Giovanni Meola: XII edizione del Teatro alla Deriva | Intervista

Giovanni Meola: XII edizione del Teatro alla Deriva | Intervista

Intervista a Giovanni Meola: direttore artistico della XII edizione del Teatro alla Deriva

Il Teatro alla Deriva è alla sua XII edizione, ormai divenuto appuntamento fisso della zona flegrea. È una manifestazione ideata da Ernesto Colutta che vede spiccare – per l’undicesimo anno consecutivo – una costante alla direzione artistica: Giovanni Meola.

Denominato anche Teatro della zattera per la sua peculiarità di fornire uno spettacolo su una zattera galleggiante posta all’interno del laghetto circolare delle Terme Stufe di Nerone a Bacoli, dove l’atmosfera suggestiva e il posto riescono ad attirare sempre più persone.

In apertura il 2 luglio si dà il via ad un susseguirsi di quattro serate domenicali all’insegna del teatro e della cultura fino ad arrivare allo spettacolo di chiusura previsto per il 23 luglio. Da riadattamenti di William Shakespeare a spettacoli originali flegrei e interazionali, quest’edizione si prospetta sempre più unica e innovativa.

In vista dello spettacolo di apertura, abbiamo avuto il piacere di intervistare il direttore artistico Giovanni Meola.

Intervista Giovanni Meola

È al suo undicesimo anno al timone della direzione artistica del Teatro alla Deriva, che processo di innovazione cerca di portare di anno in anno per tenere viva la curiosità dello spettatore?

L’unica innovazione possibile, in campo teatrale, è proporre sempre e comunque spettacoli capaci di catturare l’attenzione, l’anima e le energie degli spettatori. Altro segreto non c’è, a mio avviso. Quello che di sicuro ho imparato in questi 11 anni è che la maggior parte di questa energia magnetica nasce e promana dagli attori molto bravi, e così la mia stella polare diventa ogni anno di più quella di invitare lavori interpretati da attori molto bravi, se non bravissimi.

La scelta degli spettacoli parte dalle sensazioni che vuole trasmettere? Cosa lo porta alla decisione definitiva di ciò che vuole proporre?

La scelta degli spettacoli nasce dalla volontà di proporne di belli, interessanti, spiazzanti, forti, originali. Il tentativo è sempre questo. Personalmente, di anno in anno vengo interessato e colpito da cose differenti, perché di anno in anno tutti noi cambiamo, in un modo o nell’altro, e questo, credo, mi permette di orientarmi costantemente verso scelte che amplificano la gamma di offerta nei confronti di un pubblico sempre più esigente e curioso.

Quale step risulta più impegnativo nell’organizzazione di uno spettacolo su una zattera galleggiante sull’acqua?

Ovviamente, lo spazio scenico determina lo spettacolo stesso. Un conto è andare in scena al chiuso, tutt’altro è farlo all’aperto. Farlo su una zattera è cosa ancora più complessa, perché le variabili aumentano e bisogna tener conto dell’ acustica particolare, del basculamento e dell’inclinazione della zattera e di quella vaga vertigine che può cogliere chi, in scena, è particolarmente attivo. Ma tutto questo fa parte dell’affascinante sfida di adattare uno spettacolo per una location cosi unica e peculiare come la nostra zattera.

Giovanni Meola, dopo undici edizioni sotto la sua direzione artistica, potrebbe sbilanciarsi dicendoci l’edizione a cui risulta più legato e perché?

Questo è davvero impossibile da dire. Non solo perché tutti gli spettacoli scelti mi avevano o mi hanno colpito a punto tale da invitarli, ma perché ogni edizione ha avuto una genesi diversa, per più motivi. Ovviamente, quella a cui tengo di più, al momento, è sicuramente quella che sta per partire. Ci tengo tantissimo a tutti e quattro gli spettacoli, tra cui il mio/nostro Amleto, perché tutti e quattro, a mio avviso, rispondono a quelle caratteristiche di cui dicevo prima, ovvero un cast di enorme valore, il che facilita l’efficacia del singolo spettacolo, vivificandolo in maniera speciale. 

