Inaugura la stagione 2022/2023 del Piccolo Bellini lo spettacolo Ardore, il matrimonio tra il teatro e la vita, in scena dal 13 al 16 ottobre e il 5 novembre.
Dopo tre anni di accademia, gli allievi del triennio 2019/2022 della Bellini Teatro Factory, scuola triennale per la formazione di attori, drammaturghi e registi, aprono la stagione con tre produzioni, a partire proprio da Ardore, seguito da Opera viva e La Cosa più Rara. Una sorta di rito di passaggio del testimone, quello di questi 16 giovanissimi artisti, per i futuri allievi della Factory per il nuovo triennio che sarà diretto da Mimmo Borrelli.
Ed è proprio un rito, infatti, il protagonista di Ardore in cui, come un pettegolezzo, arriva la notizia del grande matrimonio: il teatro è lo sposo, la vita la sposa. È con questa grande metafora che in scena si dispiega, in modo tanto divertente quanto grave, il rapporto del teatro con la vita di coloro che non possono non amarlo. Ripercorrendo e scardinando il rito nuziale, vediamo uno sposo bello ed eccentrico, un poco permaloso, che non mantiene le promesse, spesso sempre attorniato da figure maschili. Tanti difetti del teatro che vengono personificati: una donna che vuole interrompere il matrimonio, la prima attrice a cui era stata promessa la parte più importante, si intromette durante il sacro rito con un esilarante siparietto contro la vita. Ancora un’altra potente voce femminile che ricorda quanto sia importante la sua voce, a discapito di un teatro spesso fatto da uomini e donne non sempre pronte a darsi il giusto valore.
La figura femminile è un importante rimando, inoltre, al fatto che le tre produzioni del Bellini Teatro Factory sono scritte e dirette da eccelse registe e drammaturghe, per andare in controtendenza alla società contemporanea e a dinamiche consolidate nel tempo che vedono l’uomo protagonista.
Ardore è una produzione complessa, che vede personaggi originali e divertenti raccontare un’importante metafora dell’uomo che vuole disperatamente far aderire il teatro e la vita, con grande difficoltà perché «la vita chiama sempre, ma il teatro chiede tutto». Eppure riesce a comunicare questo messaggio con leggerezza e varietà, con grandissima potenza e tormentoni originali. Così si passa dalla disperazione di una madre per la striminzita location per il grande giorno della sua piccina, al racconto della prima critica teatrale, da un padre che parla del suo piccolo teatro, fino al racconto inaspettatamente serio di un lontano cugino dal marcatissimo accento Texano.
Sia nei costumi che nei personaggi traspare l’enorme cura e l’impegno, per uno spettacolo intenso e mai banale, fatto di tanti giovani talenti guidati da mani esperte, per un matrimonio imperdibile.
da un’idea di Annalisa D’Amato
drammaturgia Annalisa D’Amato, Elvira Buonocore, Maria Chiara Montella, Marta Polidoro
scene Lucia Imperato
costumi Giuseppe Avallone
disegno Luci Cesare Accetta
con Mario Ascione, Elvira Buonocore, Francesco Cafiero, Alessandra Cocorullo, Carlo Di Maro, Maria Fiore, Francesco Gentile, Rita Lamberti, Maria Chiara Montella, Raffaele Piscitelli, Marta Polidoro, Riccardo Radice, Stefania Remino, Giuseppe Romano, Alessia Santalucia, Gianluca Vesce
regia Annalisa D’Amato
Immagine in evidenza: Flavia Tartaglia
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