Il teatro ad Atene: aspetti, temi e generi

Il teatro ad Atene in epoca classica

Il teatro ad Atene era una delle principali manifestazioni della cultura della città. Anche se i primi spettacoli risalivano all’epoca della tirannide di Pisistrato, esso era l’espressione più evidente della civiltà democratica. Infatti, il teatro ad Atene non era riservato esclusivamente a pochi spettatori di elevato livello culturale, ma a tutta la cittadinanza, riunita soprattutto nel teatro di Dioniso ai piedi dell’acropoli, che poteva contenere all’incirca 15.000 spettatori, ovvero la grande maggioranza di cittadini maschi e adulti. Non si sa con certezza se le donne assistessero normalmente alle rappresentazioni: non tanto per un divieto esplicito, risulta infatti da alcune fonti che vi fossero talvolta delle spettatrici, quanto perché era ritenuto poco decoroso per una donna libera parteciparvi.

Il teatro ad Atene: aspetti tecnici

Il teatro ad Atene era prima di tutto un rito collettivo e nello stesso tempo una grande festa pubblica organizzata dallo Stato. Lo spettacolo teatrale era composto da recitazione, musica e danza. Lo spazio circolare situato al centro del teatro era detto orchestra, ovvero il luogo dove si danza, ed era riservato al coro. Quest’ultimo era formato da dodici o quindici membri che accompagnavano le varie fasi dell’azione danzando e cantando; questi non erano professionisti, ma giovani cittadini selezionati da tutte le tribù. Gli attori invece recitavano su una sorta di palcoscenico detto scena, parole derivante dal greco il cui significato è tenda. Sia il coro sia gli attori recitavano indossando maschere di cuoio con le fattezze dei vari personaggi; anche i ruoli femminili erano recitati da attori maschi. Il teatro ad Atene prevedeva due tipi di rappresentazione: la tragedia e la commedia. I concorsi tragici si svolgevano durante le Grandi Dionisie, feste che si celebravano all’inizio della primavera, e lo Stato affidava la messinscena dei vari drammi a cittadini ricchi tramite le liturgie: questi provvedevano a stipendiare i poeti, gli attori, i musicisti e i danzatori. Le feste teatrali erano festival in cui i poeti, tre per ogni singola festa, si affrontavano: ciascun poeta metteva in scena tre tragedie e un dramma satirico e alla fine una giuria sorteggiata tra gli spettatori proclamava il vincitore.

I generi teatrali: la tragedia e la commedia

La tragedia non era un semplice spettacolo, ma un evento religioso e politico, fondamentale per l’intera cittadinanza. I temi che gli autori mettevano in scena, infatti, riflettevano problemi e idee dibattuti all’interno della polis. Benché la trama delle tragedie fosse quasi sempre tratta dal mito eroico, l’autore interpretava questi contenuti leggendari alla luce del particolare momento politico e culturale. Il massimo fulgore del teatro ad Atene si ebbe nel periodo delle guerre persiane e della guerra del Peloponneso; fu allora che la tragedia venne illustrata dai più grandi tragediografi mai conosciuti dalla storia, come Eschilo, cantore delle glorie antiche della città, Sofocle ed Euripide, quest’ultimo autore provocatorio che osava sfidare le idee convenzionali del pubblico, reinterpretando i miti in chiave nazionalista e psicologica. La commedia fu, con la tragedia, la principale invenzione letteraria del teatro ad Atene: si sviluppò da processioni e rituali connessi alle feste propiziatorie della fertilità, durante le quali il riso, gli scherzi e il linguaggio osceno avevano un preciso significato rituale. Le commedie venivano rappresentate durante le feste Linee, a febbraio, e durante le Grandi Dionisie, quando si mettevano in scena anche le tragedie. La commedia antica era una commedia politica: sulla scena, infatti, comparivano non personaggi tratti dal mito eroico, come nella tragedia, ma personaggi realistici di cui veniva offerta un’immagine caricaturale come, per esempio, uomini politici messi alla berlina, privati cittadini derisi per i loro vizi, poeti o filosofi beffeggiati. La commedia era dunque l’espressione della parresia, cioè della libertà di parola che era il diritto più importante per ogni cittadino democratico. Così come accadeva per la tragedia, anche alle rappresentazioni comiche assisteva una grande massa di cittadini. La commedia poteva quindi essere utilizzata dal potere come un utile strumento in grado di influenzare l’opinione pubblica. Il massimo esponente della commedia antica fu Aristofane, che esordì deridendo ferocemente Cleone, l’uomo chiave della democrazia ateniese del tempo.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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