Gli spettacoli di quest’anno sono legati da un fil rouge dove spicca la compresenza di dramma e commedia, di marcata comicità e grande commozione. Cosa spera di suscitare a chi si lascerà sorprendere da questo scenario suggestivo attraverso questa contrapposizione di emozioni?

L’auspicio è sempre quello di determinare un cambiamento, grande, piccolo, microscopico, nell’animo di chi verrà ad assistere. Il teatro tutto deve fare tranne che lasciare indifferenti. Se ciascuno dei quattro lavori avrà smosso anche solo un animo, allora la rassegna, le mie scelte, il lavoro della singola compagnia, tutto insomma avrà avuto senso. In quanto alla compresenza di dramma e commedia, ammetto di avere un debole per questo tipo di approccio alla drammaturgia. La vita è fatta di un alternanza sei sosta di dramma e commedia, ridicolo ed epico, pianto e riso. E gli spettacoli che riescono a muovere il pubblico verso entrambi i tipi di reazione mi diventano subito cari. Così come accade al pubblico.

Giovanni Meola, se dovesse associare una parola, un oggetto, una frase o una canzone per ognuno dei quattro spettacoli previsti, cosa sceglierebbe e perché?

Terra mi rimanda al concetto di ‘lingua’ come al concetto di ‘memoria’; Amleto mi precipita nel regno del ‘dubbio felice’ e della ‘confusione che stordisce’; La Bisbetica Domata mi fa pensare ad un ottovolante (per la continua varietà di registro); Costellazioni è un’infinita ‘ripetizione mai uguale a se stessa’.

Può raccontarci qualche aneddoto in merito all’edizione di quest’anno?

Di aneddoti ce ne sono sempre tanti, ogni volta che da una rosa estesa di spettacoli candidati si passa a restringere sempre di più, fino ad arrivare a quattro. Questo perché ogni singola visione da me fatta affonda le radici in percorsi diversi, in circostanze diverse e in modalità d visione diverse. Ecco, volendo segnalare una particolarità, devo dire che quest’anno è accaduto praticamente con tutti i registi coinvolti di avere lunghe chiacchierate preliminari riguardanti il tipo di ‘adattamento’ scenico da fare per la zattera. Tra consigli, considerazioni e scambi di opinioni c’è stato questo speciale fil rouge a legare ancora di più questo quartetto di spettacoli.

In conclusione dell’intervista, cosa si augura per questa XII edizione?

Tanto, tanto pubblico, tanta, tanta condivisione e, soprattutto, che tutti e quattro gli spettacoli possano lasciare qualcosa di duraturo, se non di imperituro, nell’animo e nelle menti di chi avrà modo e piacere di stare con noi nelle prime quattro domeniche di Luglio per la XII edizione di Teatro alla Deriva. Una rassegna unica in Italia, realizzata grazie all’intuizione e alla volontà della famiglia Colutta e che ho il piacere e l’onore di dirigere lavorando con uno staff di persone fantastiche.

Ringraziamo Giovanni Meola per la disponibilità e vi invitiamo tutti a partecipare alla nuova edizione del Teatro alla Deriva. Per ulteriori aggiornamenti visitate il sito ufficiale.

Domenica 2 luglio
Cantiere Teatrale Flegreo – ENART A. C.
Terra 
(cantata in dialetto puteolano)
testo e regia di Pako Ioffredo 
con Pako Ioffredo e Demi Licata
e con Pino Ruffo (voce e musica)

Domenica 9 luglio
Virus Teatrali
Amleto (o il Gioco del Suo Teatro)
da William Shakespeare 
regia di Giovanni Meola
con Solene Bresciani, Vincenzo Coppola e Sara Missaglia

Domenica 16 luglio
Il Demiurgo
La bisbetica domata
da William Shakespeare 
adattamento di Francescoantonio Nappi
regia di Chiara Vitiello e Franco Nappi
con Mario Autore, Franco Nappi, Vittorio Passaro, Simona Pipolo, Francesco Romano, Marco Serra e Chiara Vitiello

Domenica 23 luglio
Mutamenti/Teatro Civico 14
Costellazioni
di Nick Payne
regia di Roberto Solofria
con Ilaria Delli Paoli e Roberto Solofria

Per info e prenotazioni: [email protected] e tramite whatsapp al numero 320 2166484

Fonte immagine: Ufficio stampa

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