Lo sport nella cultura di massa inglese gioca una funzione di perno, affermandosi come simbolo di identità nazionale.
La disciplina sportiva nel Regno Unito ha subito col passar dei secoli notevoli sviluppi, e accostata ad un progresso economico e culturale ha potuto godere di incentivi tali che le hanno concesso un ingresso sempre più dirompente all’interno della società anglosassone.
Football, cricket, rugby, polo e tennis: tantissimi gli esempi di pratiche sportive e atletiche che potremmo citare e che hanno reso il suolo inglese per quel che conosciamo oggi. I media, quali importanti stazioni radiofoniche come la BBC, aiutano alla diffusione e a tenere aggiornati tantissimi appassionati sui più grandi eventi sportivi. Nel Regno Unito, sotto direzione della BBC, vi è BBC Radio Live 5: principale stazione radio nazionale che si occupa di sport.
Il calcio, o football in inglese, è uno degli sport più amati dal popolo britannico, ed è col contributo della Gran Bretagna se si è giunti alla sua versione contemporanea. Lo sport che conosciamo oggi nacque ufficialmente nel 19esimo secolo dopo numerosi tentativi del governo di regolamentare la disciplina sportiva, privandola di un carattere violento che contraddistingueva quello che veniva definito folk football (“calcio popolare”).
Si arriva così alla Football Association (spesso letta con l’acronimo FA) nel 1800, che codifica il calcio cedendo uniformità allo schema di gioco. Infatti, a quei tempi non si poteva parlare di un football standardizzato, ma di modelli assai variegati e spesso in conflitto fra loro.
Questo serve a farci capire come lo sport nella cultura di massa inglese si rifaccia anche a prime consuetudini della fascia popolare, vantando di una genealogia davvero lunga che ha instillato senso di appartenenza alla nazione e un fattore identificativo non trascurabile.
Quali sono gli sport più praticati dagli inglesi?
I giochi di squadra sono proficui in popolarità e incassi, ma vengono promosse anche tante discipline individuali di matrice olimpica, come ciclismo, triathlon e nuoto. Difatti, alle Olimpiadi (tra l’altro ospitate più volte entro i propri confini) la partecipazione di giovani stelle sportive della Gran Bretagna è ammirevole, dimostrando come ai livelli superiori ci sia un variegato interesse verso discipline che non necessariamente sono nate sul territorio. Vale anche per hockey sul ghiaccio, basket e baseball.
Oltre al sopracitato football, spazio d’onore lo si riserva anche al rugby, patrimonio del Paese, che trae il nome dall’omonima città in cui sorse.
Scoprire il rugby
Se si parla di sport nella cultura di massa inglese non si può non compiere un breve iter attraverso l’Inghilterra del Nord, terra natale di uno dei giochi sportivi più popolari e che si è diffuso anche oltreoceano: il rugby. In particolare, quello diffusosi a livello internazionale e fortemente praticato in Inghilterra è il rugby union, ovvero quello da 15 giocatori. Diversamente da come si potrebbe pensare, il rugby ha subito notevoli alti e bassi tra il diciannovesimo e ventesimo secolo, a causa di scissioni interne e accadimenti tragici, quali Prima e Seconda Guerra Mondiale.
Nasce a Rugby, città confinante con la contea di Leichester, grazie ad un giovane e controverso ragazzo, William Webb Ellis, che durante una classica partita del 1823 di football non standardizzato afferrò la palla con le mani e arrivò a fine campo, incuriosendo gli spettatori, che ne trassero spunto per un nuovo modello di gioco. Si parlava però ancora di football, solo con regole diverse. Fu proprio questo conflitto fra vari stili di gioco a creare una prima scissione nel 1863 tra chi vorrà restar fedeli alle regole del calcio e a chi invece preferirà procedere sull’invenzione di Ellis. Nel 1871 ecco che nasce la prima organizzazione dedicata al rugby: la Rugby Football Union.
Si arriverà a parlare poi di un’ulteriore scissione, nel 1895, tra chi vorrà praticare il rugby union, ovvero a 15, e il rugby league, da 13 giocatori. Sorvolando ulteriori cesure storiche e primi stereotipi ormai superati e legati a chi praticasse una forma di rugby o l’altra, si giunge agli ultimi anni. Il rugby in ogni sua forma diviene centrale, anche grazie all’approccio mediatico.
Wimbledon Championships
In quanto sport nella cultura di massa inglese, si organizza annualmente il più longevo e prestigioso torneo di tennis al mondo: il Wimbledon.
Le squadre avversarie disputano per la vittoria sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, che vengono resi disponibili solo in occasioni di eventi sportivi degni di nota, quali Olimpiadi o il Wimbledon, appunto.
Nasce nel 19esimo secolo, con la prima edizione tenutasi nel 1877, senza mai interrompersi, ad eccezione di cause di forza maggiore quali le due Guerre. Ha contribuito alla diffusione del tennis nel Regno Unito, favorendone lo sviluppo dello sport per come lo conosciamo noi oggi, e garantendogli un alto profilo all’interno della nazione.
Lo sport nella cultura di massa inglese: che ruolo ha?
Secondo quanto affermato fino ad ora, possiamo constatare che la cultura sportiva nel Paese non solo serve a delineare una cornice storica, poiché radicata nella storia dei secoli (se solo si pensa alle classi operaie che erano anche praticanti del rugby o del football), ma crea un senso di appartenenza e di valori quali il gioco di squadra, impegno, senso di responsabilità. L’Inghilterra, così come il Regno Unito tutto, attraverso industrializzazione, l’Impero e ricchezze derivate, ha potuto a lungo termine garantire progressivi incentivi al fattore sportivo, rendendolo a sua volta altra fonte di enormi incassi e prestigio per il Paese. Ci basti pensare ai numerosi eventi sportivi che hanno attratto e continuano ad attrarre tifosi da ogni parte del mondo, dal sopracitato Wimbledon, la futura Rugby World Cup 2025, alle Olimpiadi di Londra.
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