L’appartamento 2B, di Cioffi e Guardascione | Recensione

L'appartamento 2B

Il progetto vincitore della seconda edizione del premio Leo de Berardinis

Va in scena dal 18 al 23 aprile al Ridotto del Mercadante L’appartamento 2B, spettacolo nato da un’idea di Andrea Cioffi e Sara Guardascione, scritto e diretto da Andrea Cioffi e interpretato da Andrea Cioffi, Sara Guardascione, Gregorio De Paola, Ciro Grimaldi e Fortuna Liguori. Il testo è vincitore anche del Mario Fratti Award 2022. Il dramma mette in scena la complessità della generazione dei millennial, coloro che nati tra gli anni ’80 e ’90 vengono considerati ancora giovani dallo Stato mentre il tempo passa, non riuscendo a trovare un posto nella società degli adulti.

La recensione di L’appartamento 2B

Aimo è un uomo sui trent’anni. Vive nell’appartamento 2B, pagando un affitto fin troppo costoso per le sue possibilità, e ha un lavoro precario. Comunica con il mondo esterno soltanto attraverso i messaggi vocali su WhatsApp, che non fanno altro che ricordargli quanto sia in ritardo con il lavoro, quanto sia un figlio ingrato che non trova il tempo di mandare un messaggio a sua madre e quanto sia indietro su tutti fronti, persino nell’amore. Aimo ha contatti unicamente con L’appartamento 2B e quella parvenza di vita che si crea lì, fatta di pillole e di personaggi grotteschi al limite tra realtà e immaginazione, come per esempio una sorta di suo gigante e mostruoso alterego che continua a propinargli una strada senza ritorno. E infatti, Aimo tenta di scorgere una luce in fondo al tunnel, ma alla fine, come risvegliatosi da un sogno allucinato, davanti a lui si prospetta un’unica soluzione: il suicidio.

«Secondo uno studio dell’OMS del 2019, il tasso di suicidi tra i giovani ed i giovanissimi, negli ultimi anni è aumentato di circa venti volte. Ricerche più recenti hanno registrato un ulteriore incremento del 75% a partire dal periodo pandemico. Tale inquietante statistica è da attribuirsi, tra le altre cause, a quella che Adam Grant, psicologo della University of Pennsylvania, mutuando il termine dal sociologo Corey Keyes, in un recente articolo del New York Times sulle conseguenze della pandemia sull’umore, definisce Languishing. Letteralmente “Languore“, uno stato mentale caratterizzato dall’incapacità di agire, simile ma non uguale alla depressione, con alcuni momenti che sfociano in picchi di ansia.», dice il regista e drammaturgo Andrea Cioffi nelle sue note di regia a proposito del suo spettacolo L’appartamento 2B.

Infatti, la questione affrontata riguarda una realtà allarmante eppure concreta ed esistente dei cosiddetti millennial, rappresentata come un vortice di responsabilità, impegni e costante ricerca di un futuro che pare non realizzarsi mai. Proprio come per Aimo in L’appartamento 2B, anche nella vita attuale tale generazione viene ritenuta dallo Stato sempre giovane, pur iniziando a non esserlo più nell’effettivo, e under qualcosa in qualsiasi campo lavorativo e/o sociale, con il risultato di questa condizione di “Languishing“, di una forma di immobilità nel non avere la forza e la capacità di affrontare la vita perché non si hanno gli strumenti necessari per farlo.

E allora, L’appartamento 2B è uno spettacolo che riesce a cogliere ed a dialogare con un certo gioco teatrale nel quale Aimo, in balia di questo suo limbo di «essere o non essere, to be or not to be, 2B or not 2B», diventa una sorta di Amleto che si ritrova da solo a combattere i suoi fantasmi. Un’operazione di ripresa di un topos teatrale ormai più che consolidato, ma reinserito in un contesto fresco, o meglio, che sa dialogare con una contemporaneità vera e reale.

Fonte immagine: Teatro di Napoli

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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