ITACA Richiamo Mediterraneo con Di Girolamo e Mejri | Rassegna Natali Erranti

ITACA Richiamo Mediterraneo con Rosalba Di Girolamo e Marzouk Mejri |Rassegna Natali Erranti

Il progetto Altri Natali del Comune di Napoli

Giovedì 29 si è conclusa la rassegna Natali Erranti dell’associazione culturale Baba Yoga all’interno del progetto Altri Natali del Comune di Napoli, presso la Chiesa Sant’Agostino degli scalzi a Napoli. Lo spettacolo conclusivo è stato ITACA Richiamo Mediterraneo, un testo di e con Rosalba Di Girolamo insieme alle musiche (canti, fiati, corde, percussioni e suoni elettronici) di Marzouk Mejri. Lo spettacolo nasce dagli scritti di Pedrag Matvejevic, Jose Saramago, Konstantinos Kavafis e Woman Shire nei quali si raccontano le suggestioni del nostro mare, il Mediterraneo.

La recensione di ITACA Richiamo Mediterraneo

Un uomo chiede al Re di dargli una barca per spingersi verso una terra sconosciuta, i suoi desideri sono trovare un posto che sappia di casa e, soprattutto, trovare la pace. ITACA Richiamo Mediterraneo parte proprio da questo inizio favolistico per spianare, poi, la strada a un viaggio ricco di suggestioni. Infatti, attraverso una performance che unisce voce narrante musiche e suoni elettronici, si ripercorre il Mediterraneo con la sua storia, le sue oscurità e le sue meraviglie.

Con ITACA Richiamo Mediterraneo sembra di salpare a tutti gli effetti sulla barca insieme al viaggiatore che si muove lungo le increspature del Mediterraneo. Un mare che bagna così tante culture diverse da farci comprendere come la nostra cultura sia profondamente antica e immensa. Con un viaggio lungo e meraviglioso si va dal ripercorrere le religioni dei popoli alle tradizioni culinarie come il brodo di pietre, che diventa quasi un simbolo del Mediterraneo: ne spiega la miseria ma anche la creatività di combinare tra loro elementi genuini, un po’ come la famosa “arte dell’arrangiarsi”. Ma non solo, si raccontano anche le migrazioni dei pesci e degli esseri umani, entrambe antiche e naturali, entrambe metafora del porsi alla ricerca di qualcosa che sappia di casa, di pace e di sé stessi.

Pertanto, ITACA Richiamo Mediterraneo è uno spettacolo dalle molteplici forme: è un diario di viaggio, che ci narra di come abbracciare questo mare, che accoglie nel suo grembo tanta diversità della quale non ha paura, ci metta davanti al contatto umano e, di conseguenza, davanti alla scoperta di sé stessi. È una favola, con la delicatezza dei toni e immergendosi in un mondo onirico, ITACA Richiamo Mediterraneo sussurra e avvolge come il mare. È un sogno, il viaggiatore si pone alla ricerca di una landa sconosciuta, scoprendo infine tra gioie e dolori, tra miserie e ricchezze, tra preziosità e oscurità, che quella terra ha il nome di ITACA, la patria di Ulisse; proprio come quest’ultimo che partì sotto il segno della conoscenza, anche il nostro viaggiatore salpa sulla sua barca scoprendo sé stesso.

ITACA Richiamo Mediterraneo, quindi, è il recupero delle nostre tradizioni, delle nostre radici, disegna mondi e apre i contatti con un’umanità varia che dovrebbe ricordarsi di preservare la sua bellezza, perché è confrontandosi con quanto supponiamo che sia diverso che ci dice di noi stessi.

Fonte immagine di copertina: Comune di Napoli

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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