Inshalom o l’assurda partita: ZTN Teatro | Recensione

Inshalom o l'assurda partita: ZTN Teatro | Recensione

Lo ZTN Teatro presenta Inshalom o l’assurda partita.

Nel cuore della città di Napoli, durante la stagione 2023/2024 dello ZTN Teatro, va in scena lo spettacolo Inshalom o l’assurda partita. Il testo e la regia sono curati da Maurizio D. Capuano, con l’assistenza di Alessandro Mastroserio, e l’interpretazione attoriale di: Giuseppe Brandi, Sissy Brandi, Maurizio D. Capuano, Carmen Del Giudice, Emanuele Di Simone e Francesco Petrillo. Lo spettacolo resta in cartellone fino al 28 gennaio ed è possibile prenotare fino a esaurimento posti al numero 3519102405.

Inshalom o l’assurda partita: quando il teatro incontra l’attualità

Portare in scena Inshalom o l’assurda partita è un atto di denuncia e resistenza. Sì, lo ZTN Teatro è a tutti gli effetti uno spazio di resistenza, seppur piccolo dal di fuori, dalla sconfinata passione al suo interno grazie all’eternamente giovane entusiasmo dei suoi addetti. Lavora con spettacoli che prevedono non un biglietto pagato, bensì un’offerta a cappello del pubblico, riprendendo una modalità cara ai vecchi comici dell’Arte. Ma non solo, perché al suo interno, oltre agli spettacoli in programma, prevede anche corsi di preparazione per affrontare sapientemente le tavole del palcoscenico, sempre promuovendo quanto più possibile giovani artisti. Inoltre, il teatro è un’APS: un’associazione di promozione sociale riconosciuta dalla Regione Campania. Perciò, in un tale contesto, andare a vedere Inshalom o l’assurda partita è pura magia!

Come parlare della guerra? Come rendere il teatro uno strumento di consapevolezza, mantenendo comunque un certo coinvolgimento? Cosa dire e cosa fare vedere che non sia stato già abbondantemente detto e visto? Inshalom o l’assurda partita pare scaturire proprio dalla formulazione di questi interrogativi, ai quali riesce a rispondere con coraggio e grinta. Incontra l’attualità parlando della guerra tra Israeliani e Palestinesi, ma lo fa provocando con battute pure mordaci e ponendo le basi di continue riflessioni.

Con Inshalom o l’assurda partita, appunto come suggerisce il titolo stesso, la guerra diventa un gioco crudele, una partita assurda che fagocita tutto nelle sue tenebre. E pare che l’unica cosa che debba contare sia vincerla. Perciò, una striscia rossa divide i confini tra le due squadre, mentre queste ultime continuano a segnare il numero dei morti ogni volta che vi è un nuovo bombardamento. Nel frattempo, non mancano insulti e accuse tra le due fazioni. E nel mezzo, cosa c’è? Ci sono le anime sfinite, ci sono le grida disperate, c’è la miseria – da intendersi sia materiale che spirituale – che annebbia ogni cosa.

A questo punto, quale può essere la conclusione più amara, certamente, ma anche quella più vera? Inshalom o l’assurda partita dimostra che, alla fine, al di là di ogni congettura resta la sofferenza degli esseri umani. Ed è proprio questo che unisce anche le due fazioni, in balia di uno stupido e assurdo gioco come la guerra. Oltre le armi, oltre tutto questo, vi sono gli esseri umani.

Fonte immagine di copertina: Antonio Caiazzo

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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