denaro necessaria e i danni riportati dalle statue durante il trasporto suscitarono non poche critiche. Dal 1816 furono portati al British Museum e sono ancora oggi conservati qui, nella galleria Duveen. Il gruppo scultoreo fu ideato da Fidia per volontà di Pericle, lo stratega ateniese che nel V secolo a. C. portò al massimo splendore la città di Atene. Nel frontone orientale era rappresentata la scena della nascita di Atena, di cui ci restano solo alcune statue raffiguranti le divinità presenti ad assistere. Su quello occidentale, invece, è raffigurata la disputa tra Atena e Poseidone per il possesso dell’Attica, anche se le figure dei due dei sono andate perdute.
Fonte immagine: Wiki Commons (fotografo: Denis Bourez)
Lo Stendardo di Ur: la celebrazione di un regno in un’opera del British Museum
Un’ulteriore opera del British Museum che merita di essere menzionata è sicuramente lo Stendardo di Ur. Si tratta di uno stendardo sumero risalente al 2500 a. C. e venuto alla luce nel momento del ritrovamento della necropoli reale di Ur tra il 1927 e il 1928. È una cassa in legno con una decorazione a intarsio policromo di lapislazzuli e conchiglie. Probabilmente lo scopo per cui era stato creato era quello di celebrare la regalità attraverso raffigurazioni divise su tre registri, che partono dal basso verso l’alto, culminando con la figura del sovrano. Ci sono infatti due lati, uno denominato “della pace” e l’altro “della guerra“. Sul primo è raffigurato un banchetto con il re e i membri della corte, mentre sul secondo è rappresentato il trionfo delle truppe sui nemici e l’esaltazione della vittoria. Acquisito dal British Museum nel 1928, ad oggi lo Stendardo di Ur è esposto nella sala 56.
Fonte immagine di copertina: Wiki Commons (fotografo: Ham)